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Tempi neoliberisti

(5 Aprile 2012)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in ciptagarelli.jimdo.com

Neoliberismo

foto: ciptagarelli.jimdo.com

di Alvaro Cuadra (*); da: alainet.org; 4.4.2012

Osservando il panorama internazionale vediamo un mondo immerso in una cultura globale neoliberista imposta dallo Shock (1), le cui caratteristiche centrali sembrano essere il consumismo edonista, l’esacerbazione narcisista (individualismo), la seduzione e la frivolezza quale clima generalizzato, moltiplicato all’infinito dai media.

Un mondo paradossale, dato che – contrariamente a quello che sembra – viviamo una cultura iper-massificata in cui i più originali “modi di essere” sono prescritti dalla pubblicità.
Un mondo in cui, dietro l’illusione delle “democrazie neoliberiste”, l’unica cosa vera è che lo “Stato Maggiore” degli eserciti continua a decidere il corso degli avvenimenti, qui, in Israele, a Washington, in Africa o a Pechino.

Uno sguardo scettico al mondo di oggi si impone. La prima cosa che muore - in un mondo “amministrato completamente” come quello in cui ci tocca vivere - è qualsiasi possibilità di avvicinarci a qualche verità.

Gli esempi abbondano, si tratti di un colpo di Stato in Mali, del massacro continuo in Afganistan o della narco-violenza in Messico; tutto indica un presente di barbarie in cui la violenza e la corruzione corrono parallele. Assistiamo alla perversa congiunzione di Potere, Denaro e Violenza. Tra gli affari più lucrosi al momento si trovano, naturalmente, il traffico di droga e la vendita di armi.

Ai mezzi di comunicazione tocca il compito di “inventare il mondo” ogni giorno, di renderlo sopportabile a milioni di “utilizzatori” che devono produrre e consumare in un ciclo perpetuo che condiziona la loro esistenza.

L’invenzione del mondo non consiste nel negare la “realtà” (sia quella che sia) ma darle invece significato con una “narrativa” mediatica. L’invenzione mediatica del mondo consiste nell’assegnare una certa razionalità alla brutale irrazionalità che presiede allo spettacolo quotidiano di degradazione e violenza. La cosiddetta Iper Industria Culturale ha acquisito la capacità tecnica e estetica di narrare in tempo reale e in tono da commedia la Storia Universale dell’Infamia.

Il mondo è immerso in quello che è stato chiamato “capitalismo del disastro”, il modo neoliberista di amministrare la catastrofe economica e ambientale in cui la maggior parte dell’umanità si dibatte.

Nelle grandi città del pianeta spuntano dappertutto gli “indignati”, migliaia di cittadini che vengono repressi dalla polizia perché denunciano le ingiustizie protette dai loro governi, il mondo neoliberista che permette la crescita della ricchezza a Wall Street al prezzo di guerre e fame disseminate in tutti i continenti.

In fondo il neoliberismo può essere denunciato come un “genocidio macroeconomico” in cui la violenza non si trova, solamente, nelle sue conseguenze, quanto – e principalmente – nelle sue premesse.

(*) Ricercatore e docente della Scuola Postlaurea Latinoamericana dell’Università ARCIs del Cile.

(1) Riferimento al libro di Naomi Klein “La Dottrina dello Shock”

(traduzione di Daniela Trollio Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli” Via Magenta 88, Sesto S.Giovanni)

Centro di Iniziativa Proletaria G. Tagarelli - Milano

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