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Dignità operaia

Dignità operaia

(9 Marzo 2012) Enzo Apicella
Oggi sciopero generale dei metalmeccanici convocato dalla Fiom e manifestazione nazionale a Roma

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(Per un sindacato di classe)

Cub- Cobas: una pratica unitaria per sostenere una lotta che modifichi radicalmente l’esistente.

(15 Marzo 2012)

Cobas e Cub intendono dar vita ad un percorso comune per andare in controtendenza rispetto ai tentativi di frantumazione della classe in atto e, nello stesso tempo, essere un modo nuovo di sperimentare la pratica unitaria non come accordo fra apparati segnato da una logica politicista ma come effettiva iniziativa che si sviluppa nelle aziende, sul territorio e che sa rivolgersi ad un'opposizione sociale ampia.

Nel contempo intendiamo costruire ambiti comuni di discussione sulle ragioni della crisi, che è sempre più evidente essere la crisi dello stesso sistema capitalistico, e sui mezzi per affrontarla.

A fronte di un attacco di straordinaria violenza contro la classe, il terreno che proponiamo di praticare è quello della più ampia e radicale rivolta popolare, in grado di attivare la lotta con continuità e intelligenza, sostenuta da una vasta alleanza sociale, politica, sindacale, che modifichi radicalmente i rapporti di forza e renda realistica l’unica parola d’ordine unitaria, finora, a livello nazionale ed europeo: “noi la crisi non la paghiamo” e, conseguentemente, “la crisi va pagata da chi l’ha provocata”.

Con tali convinzioni, ci diamo per l’immediato futuro i seguenti obiettivi:
Una mobilitazione generale che ponga al centro gli interessi della classe che intendiamo rappresentare sia per quanto riguarda la conquista di reali aumenti salariali che per quel che riguarda il salario sociale e quello differito. Va, in altri termini, rovesciata l'attuale deriva verso l'impoverimento e la precarizzazione del lavoro

Siamo consapevoli della difficoltà dell'iniziativa su questo terreno a fronte di un blocco di potere nazionale ed internazionale che vede schierati dalla stessa parte governi e maggioranze di diverso colore, capitale finanziario ed industriale, apparati del sindacalismo concertativo ma, a maggior ragione, affermiamo.
L’urgenza dell'azione rimanda alla necessità di una reale democrazia sindacale negata e requisita dai sindacati monopolisti, un’azione permanente, anche alla luce delle “lamentele” Fiom per la sottrazione di tali diritti (a noi sempre negati) alla loro organizzazione che ne ha sempre goduto in regime di monopolio spesso esercitato nei nostri confronti a partire dalla quota riservata di 1/3 in più di delegati nella elezione di RSU-RLS. Vogliamo dar vita ad una struttura che, attraverso attività seminariali, assembleari e mobilitazioni, ponga al centro dell’attenzione la questione dei diritti democratici per tutti i lavoratori/trici.

Il massacro delle pensioni non ha chiuso il conflitto sul tema. A partire dal Convegno di Roma del 21 gennaio abbiamo costituito un gruppo di lavoro comune, con la partecipazione di esperti del settore, che diffonderà convegni, assemblee e iniziative di propaganda per costruire un ampio movimento per la difesa, il recupero e la conquista di pensioni adeguate per tutti/e, con particolare riferimento alle nuove generazioni di lavoratori a cui si intende negare la pensione.
In pari tempo è urgente riattivare la vincente campagna contro il trasferimento del TFR nel Fondi Privati, visto che Monti spinge per rendere obbligatorio il TFR nel Fondi Privati, già concretizzatosi ad esempio nel Contratto Alimentaristi, destinando una quota di aumenti salariali al Fondo Privato di categoria.
Di fronte all’aggravarsi della crisi e a una recessione che falcidia posti di lavoro e potere di acquisto, sosteniamo il diritto dei lavoratori e dei ceti popolari di “non pagare”, o almeno di ridurre drasticamente i pagamenti (mutuo, affitto, bollette, tasse, multe, trasporti, ticket), indicando le modalità e le tutele da attivare nel confronto con le controparti, con la messa a disposizione dei nostri sportelli legali per rendere effettiva la continuità di beni-servizi, senza penalità e/o ritorsioni.
E’ prevista anche dal codice penale la “non punibilità per avere agito in “stato di necessità“: e cosa c’è di più necessario del diritto alla vita e alla salute? Il movimento “NON PAGO”, già attivo in Grecia, Spagna, Portogallo, ha il fine di tutelare i lavoratori e le loro famiglie, i giovani, i pensionati e i migranti, attraverso la contrattazione sociale, prevedendo anche il reddito minimo garantito.

Lavorare insieme per una mobilitazione ampia con i movimenti per la difesa dei beni comuni e contro le Grandi opere: in particolare con quello più diffuso e consolidato dell’ “acqua bene comune”, visto l’impegno nella campagna referendaria ed oggi in quello per il rispetto della plebiscitaria vittoria attraverso: a) l’autoriduzione in bolletta della quota di “remunerazione del capitale”; b) la ri-pubblicizzazione delle gestioni “spa-house” in aziende pubbliche senza obbligo di rispetto del patto di stabilità. Intorno ad esso si può convogliare gli altri settori in difesa dei servizi pubblici e dei beni comuni (trasporto pubblico locale, ferrovie, scuola e sanità, energia, rifiuti come in Campania, Lazio e Toscana ecc..), contro l'art.26 del decreto Monti che intende mettere a profitto strutture pubbliche e servizi sociali, attraverso mobilitazioni e specifiche manifestazioni nazionali.
In questo quadro, continueremo con il massimo impegno, a fianco della Val Susa e per la liberazione degli arrestati,contro la militarizzazione della Valle e la repressione scatenata in tutta Italia.

E’ assai concreta la possibilità che le trattative tra governo, sindacati concertativi e Confindustria producano ulteriori peggioramenti delle condizioni di vita e di lavoro nel pubblico e nel privato. Ma già ora, con i diktat di Marchionne, la disoccupazione e i ricatti padronali stanno mettendo con le spalle al muro i lavoratori dell’intero gruppo Fiat.
Va data risposta all’annuncio del governo di inserire nel decreto “mercato del lavoro” la modifica dell’art.18. Contro i licenziamenti c’è un sentimento diffuso di ostilità, che spesso si esprime in campagne di solidarietà a favore dei licenziati. Dobbiamo potenziare questa tendenza, mettendo in campo una forte mobilitazione, prima della conclusione delle trattative governo/sindacati/padroni, con la parola d’ordine “L’art.18 non si tocca, anzi va esteso a tutte/i” .

Dobbiamo utilizzare in maniera molto mirata e accorta lo strumento dello sciopero. Esso deve essere puntuale e avere in questa fase obiettivi concreti e a portata di mano, non solo propagandistici, a carattere trasversale e sociale, e non circoscritto ad aree ristrette di sindacalismo militante.

Milano febbraio 2012

CUB (Confederazione Unitaria di Base), COBAS (Confederazione dei Comitati di Base)

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