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il pane e le rose

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DAVIDE CONTRO GOLIA.

(16 Marzo 2012)

"Ricordiamoci in che modo gli altri popoli ci hanno trattato e come ci trattano ancora dappertutto, come stranieri, come inferiori.
Guardiamoci dal considerare e dal trattare quale cosa inferiore ciò che ci è estraneo e non abbastanza noto! Guardiamoci dal fare noi quello che ci è stato fatto". Martin Buber, 1929

DAVIDE CONTRO GOLIA.

Israele torna a bombardare la Palestina, con il pretesto mal celato di colpire il capo dei Comitati di Resistenza Popolare, reo a suo dire di coordinare un attacco sul confine meridionale d’Israele.

Un piano che esiste solo nella propaganda israeliana, come è stato ampiamente dimostrato nell'agosto scorso.L'assurdità è facilmente riscontrabile in un dato oggettivo: Gaza non confina con il Sud d’Israele!

Lo stato israeliano è illegittimo: è creazione storica artificiale spalleggiata e voluta dall'imperialismo internazionale a sostegno dei circoli sionisti e mistificata da un presunto debito della storia nei confronti degli ebrei al punto da portare formalmente a tollerare gli insediamenti militari di quest'ultimi in Palestina, a prescindere da qualunque altra considerazione etica, umana e politica.

Il processo storico della sua nascita inizia ben prima del '48.
A partire dai primi anni del 900, quando la disgregazione dell'Impero Ottomano aprì un lungo contenzioso per la spartizione imperialista della terra araba e del Medio Oriente: fu allora che la corrente religiosa integralista del popolo ebraico della diaspora, ovvero il sionismo, vide la possibilità di inserirsi nelle nuove contraddizioni internazionali per aprire un processo di colonizzazione ebraica in Palestina.

Il trattato di Belfour del 1917 fu l'atto di benedizione britannica.
A cui seguì quello della Russia di Stalin del 48 nell'ambito degli accordi internazionali tra imperialismo e burocrazia del Cremlino, segnando così il completamento del lungo processo di conquista genocida della Palestina. Tra l'altro, diversi circoli sionisti degli anni 30 giunsero a simpatizzare per il nazismo, perchè proprio la pulizia etnica antiebraica imposta in Germania rafforzava di fatto la loro tesi sull'impossibilità di un'assimilazione dell'ebraismo in Europa e sulla conseguente necessità del focolare eletto della Palestina come terra promessa degli ebrei. Lo Stato di Israele, in quanto tale, ha una natura oppressiva e abusiva: uno Stato nato dal terrore che può sopravvivere e riprodursi solo grazie al terrore, contro il popolo palestinese ed arabo. Il cuore d'Israele in realtà pulsa in occidente, in tutti quelli interessi economici in una zona geografica ricca di giacimenti petroliferi e aperta all'attenzione dei grandi stati imperialisti. Gli israeliani e le loro banche ricoprono il ruolo indecoroso di custodi dei progetti di morte occidentali di dominio e controllo del mondo, tenendo a bada col proprio esercito gli stati arabi confinanti Le lobby ebraiche americane ed internazionali sono il filo conduttore con il ruolo di Israele di gendarme americano in Medio Oriente, a difesa dei lori interessi economici, strategici e militari. Anche dopo la caduta del muro di Berlino e il disgelo seguito al Patto di Varsavia, la situazione di blocco resta immutata, Israele e l'America continuano lo spirale di violenza, colonizzazione forzata, sfruttamento e repressione nei confronti del popolo palestinese. Dagli anni cinquanta ad oggi è in atto uno sterminio a cui sembra quasi che la politica si sia assuefatta.

L'abitudine all'orrore.

L'assuefazione lenta ma costante per cui tutto sembra quasi "normale". Noi, partito comunista dei Lavoratori, invece non non possiamo dimenticare i bambini uccisi da proiettili di plastica israeliani, mentre giocavano per strada, sparati dall'esercito israeliano.

Non possiamo dimenticare gli squadroni della morte, che assassinano di notte i giovani palestinesi indicati come i responsabili della rivolta.

Non possiamo dimenticare le donne stuprate nello loro case, poi date alle fiamme.

Non possiamo dimenticare le deportazioni nei campi profughi e le torture in carcere.

E soprattutto non possiamo tollerare che un popolo sia sterminato per le mire espansionistiche e militari dell'imperialismo occidentale. Riteniamo eticamente necessaria la resistenza contro l'occupazione, la conquista e il genocidio di una Terra e di un popolo vilipeso ed umiliato, a cui è negato il diritto di vivere nella terra in cui è nato. "Due popoli, due Stati" è l'aberrante slogan che circola come panacea del conflitto in corso.

In questa modo i palestinesi si trovano fra l'incudine ed il martello: o spariscono dalla faccia della terra soccombendo sotto la barbaria dell'esercito israeliano, o si convertono alla civiltà capitalista delle diplomazie statunitense ed europee.

In entrambi i casi, il risultato non cambia: i palestinesi non possono scegliere da soli come vivere. Non esiste, a nostro giudizio, una soluzione storica della questione palestinese al difuori del pieno riconoscimento del diritto di autodeterminazione del popolo palestinese: ciò significa diritto al ritorno nella propria terra, e dunque rovesciamento dei caratteri giuridici, razziali, militari dello stato sionista.

Una prospettiva storica possibile solo per via rivoluzionaria, attraverso la convergenza di una sollevazione palestinese ed araba con la ribellione della parte migliore del proletariato ebraico. Esprimiamo pertanto la nostra solidarietà alla Palestina, contro una barbaria che non è esperienza storica passata, non appartiene agli orrori che ci siamo lasciati alle spalle, ma cammina ancora al nostro fianco. Non è solo integralismo, neofascismo o antisemitismo, ma è barbaria il nuovo assetto mondiale che poggia su una discriminazione non solo tra nazioni, ma anche tra classi all'internodi ogni realtà statale.

E' barbaria la fiducia cieca in una scienza che ha salvato l'uomo da mali terribili, mentre accumula armi atomiche e gas letali.

Il sionismo e il conseguente integralismo religioso non appartengono solo al medio oriente.

E 'pensiero che non domina solo i Territori occupati, ma globalmente accettato e condiviso perchè base ideologica su cui appoggiare dittature statali spacciate per democrazie da esportare ovunque, alla stessa stegua delle merci, e che ha portato il mondo alle condizioni attuali di impoverimento e distruzione, all'accettazione passiva della divisione dell'umanità in sfruttati e sfruttatori, in chi ha e chi non ha nulla neppure il diritto atavico della propria Terra.

Per la libertà della Palestina e del proletariato tutto.
Per il comunismo e l'uguaglianza.
Per l'internazionalismo e la solidarietà di classe nelle lotte.

Partito comunista dei Lavoratori Puglia.

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