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LA RIVOLTA DEI FERROVIERI CONTRO IL DECRETO 35!

adesso basta!

(16 Marzo 2012)

ADESSO BASTA!

Non bastava il continuo peggioramento delle condizioni di lavoro e sicurezza.
Non bastava un vuoto contrattuale di 4 anni e lo spettro di un ennesimo contratto bidone.
Non bastava l’I.V.U., il macchinista unico e l’arrivo di Italo e Montezemolo.
Ora, a cura del governo “tecnico” servo dell’Europa dei padroni, con la firma dell’intero arco parlamentare e di tutti i sindacati confederali, arriva il decreto 35.

LA MISURA È COLMA!
In pratica, in un colpo solo, ci scippano decenni di conquiste e diritti frutto delle lotte di varie generazioni di ferrovieri dal dopoguerra in poi.
Abolizione del contratto nazionale, abolizione della possibilità di smettere di fare il manovale, di guidare un treno, di fare il capotreno a 58 anni, perché “attività usuranti”.
Viene colpito senza pietà chi fa il lavoro piu’ duro e la vita piu’ squilibrata, chi mangia quando non ha appetito e dorme di giorno, chi fa turni disomogenei su 24 ore.
Adesso, un collega consumato dall’usura di un lavoro massacrante, “è buono” a lavorare fino a 66 anni se uomo, fino a 62 se donna.
Il macchinista a 66 anni porterà i razzi ad alta velocità, mentre un capotreno farà in un giorno 1300 km. in andata e ritorno da Milano, ed un manovale o formatore continuerà a tirar su ganci di 30 kg. a botta.
In un colpo solo, governo partiti e sindacati hanno “sistemato” ferrovieri ed utenti, che si troveranno ad essere trasportati da un esercito di “vecchietti”.
E’ possibile tutto questo?
Dipende anche da noi, e dall’unità di lotta che sapremo stabilire con pendolari e viaggiatori.
LA LOTTA È UNA SOLA!
All’origine di questo massacro c’è il processo di liberalizzazione del trasporto ferroviario, su diretta indicazione e direttiva europea, che tanti danni ha già provocato e continua a provocare.
Da una parte l’introduzione progressiva di nuovi vettori di trasporto su rotaia con conseguente rincorsa al ribasso delle condizioni normativo-contrattuali tra ferrovieri, dall’altra la scelta assoluta di privilegiare l’alta velocità rispetto al trasporto locale, regionale, sociale, con conseguente chiusura dei “rami secchi” e dei treni notte, trascurando il traffico pendolare e licenziando i colleghi ex w.l..
E’ un processo di liberalizzazione cominciato a metà degli anni ’80 con Prodi a “recepire” la direttiva europea 440, che i ferrovieri non riuscirono a bloccare, nonostante una grande lotta durata un quinquennio.
E’ un processo di liberalizzazione da subito “unitariamente” sostenuto da CGIL-CISL-UIL e da tutti i governi che si sono avvicendati negli ultimi 25 anni, responsabile del nostro drastico ridimensionamento numerico, di almeno 4 contratti bidone che hanno affondato la categoria, tra arretramenti normativi e licenziamenti per rappresaglia contro chi non si arrende.
Il vento liberalizzatore ha fatto del terrorismo contro i ferrovieri la sua arma principale, fiaccandone le capacità di riflessione, resistenza e lotta…..ma a tutto c’è un limite, e questa volta, la misura è stata veramente superata.
E’ l’ora della rivolta, colleghi!
Stoppiamo l’ultima infamia che ci vuole morti prima di andare in pensione.
Denunciamo i papponi politici e sindacali responsabili, insieme ai padroni italiani ed europei, di questo pogrom contro di noi.
Riprendiamoci diritti, conquiste e libertà perdute.
Per noi, e con le future generazioni di ferrovieri, lottiamo per dignità e rispetto!
Per noi, e con tutti i viaggiatori, lottiamo per un trasporto pubblico e sociale!

COMBAT

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