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Prima le donne e i bambini

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(22 Febbraio 2009) Enzo Apicella

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(Lotte operaie nella crisi)

È ORA DI LOTTARE!
APPELLO PER UNA NUOVA STAGIONE DI LOTTE, A PARTIRE DAL PRIMO MAGGIO.

(22 Marzo 2012)

Precarietà, licenziamenti, tagli, miseria, scempi ambientali, guerre... queste è quello che viviamo quotidianamente, questa è la crisi, questo è il capitalismo.

Stiamo subendo - e il peggio deve ancora venire - un brutale peggioramento delle nostre condizioni di vita e di lavoro che, aldilà del colore politico o tecnico che sia, ritrova uniti in una grande coalizione tutti quelli che ci sfruttano.

E' ora di ribellarsi, è ora di agire!

Già da alcuni anni lotte durissime di lavoratori, disoccupati e studenti stanno attraversando il mondo intero dimostrandoci che ribellarsi è giusto, che agire è possibile. Il problema è come uscire dall'isolamento e da questa perenne sensazione di sconfitta, come rendere la nostra lotta sempre migliore, sempre più efficace ed incisiva.

All'attacco condotto in maniera unitaria dai capitalisti sfruttatori di tutti i paesi dobbiamo rispondere con l'unità, nella lotta, di tutti gli sfruttati, indipendentemente dalla nazionalità e da ogni fattore che possa spezzare la nostra coesione: noi sfruttati non abbiamo patria.

Tutti i lavoratori, i disoccupati, i pensionati, gli studenti sono chiamati all’appello. Costruiamo subito, sfruttando anche i potenti mezzi offerti dalla rete, comitati di lotta, collegati tra loro nelle città, nei quartieri e nei luoghi di lavoro, nelle scuole!

La necessità dei comitati di lotta nasce dalla constatazione che noi sfruttati abbiamo bisogno di unirci, indipendentemente dalla appartenenza politica o sindacale, sul piano della lotta concreta per la difesa dei nostri interessi, partiamo necessariamente dalla constatazione che i sindacati sono ormai totalmente integrati al sistema e che quindi abbiamo bisogno di nuove forme organizzative per portare avanti la nostra lotta.

I comitati sono quindi organismi assembleari che nascono per portare avanti la lotta a livello di azienda, territorio o scuola. Questi comitati hanno la necessità di collegarsi tra loro per uscire dal particolarismo e dare vita a mobilitazioni sempre più ampie e generali, fino a porsi come punto di riferimento per tutti gli sfruttati e dare vita ad un'unica lotta contro gli sfruttatori. Quello che vogliamo fare è aggredire il problema alla radice: affrontare di petto lo sfruttamento e la frammentazione in quanto tali. In questo sistema, non siamo altro che merci da sfruttare e gettare al solo fine di produrre profitto per i nostri sfruttatori: siamo oggetti. Se vogliamo reagire dobbiamo diventare soggetti capaci di organizzarci e muoverci in maniera indipendente dalle logiche del sistema.

Abbiamo la necessità di aggregare gli sfruttati come noi (lavoratori, precari, disoccupati... in una parola: PROLETARI) e gli studenti, sulla base della resistenza agli attacchi concreti del sistema e della sua crisi.

Dobbiamo mettere al centro la lavoratrice e il lavoratore, e il pensionato e lo studente (a partire da quelli figli di proletari) che sentono la necessità di schierarsi dalla loro parte, invitandoli ad insorgere contro le concrete condizioni di miseria e sfruttamento quotidianamente vissute. Per questo le parole d'ordine che utilizziamo sono semplici ed immediate fondate sul rifiuto senza condizioni dell'aggressione alla quale siamo sottoposti:

OPPORSI ALLE PAGHE DA FAME.
OPPORSI ALL'ASSENZA DI SICUREZZA, AGLI INFORTUNI ED ALLE MORTI SUL LAVORO.
OPPORSI AI RITMI ED AI CARICHI DI LAVORO MASSACRANTI.
OPPORSI AL LAVORO PRECARIO, FLESSIBILE, USA E GETTA.
OPPORSI AI LICENZIAMENTI E ALLA DISOCCUPAZIONE.
OPPORSI AL CAROVITA.
OPPORSI ALL'INQUINAMENTO, AGLI INCENERITORI, ALLE GRANDE OPERE INUTILI.
OPPORSI AI TAGLI AI SERVIZI, ALLA SANITÀ, ALLA SCUOLA.
OPPORSI ALL'EDILIZIA SCOLASTICA FATISCENTE.
Etc...

Siamo coscienti di un fatto: fino a che sussiste il capitalismo, la proprietà privata (o nazionalizzata) dei mezzi di produzione e lo sfruttamento, non saremo mai liberi. Per questo motivo, mentre insorgiamo e ci organizziamo per contrastare ogni singolo attacco alle nostre condizioni, mentre ci sforziamo per unire tra di loro tutte le lotte a partire dalla constatazione che ad essere colpiti siamo sempre noi proletari ed a colpire sono sempre i capitalisti, avanziamo un'unica, unitaria e generale soluzione a tutti questi mali della società: la distruzione del capitalismo, l'affermazione di una nuova società fondata sul soddisfacimento dei bisogni di tutti e di ognuno, la proprietà collettiva dei mezzi e degli strumenti di produzione, la fine della divisione in classi della società, della divisione del mondo in stati e della mercificazione dell'uomo. In br eve la nostra prospettiva è:

NO ALLO SFRUTTAMENTO!
SI ALL'ABOLIZIONE DEL SISTEMA CAPITALISTA!


Su questa base ti invitiamo a contattarci, organizzarti ed operare, noi abbiamo già iniziato:

IL PRIMO MAGGIO SARÀ UNA GIORNATA CENTRALE
PER DARE VITA ALLE PRIME INIZIATIVE.


Non è più ora di piangerci addosso, è ora di organizzarci, è ora di agire, con volontà e coscienza!

Gruppo Internazionalista di Territorio di via Efeso 2, Roma

Fonte

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