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No Tav

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(12 Aprile 2012) Enzo Apicella

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    (La Val di Susa contro l'alta voracità)

    Il governo ha paura e minaccia. La resistenza No Tav non si arresta

    (3 Marzo 2012)

    Sabato 3 marzo. Ieri, dopo una settimana di blocchi No Tav in Valsusa e ovunque in Italia, Monti ha convocato d’urgenza una riunione sul Tav. Il governo ha deciso di andare avanti. Costi quel che costi. La litania è quella consueta: il collegamento con l’Europa, la piccola Italia schiacciata dietro le Alpi, il treno che in quattro ore ti porta a Parigi, i tecnici che hanno lavorato ad una mediazione, il Tav che porta lavoro, i manifestanti sempre violenti. Nessuna fantasia, nessun guizzo di ingegno nelle parole di un Primo ministro che rivendica la propria autonomia dai governi precedenti, ma si limita a fare quello che gli altri non erano riusciti a fare fino in fondo: gli interessi dei padroni, dei banchieri, del Fondo Monetario e della Bce. I No Tav – con la infinita pazienza che deriva da tanti anni di lotta alle menzogne – ricordano una verità banale, banale. La Torino Lyon c’è già a funziona molto meno di quanto potrebbe, a Lione e Parigi ci si va, un paio di volte nella vita, a fare una vacanza. Invece a lavorare o a studiare ci andiamo tutti i giorni. I tagli alle ferrovie destinate al trasporto dei lavoratori e degli studenti hanno trasformato i treni dei pendolari in trasporti bestiame sempre in ritardo, sempre più affollati, scomodi, con i gabinetti rotti e i sedili sfasciati. In quanto al lavoro, basterebbe un’occhiata veloce ai dati sul dissesto idrogeologico per capire che l’unica grande opera che serve è la tutela del territorio; basta pensare ai nostri ospedali e alle nostre scuole per capire che lì ci sarebbe il lavoro se ci fosse la volontà politica di stare dalla parte della gente e non da quella di chi si fa ricco sfruttando il lavoro altrui. L’idea di sviluppo di quelli come Monti si basa sulla distruzione delle risorse e sulla devastazione dei territori: l’unica cosa che conta è far girare le merci, far girare i soldi, fare grandi opere utili solo alla lobby che sostiene di finanzia un’intera classe politica. Dalla Val Susa viene un segnale forte e chiaro: noi non ci stiamo. Non ci stiamo più: il mondo che vogliamo per i nostri figli è fatto di solidarietà, di cooperazione, di uguaglianza. Il governo ha paura, ha paura dell’infezione valsusina, ha paura che l’anomalia No Tav divenga una mutazione genetica durevole e diffusa. Per questo occorre disciplinare, costi quel che costi, il chi oggi parla la voce di tutti coloro che, nel nostro paese, si battono contro un’idea di sviluppo che mira al profitto di pochi contro la vita e la libertà di tutti.

    Ore 21 Polivalente di Bussoleno. È la folla delle grandi occasioni: la grande sala – stipata all’inverosimile – non basta a contenere la folla di No Tav.

    L’assemblea è lunga, partecipata, appassionata. I racconti delle violenze della polizia – le gambe rotte e le teste sfasciate, i lacrimogeni nelle case e quelli che aprono le porte per salvarti dalla furia degli uomini dello Stato – si intrecciano con le idee, le proposte, i progetti. Sullo sgombero dell’autostrada e le cariche di mercoledì scorso vale la pena guardare questo video su youtube: http://tg24.sky.it/tg24/cronaca/2012/03/03/no_tav_proteste_corteo_roma_assemblea_bussoleno_luca_abba_governo_monti_cantiere_val_susa.html

    Arrivano buone notizie sulla salute di Luca: lentamente migliora. Ieri lo hanno operato per ridurre le conseguenze della folgorazione sui muscoli e la spalla destra. Federico, il No Tav arrestato mercoledì sera durante le cariche, è ai domiciliari con la possibilità di uscire per lavorare. A Tobia invece la magistratura ha negato sia l’uscita per andare al lavoro, sia di poter comunicare con l’esterno. Tobia ha deciso che la misura è colma ed è entrato in sciopero della fame.

    L’indicazione uscita dall’assemblea è chiara. Non mollare, andare avanti, incuranti delle minacce di Monti, consapevoli che la forza delle nostre ragioni è va ben oltre alle ragioni della forza. Entro fine mese – probabilmente il 23 marzo – si farà lo sciopero generale. Ogni giorno ci saranno iniziative per mettere i bastoni tra le ruote alle truppe di occupazione.

    Questi i prossimi appuntamenti:

    sabato 3 marzo – appuntamento di lotta a Bussoleno – ore 16 in piazza del mercato

    domenica 4 marzo – giro in Clarea con polentata – cui sono invitati tutti quanti. Si mangia alle 12, si parte alle 14 ogni giorno alle 18 – incontro di lotta in piazza del mercato a Bussoleno

    Federazione Anarchica Torinese

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