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Articolo 18

Articolo 18

(13 Marzo 2012) Enzo Apicella

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Respingere l'accordo truffa contro l'articolo 18.

(5 Aprile 2012)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.pclavoratori.it

L'accordo Monti- Bersani- Casini- Alfano sul mercato del lavoro cancella l'attuale articolo 18.

Nel caso di un licenziamento illegittimo con motivazione economica, l'attuale diritto al reintegro è rimpiazzato dal potere del giudice: che PUO' disporre il reintegro SOLO se la motivazione economica del licenziamento- comunque senza giusta causa- è “manifestamente insussistente”. In una fase di crisi dilagante come l'attuale, quasi mai. Peraltro dovrà essere il lavoratore a portare l'azienda in tribunale, dopo il tentativo di conciliazione: sapendo però che se perderà la causa, non avrà nemmeno l'indennizzo, in ogni caso ridotto. Quanti potranno sfidare il ricatto della disperazione? La realtà è che diverranno legittimi migliaia di licenziamenti illegittimi. E che dopo l'approvazione parlamentare della legge, tutti i lavoratori saranno più deboli nei propri luoghi di lavoro perchè disarmati di un diritto fondamentale.

Mentre Monti annuncia la “svolta storica”, mentre Fornero proclama trionfante che “il posto di lavoro non è più blindato, perchè il mondo è cambiato”, il PD ha la spudoratezza di presentare come “importantissimo passo avanti” la cancellazione dell'articolo 18. Imbroglioni! La verità è che il PD ha salvato il governo Monti svendendo il lavoro. Confermando una volta di più i propri legami indissolubili col grande capitale.

Ma non è affatto detta l'ultima parola. I lavoratori che hanno scioperato in tutta Italia in queste settimane hanno detto a chiare lettere “ L'articolo 18 non si tocca”. Non sarà facile convincerli che la sua cancellazione è una “vittoria”. Non sarà facile convincerli che è giusto concedere a Monti in pochi giorni ciò che è stato negato a Berlusconi per 17 anni.

La CGIL eviti balbettii, rifiuti ogni subordinazione al governo e al PD, e promuova da subito un vero sciopero generale per il ritiro delle misure annunciate, e il boicottaggio pubblico dei partiti che le voteranno. Se la CGIL non lo farà, dovranno essere la FIOM e i sindacati di base ad assumersi, unitariamente, questa responsabilità. In ogni caso nessuno potrà trincerarsi attorno al puro “dissenso”: è' l'ora della contestazione di massa del governo e dei partiti che lo sostengono, nei luoghi di lavoro, nei movimenti di lotta, sul territorio.

Le stesse sinistre politiche non possono cavarsela col “distinguo” (SEL), o con la “critica” (PRC) delle misure annunciate nel mentre si alleano in tutta Italia col PD in vista delle elezioni amministrative: come possono allearsi ovunque con un partito che sostiene il governo Monti- Fornero contro il lavoro? Come possono allearsi con un partito che affossa l'articolo 18, per candidarsi oltretutto ad amministrare al suo fianco, nei comuni, le politiche finanziarie di Monti e i loro effetti locali?

Lo scontro sociale che si è aperto interroga la coerenza di tutte le sinistre, sindacali e politiche. E non lascerà spazio alle furberie dei saltimbanchi.

MARCO FERRANDO
Partito Comunista dei Lavoratori

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