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(28 Febbraio 2012) Enzo Apicella

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Diamo voce a Tobia!

(7 Marzo 2012)

Tobia Imperato, uno degli arrestati per la resistenza No Tav allo sgombero della Maddalena, è ormai al quarto giorno di sciopero della fame. In carcere aveva già perso cinque dei suoi 89 chili, in tre giorni di digiuno ne ha persi altri quattro. Il giudice gli impone il divieto di comunicare all’esterno in qualsiasi modo: non può scrivere lettere o mail, non può telefonare.

Un’imposizione odiosa che rende i suoi domiciliari quasi peggiori del carcere, dove poteva scrivere e ricevere visite.

Chi lo costringe a scegliere tra il silenzio e il carcere sarà obbligato a sentire la risacca profonda della sua protesta.

Ha fatto richiesta di poter essere visitato da un medico ma sinora il giudice non ha risposto.
Alcuni amici e compagni hanno pensato di proporre a tutti un’azione di sostegno alla sua lotta di libertà.

Diamo voce a Tobia!

Tutti sono invitati a scrivergli, inviando ovunque copia della lettera. Potete scrivere ad anarres@inventati.org. Tutte le lettere gli saranno inoltrate.

http://anarresinfo.noblogs.org

Di seguito il comunicato del movimento No Tav su Tobia

Tobia Imperato è al terzo giorno di sciopero della fame

Tobia Imperato, uno degli arrestati del 26 gennaio scorso, in arresti domiciliari dal 13 febbraio, con il divieto di comunicare con persone diverse da quelle che con lui coabitano, ha iniziato sabato 3 marzo uno sciopero della fame.

Tobia protesta contro il rigetto delle richieste di autorizzarlo ad assentarsi da casa per andare a lavorare presso l'Istituto Piemontese per la Storia della Resistenza e della Società contemporanea, dove lavora da tempo come bibliotecario, e a comunicare con persone estranee al suo nucleo familiare.

La sua attuale situazione di isolamento, imposta e mantenuta ad oltre 8 mesi dai fatti che gli vengono contestati, si rivela per certi versi deteriore rispetto alla sua precedente situazione carceraria, dove almeno poteva scrivere lettere all'esterno, e sembra dettata, al pari di quella degli altri indagati, da una logica esclusivamente punitiva, del tutto sganciata da quei principi generali, di adeguatezza e idoneità, che regolano l'applicazione delle misure cautelari nel nostro codice di rito. La misura cautelare è stata imposta a Tobia perché, secondo l'accusa, egli si sarebbe contrapposto ad un poliziotto nel corso dello sgombero del presidio della Maddalena il 27 giugno 2011.

In realtà, nelle foto prodotte dalla Polizia si vede unicamente un contatto tra la mano di Tobia e l'avambraccio di un operatore delle forze dell'ordine. Attraverso la testimonianza di un altro manifestante presente al fatto e il reperimento di un filmato scaricato dal web è stato possibile ricostruire integralmente la scena. Il contatto in questione avviene su un ripido pendio a fianco dell'autostrada ed è preceduto da un intervento piuttosto rude di alcuni poliziotti che hanno appena buttato per terra un manifestante con le mani alzate. Il contatto dura solo un paio di secondi, senza che si possa apprezzare alcun intento violento da parte di Tobia.

Tobia ha sostenuto, con dichiarazione spontanea resa in interrogatorio, di essersi aggrappato al poliziotto perché stava scivolando all'indietro. In effetti, dal filmato si vede che, immediatamente dopo aver appoggiato la mano sul poliziotto, egli cade all'indietro e scivola giù per la scarpata. Resta veramente difficile comprendere come per una vicenda di questo spessore si possa decidere di richiedere e di applicare una misura cautelare.

Movimento NO TAV

Fonte

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