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(29 Luglio 2012) Enzo Apicella

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(Il saccheggio del territorio)

Pup Da Vinci, si va verso la riapertura del cantiere e i cittadini protestano

(26 Marzo 2012)

Si avvicina il momento della verità per il Pup Da Vinci ed i suoi 77 box privati previsti sotto lo storico viale, e per i quali sarebbe necessario sacrificare 28 olmi ultracinquantenari, piantati apposta mezzo secolo fa per garantire stabilità ad un terreno scadente. Attesi per dopo Pasqua l’approvazione delle modifiche al progetto presentate dal costruttore ed il conseguente avvio dei lavori

pup da vinci

Roma, 25 Marzo 2012


La primavera potrebbe essere il momento della verità per il contestato progetto di realizzare 77 box interrati privati sotto l’incrocio tra via Leonardo da Vinci e via Giovannipoli: prima di Natale, infatti, la ditta interessata ha presentato al Comune una richiesta di variante al progetto, tesa ad effettuare lo scavo utilizzando dei pali di sostegno a protezione dei palazzi, come richiesto dal Municipio XI e – in subordine rispetto alla richiesta principale di spostare il parcheggio altrove – anche da buona parte dei cittadini della zona, organizzatisi in un Comitato No Pup che aderisce al coordinamento romano ufficiale, da cui successivamente si è staccato un gruppo oggi più numeroso, autodefinitosi ‘Indignati No Pup’, che anche ieri pomeriggio è tornato a manifestare per tre ore a San Paolo, di fronte all’uscita della metropolitana.

“NO ALLE SPECULAZIONI” – “Noi siamo e saremo sempre contrari a progetti puramente speculativi come è avvenuto per la maggior parte dei siti del Piano Urbano Parcheggi (Pup) – afferma il leader degli Indignati, Fabio Marcelli – Che non risolvono neppure il problema del traffico e dei parcheggi, dato che spesso in superficie tolgono posti auto a rotazione e peggiorano la viabilità. Negli ultimi quindici anni solo nell’XI Municipio sono stati realizzati 20 Pup, ed ora ce ne sono in progetto altri 18, tra cui quello in via Leonardo Da Vinci contro cui ci stiamo battendo con forza, che tra le altre cose porterà in totale all’abbattimento o alla seria compromissione di 28 olmi ultracinquantenari, che alla nascita del quartiere furono piantati apposta per mantenere stabile con le loro radici profonde il terreno, che lì è di scarsa qualità”.

L’OK DI ALEMANNO – “In questo momento – aggiunge Roberta Rovelli, la pasionaria del gruppo – in base alla normativa, al costruttore è stato temporaneamente revocato il permesso di costruire, ma questa è soltanto la quiete che precede la tempesta: il sindaco Alemanno ha infatti risposto alla nostra petizione popolare di non preoccuparci, perché non gli risultano particolari rischi per la stabilità dei palazzi. Dunque è lecito attendersi che una volta che le modifiche saranno state approvate dagli uffici competenti il permesso sarà rilasciato di nuovo e a questo punto, orientativamente poco dopo Pasqua, i lavori partiranno immediatamente, iniziando dallo spostamento del collettore fognario sotterraneo”.

IL NUOVO PROGETTO – “Non siamo ancora riusciti a visionare il nuovo progetto – conclude la Rovelli – ma sembra che si limiteranno a traslare lo scavo verso ovest di pochi centimetri: giusto quel tanto che basta per fare spazio ai pali, senza apportare così alcuna reale miglioria al devastante impatto ambientale. Invece basterebbe spostarlo di appena tre metri per dimezzare il numero di alberi da sacrificare, lasciando intatto lungo tutta la parte centrale del viale almeno uno dei due bellissimi filari di olmi oggi esistenti, che oltre a fornirci ossigeno e ombra in estate, sarebbero la migliore garanzia possibile del mantenimento anche in futuro della stabilità idrogeologica del terreno”.

Alessandro Testa - www.paesesera.it

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