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(28 Febbraio 2012) Enzo Apicella

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    Val di Susa: violenza e ipocrisia di stato

    Alcune considerazioni sulla campagna in corso contro i resistenti in Val di Susa.

    (2 Marzo 2012)

    anteprima dell'articolo originale pubblicato in ciptagarelli.jimdo.com

    Solidarieta' ai no tav

    foto: ciptagarelli.jimdo.com

    In una società divisa in classi sociali in cui i conflitti d’interesse sono all’ordine del giorno, lo stato e le istituzioni rappresentative salvaguardano e difendono gli interessi della classe dominante al potere.

    Le banche, la grande finanza, le multinazionali, Fiat, Pirelli, Impregilo e altre ancora, pur di fare profitti, non rispettano nessuno: operai, lavoratori, ambiente, territorio e popolazioni locali rappresentano un ostacolo che va eliminato a qualsiasi costo.

    Gli interessi economici per gli sfruttatori vengono prima della salute e della vita umana, in Val di Susa come ovunque. Dicono che il traforo della montagna, contenente amianto e altre sostanze cancerogene, e la linea ad alta velocità porterà posti di lavoro e benefici alla popolazione, nascondendo i costi umani, sociali e sanitari che pagheranno nel tempo i lavoratori e le popolazioni.

    Sul libro paga delle imprese, pagati per difenderne gli interessi, ci sono partiti, sindacati e giornali che le sostengono e dipingono gli interessi di una minoranza di sfruttatori (le banche, gli industriali Impregilo in testa, ma anche coop rosse e bianche), come interessi generali della società.

    Nella campagna di criminalizzazione delle lotte, insieme allo stato e alle istituzioni troviamo tutti i partiti di centrodestra e centro-sinistra, nessuno escluso: non potrebbe essere il contrario poiché tutti sono mantenuti dallo stato (con i soldi della maggioranza dei cittadini contrari alla TAV), con finanziamenti privati occulti e pubblici, i partiti con il finanziamento e i rimborsi elettorali, i sindacati confederali tramite la remunerazione delle attività di patronato.

    Pur di realizzare i loro interessi non esitano a vilipendere, arrestare chi si oppone e reprimere intere popolazioni. Con l’alibi della lotta contro la “violenza” è partita una campagna tesa a isolare gli “estremisti”, i “terroristi” (così chiamano coloro che si oppongono con l’autodifesa alle violenze poliziesche) nascondendo le vere ragioni delle proteste dei manifestanti, cercando di cancellare il concetto stesso di capitale e sfruttamento alla base della società capitalista. I vari pennivendoli dei mass-media pagati da editori che sono gli stessi padroni che hanno interessi a costruire in Val di Susa, come altrove, si scagliano contro l’autodifesa dei manifestanti che difendono il territorio e la salute pubblica con i loro corpi. Uomini e donne di tutte le età che cercano di difendersi, come possono, dai gas lacrimogeni, dalle manganellate, dalle violenze poliziesche e dalle forze del disordine sono criminalizzati: la loro resistenza la chiamano violenza, presentando invece come “difesa dell’ordine pubblico” la tutela degli interessi privati dei padroni.

    La propaganda del governo Italiano dei padroni e delle banche, che in varie parti del mondo occupa militarmente paesi sovrani per accaparrarsi il bottino, chiamando bombe “intelligenti” e “guerre umanitarie” le violenze, cerca di far apparire la società borghese come la più “pacifica e democratica” a cui si contrappongono “isolati gruppi violenti”. In realtà come sanno gli operai e le popolazioni che lottano, per difendere il posto di lavoro, la salute, il territorio, e i loro diritti, le forze dell’ordine dello “stato democratico” si scagliano sempre contro i lavoratori e le popolazioni che subiscono ingiustizie e mai contro i padroni. Come succede in paesi lontani anche nei confini nazionali le “forze dell’ordine” si comportano come truppe di occupazione, imponendo con la forza “l’ordine capitalista”. Criminalizzando e reprimendo tutti quelli che si ribellano, cercano di intimidire e imporre il silenzio sullo scempio che si sta compiendo nelle fabbriche e nei territori.

    Oggi come ieri, torna di attualità lo slogan ORA E SEMPRE RESISTENZA.
    A fianco di tutti quelli che resistono allo sfruttamento capitalista.
    ONORE AL COMPAGNO LUCA ABBA’ E AI RESISTENTI, MODERNI PARTIGIANI.
    Resistenza fino alla vittoria


    Sesto San Giovanni, 2 marzo 2012

    Michele Michelino
    Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio

    Fonte

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