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Grave attacco dell’ARAN alle libertà sindacali

(8 Giugno 2004)

L’Aran, l’agenzia di rappresentanza governativa delle pubbliche amministrazioni, con nota del 27 maggio sferra un ulteriore attacco alle già risicate libertà sindacali nei luoghi di lavoro pubblici.

Puntualizza ancora una volta, con estremo rigore, la composizione delle delegazioni trattanti di parte sindacale escludendo le organizzazioni sindacali non firmatarie di contratto nazionale “…da qualsiasi contrattazione integrativa e dalla partecipazione a tutti i livelli di relazioni sindacali nei luoghi di lavoro…” e sottolinea sgradevolmente che le RSU sono un soggetto unitario, con decisioni assunte a maggioranza ove è cassata qualsiasi prerogativa e possibilità di espressione esterna al singolo delegato RSU, in aperto contrasto con una conclamata pluriennale giurisprudenza che in materia ha ridato diritto di indire assemblee ed altri diritti sindacali ai singoli delegati RSU.

Altro corollario è che l’attività sindacale classica di posto di lavoro, diritto di affissione, di assemblea e uso di locali per riunioni è demandata alla RSU nella sua “unitarietà” e non può essere prerogativa di uno, o più delegati di minoranza.

Ed inoltre l’Aran non da nessuna legittimazione a forme di coordinamento tra diverse RSU togliendo insomma qualsiasi possibilità di organizzazione alternativa a gruppi di lavoratori “non in sintonia”.

E’ chiaro che questa nota/circolare arrivando proditoriamente a qualche mese dalle elezioni RSU, disegna un pericoloso spartiacque tra organizzazioni sindacali classiche, confederali e similari e i Cobas, il sindacalismo di base veramente alternativo e l’autorganizzazione che si potrebbe innestare tra i non allineati.

E sembra ancora più chiara la sponda ultima data dai contratti pubblici appena rinnovati che, con l’avallo e la firma di tutte le organizzazioni sindacali partecipanti ai vari tavoli contrattuali, hanno ristretto gli spazi di democrazia sindacale, dando lo spunto e il là alle sempre più diffuse “ingerenze” dell’Aran.

La battaglia per i diritti sindacali che ci aspetta nei prossimi mesi, al di là di elettoralistiche esternazioni del ministro Maroni su una diversa riproposizione di una legge sulla rappresentanza nei luoghi di lavoro, si preannuncia ancora più difficile e contraddittoria.

Come Cobas pensiamo che ormai sia ineludibile rivendicare un sistema di diritti totalmente differente, a partire dal ruolo mortificante da un punto di vista contrattuale attualmente assegnato alle RSU, chiamate unicamente col ruolo di notai a ratificare quello che rimane di contratti nati per svendere diritti.

In questo senso la nostra lotta se da un lato è per un soggetto contrattuale unico con pieni poteri, dove tutti i delegati stanno con pari dignità senza l’intromissione delle organizzazioni firmatarie create per mettere sotto controllo le RSU e le sue rivendicazioni, dall’altro, in nome di una effettiva democrazia in tutti i luoghi di lavoro, non può prescindere dalla richiesta di pari diritti per tutte le organizzazioni sindacali presenti, rappresentative e non, firmatarie di contratto e non.

Per questo al centro delle nostre attenzioni in tema di agibilità sindacali diventano fondamentali la battaglia per:

Diritto di assemblea per qualsiasi organizzazione sindacale presente nei posti di lavoro, al di là se sia rappresentativa o non, firmataria di contratto o non;
Elezioni RSU su liste unitarie nazionali di organizzazione.


Continuiamo a stupirci del fatto che oggi per decidere la rappresentanza nei luoghi di lavoro non si possano utilizzare regole democratiche almeno pari a quelle che regolano il voto nelle elezioni politiche o amministrative.

In sostanza non capiamo perché non è possibile presentare le liste nazionalmente ma bisogna invece ricorrere alle forche caudine di liste aziendali che se mantenessimo il paragone precedente sarebbe come effettuare le elezioni politiche condominio per condominio…

Un quesito questo da sottoporre all’ARAN, al governo e a tutti gli interlocutori sia politici che sindacali che a chiacchiere si fanno interpreti e paladini della democrazia sindacale ma nei fatti agiscono esattamente al contrario.

COBAS Pubblico Impiego
aderente alla Confederazione COBAS
info@pubblicoimpiego.cobas.it

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