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Per la crisi economica aveva perso il lavoro: a quarantasette anni si è ucciso dalla disperazione

La tragedia nella notte tra Sabato e Domenica sulle alture collinari della “Città dei Fiori”.

(28 Febbraio 2012)

SANREMO- Nuova ennesima tragedia legata alla crisi economica quella consumatasi nella notte tra Sabato e Domenica in una casa colonica posta sulle alture di Sanremo, in Via Duca d’Aosta, proprio lungo il percorso degli ultimi chilometri della Milano- Sanremo: licenziato poco meno di un anno fa da una ditta di impiantistica elettrica di Imperia, il quarantasettenne Alessandro Fontò, da allora rimasto disoccupato, non ce l’ha più fatta a vivere ed in preda alla disperazione si è sparato con la pistola che regolarmente deteneva. Fontò era un apprezzato elettricista e viveva con la compagna proprio sulla colina sanremese del Poggio una delle zone più pregiate della Riviera di Ponente per la coltivazione dei celebri “ Fiori di Sanremo”. Fontò lavorava per la ditta di Imperia da tempo ma, nel corso del 2011, la crisi economica globale aveva costretto i proprietari di questa ad operare una riduzione del personale e Fontò era rimasto a casa. La società per cui lavorava era una delle tante in questa provincia dell’estremo Ponente ligure, tra le meno fortunate sotto il profilo occupazionale del Nord Italia, con un numero di dipendenti inferiore alle quindici unità e dunque non obbligata ad osservare a favore dei dipendenti tutte le guarentigie previste dallo Statuto dei Lavoratori. In questo periodo di disoccupazione, comunque, Alessandro Fontò aveva provato a trovare un nuovo lavoro grazie alla sua qualifica di operaio specializzato ma, forse perché già quarantasettenne forse perché ormai si tende ad assumere solamente giovani con contratti precari, non era riuscito a trovare una nuova occupazione che gli garantisse un futuro sereno. Così quel tarlo dettato dalla disperazione di non vedere un domani sicuro di fronte a sé , in un età in cui non si è più giovani ma neanche ancora anziani, gli ha scavato la mente sino a portarlo nella tarda serata di Sabato scorso, erano da poco passate le ventitrè e trenta, a prendere la tragica decisione. Fontò ha abbandonato la compagna di fronte al televisore, è sceso nell’aia di casa e si è diretto nel magazzino pertinenziale alla casa. Qui in una piccola ritirata, dopo essersi chiuso a chiave, si è sparato con la sua Smith & Wesson calibro trentotto. E’ deceduto all’istante, nonostante la compagna, allarmatasi per non averlo più visto, lo abbia cercato e poi scoperto in un lago di sangue proprio nel bagnetto del magazzino e nonostante il rapido intervento di automedicale e polizia. Domani si svolgeranno i funerali nella campestre parrocchia di Poggio di Sanremo ma a tutti rimarrà il triste ricordo di un onesto lavoratore che chiedeva solamente il rispetto del proprio diritto al lavoro, uno dei diritti primari dell’uomo, messo in forte discussione dalla drammatica crisi economica attuale pur se qualche imprenditore facoltoso, che sino a poco tempo fa sedeva alla Presidenza del Consiglio, continua a ripetere, come in un disco rotto, che “ in Italia i ristoranti sono pieni di gente”.

Sergio Bagnoli

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