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Seguire la CGIL in questa battaglia ??

A proposito di articolo 18, arbitrato, decontribuzione, incentivi e ammortizzatori sociali.

(25 Giugno 2002)

La risposta a questa domanda è scontata ed è gia stata data il 16 aprile, con il grande sciopero generale. Ci aspettavamo a quel punto dalla CGIL l’elaborazione di una seria piattaforma rivendicativa, che contemplasse l’estensione dei diritti a tutti i lavoratori e il rilancio di una nuova stagione contrattuale, svincolata dai paletti della concertazione.

Una piattaforma che:


  • ponesse una barriera alla precarietà e alla flessibilità, rimettendo in discussione i contratti atipici introdotti dal pacchetto Treu
  • garantisse consistenti aumenti salariali, reintroducendo meccanismi automatici di salvaguardia per stipendi e pensioni
  • costruisse una forte opposizione sindacale contro la Legge Bossi-Fini, che introduce forme di lavoro servili e di ricatto nei confronti dei lavoratori extra comunitari, con il chiaro intento di abbattere i diritti e il costo del lavoro.

Mentre il 16 aprile milioni di lavoratori hanno scioperato per la difesa e l’estensione dei diritti, invece nei territori e nelle categorie molti delegati e dirigenti sindacali, nel nome della concertazione, continuano a sottoscrivere accordi che mirano:

  • All’aumento delle flessibilità, dei carichi di lavoro e degli straordinari (ormai come se fossero obbligatori nel nome della competitività e della necessità di garantire la produzione) con cospicui aumenti dell’ orario di lavoro complessivo, cancellando di fatto le recenti battaglie politiche sulle 35 ore a parità di salario.
  • All’accettazione, come se fosse il minore dei mali, di esternalizzare parti sempre più cospicue del ciclo produttivo.

Come ciliegina sulla torta, in barba alle rivendicazioni sui diritti uguali per tutti, si procede sistematicamente ad ampliare le differenze normative e salariali fra nuovi e vecchi lavoratori, peggiorando di molto i contenuti dei già pessimi CCNL e degli stessi accordi di Luglio, come i contratti dei Chimici o dei Calzaturieri e a livello locale l’accordo Superior (96 ore all’anno a disposizione del padrone); l’accordo territoriale di 2° livello dei calzaturieri della Riviera (in cui si contratta solo per 4.500 dipendenti su 13.000); l’accordo di ristrutturazione e riorganizzazione Sepad (ex Corriere della sera); l’accordo settore artigianato Legno stipulato a livello Regionale, quello alla Berti, quella dell’Università, ecc…

Non si può rispondere all’offensiva dei padroni solo con delle mobilitazioni dimostrative, scioperi e sciopericchi diluiti nel tempo.
Serve una mobilitazione, vera: bisogna avere il coraggio di avviare una lotta ad oltranza che blocchi l'Italia sino al ritiro di tutte le deleghe e disegni governativi, per chiedere e rivendicare l'estensione dei diritti ed una nuova politica salariale e per il lavoro, passando da subito tra i lavoratori per costruire una piattaforma generale che sia alla base delle prossime mobilitazioni.

Per discutere di queste cose e raccogliere l’appello del Coordinamento nazionale RSU
Troviamoci lunedì 1 luglio 2002. ore 21
Presso la coop coralli, via Morandini 26

(laterale destra della stada di Montà dopo il cavalcaferrovia)

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classe, capitale e partito a padova e nel veneto

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