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(5 Novembre 2012) Enzo Apicella
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Una destra poco per bene

(24 Marzo 2012)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.cattolicesimo-reale.it

Una destra poco per bene

Vignetta ripresa da Mauro Biani 2012+Giubi

Ci sono (o dovrebbero esserci) ormai pochi dubbi sul fatto che il governo Monti sia la prosecuzione del governo Berlusconi con altri nomi e con una vena di sadismo in più propria di chi fa il male – come dice Pascal - «per dovere di coscienza».

Licenziamenti facili

Elsa Fornero, dopo aver concluso a tempo di record la riforma pensionistica iniziata da Maroni per conto di Berlusconi, e che quest’ultimo non aveva potuto finire causa dissapori con gli alleati, ha imposto una riforma del lavoro centrata su futuribili promesse di (troppo pochi) ammortizzatori che lasciano la precarietà come sta e sull'immediata cancellazione dell'art.18, già tentata e fallita per due volte da Berlusconi (coi soliti Sacconi Bonanni e Angeletti a reggergli il sacco).

Il filo rosso che lega tutta la riforma è la preoccupazione di tutelare gli interessi del padronato. Per questo, da un lato non si sono toccate le grandi ricchezze, ad esempio con una patrimoniale, come sarebbe stato necessario se si volevano reperire le risorse necessarie a una riforma vera; e, d'altra parte, si è usata la campagna contro l'articolo 18 per coprire il vuoto della riforma e per aprire la strada ai licenziamenti facili sollecitati da Confindustria.

A che altro serve, infatti, un art. 18 mantenuto per i licenziamenti «discriminatori» e parzialmente per quelli «disciplinari» (sui quali deciderà il giudice fra reintegro o indennizzo anche una volta stabilito che sono illegittimi), se per quelli dichiarati «economici» dall'azienda sarà possibile solo l'indennizzo anche se il giudice li dichiarerà illegittimi, ossia niente affatto «economici»? Quale imprenditore sarà tanto stupido da licenziare per motivi discriminatori o disciplinari quando può nascondere il motivo vero sotto quello economico che lo obbligherà al massimo, anche se ritenuto falso, a un indennizzo?

Complicità a sinistra

Contrabbandando goffamente come misura indispensabile per attirare gli investimenti o per creare occupazione un «nuovo» articolo 18, che serve viceversa solo a licenziare senza giusta causa, a disfarsi – per esempio – degli ultracinquantenni poco produttivi ma che non possono andare in pensione dato l'allungamento dell'età pensionabile voluto da Fornero; e ad annullare il potere dei lavoratori e dei sindacati,sull'esempio di quanto ha già fatto Marchionne nelle fabbriche Fiat, Monti e Fornero si sono confermati non la «destra perbene» che qualcuno voleva far credere ma reazionari disonesti e in malafede come i loro predecessori.

Di diverso hanno solo il corale sostegno della sedicente sinistra, da Napolitano al Pd al TG3 a La Repubblica e alla stessa segreteria Cgil: gente tutta che partecipando alla “trattativa” o tifando per l'accordo ha permesso al governo di fare il suo gioco, salvo tirarsene fuori all'ultimo di fronte alla reazioni di lavoratori e di elettori.

Ma quale governo “tecnico”?

Adesso il massimo risultato possibile – se le lotte dal basso, la Fiom e l'opposizione di sinistra non riusciranno a infiammare le piazze - sarà qualche aggiustamento di facciata (e tale sarebbe, va ricordato, anche un reintegro affidato alla decisione dei giudici mentre adesso, una volta sancita dal giudice la “illegittimità”, spetta al lavoratore scegliere fra reintegra o indennizzo) spendibile da Bersani per cercare di conservare l'unità del suo partito, e recuperare qualche voto.

L'implosione del Pd, sembra comunque l'obiettivo perseguito da Monti con l'ostinato rifiuto di ogni concessione sull'art.18, anche se non è chiarissimo lo scopo ultimo: se arrivare fino alla rottura di questo partito, in modo da precostituire già oggi una nuova maggioranza di centro-destra; o più modestamente fare a Bersani qualche concessione dopo averlo indebolito quanto basta per poter accogliere senza problemi le richieste del Pdl su antenne e giustizia. Quanto alle banche, quasi a sigillare la natura di classe del governo, Monti ha già accolto le loro richieste sulle commissioni, proprio nello stesso consiglio dei ministri in cui rispondeva picche a lavoratori e sindacati.

Impunità per Berlusconi

E adesso la “trattativa”con il ministro Severino, avviata da Ghedini sfruttando un emendamento del Pd, potrebbe far sparire il reato di concussione per consentire al Caimano di sfangarla al processo Ruby. Se si considera che questa vergognosa operazione viene dopo la prescrizione che ha salvato Berlusconi dalla condanna al processo Mills e subito dopo l'annullamento della sentenza d’appello contro Dell’Utri, pare lecito chiedersi se dietro il “responsabile” ritiro di Berlusconi del novembre scorso, ci fosse solo la certezza che Monti avrebbe continuato la sua politica o anche la promessa di un salvacondotto, anticostituzionale e illegale, cioè di una garanzia d’impunità (fornitagli da chi?) forse non sufficiente a farlo entrare al Quirinale ma certo bastante per tenerlo fuori dalla galera.

«Forse sarebbe il caso di fermarlo questo Governo», scrive Domenico Valter Rizzo nel suo blog su Il fatto quotidiano (22 marzo). Decisamente, pare anche a me. E di cacciarlo, prima che sia troppo tardi.

cattolicesimoreale.it

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