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29 novembre

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(29 Novembre 2011) Enzo Apcicella
Giornata internazionale di Solidarietà con il popolo palestinese, istituita dall'ONU nel 1977 con la risoluzione 32/40b

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Palestina - Lo stato d'assedio continua, non si è mai interrotto. Vol III

(18 Aprile 2012)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.caunapoli.org

Palestina - Lo stato d'assedio continua, non si è mai interrotto. Vol III

foto: www.caunapoli.org

LA LOTTA DEI PRIGIONIERI POLITICI DA KHADER ADNAN A HANA SHALABI - 17 aprile, Giornata in solidarietà con i prigionieri politici

“Non c’è notte nella nostra notte illuminata
Da una pioggia di bombe.
I nostri nemici vegliano,
I nostri nemici accendono per noi la luce
Nell’oscurità dei sotterranei.
Qui, nessun “io”.
Qui, Adamo si ricorda che la sua argilla
È fatta di polvere.”


Oggi 1600 detenuti palestinesi, in concomitanza con la Giornata dei Prigionieri, hanno iniziato uno sciopero della fame per protestare contro le condizioni di vita nelle carceri israeliane e contro gli arresti illegali.

Mentre i dibattiti sull’unità nazionale con Hamas e Fatah continuano, mentre l’ANP tenta la ripresa dei negoziati, mentre l’attenzione del mondo si sposta sempre di più altrove, in queste settimane abbiamo avuto un’altra, incredibile, testimonianza di dignità.

La storia di Hana Shalabi è una delle tante, atroci storie di quotidiana oppressione e resistenza. Al-Shalabi aveva trascorso già più di due anni sotto detenzione amministrativa (cioè senza né accuse precise, né processo) ed era stata concordata la sua scarcerazione tra le 1027 previste dall’accordo per la liberazione di Shalit. Ma il 16 febbraio le forze di occupazione israeliana fanno irruzione a casa sua in un piccolo villaggio vicino Jenin, in Cisgiordania, distruggendo mobili e frantumando le foto del fratello ucciso anni prima dall’esercito per poi portarla via, di nuovo rinchiudendola in carcere sotto detenzione amministrativa.

Dopo Khader Adnan, che dovrebbe essere liberato oggi (66 giorni di sciopero della fame, il più lungo della storia palestinese), Hana inizia un lungo e difficile sciopero della fame per protestare contro la sua condizione. Numerosi prigionieri accolgono il suo appello così come centinaia di palestinesi che cominciano a manifestare
richiedendo la liberazione di tutti i prigionieri politici palestinesi. Al 43esimo giorno di sciopero della fame giunge la comunicazione della corte militare israeliana: Hana Shalabi sarà “rilasciata”, ma a Gaza, dove dovrà rimanere per 3 anni prima di poter riabbracciare i proprio cari in Cisgiordania. Solo Israele poteva definire un verdetto del genere un “rilascio”, quando somiglia semplicemente a un trasferimento da un carcere “classico” alla più grande prigione a cielo aperto del mondo che è invece Gaza.

In ogni caso ciò che sembra uscire dalle storie di Khader Adnan e Hana Shalabi è il potenziale di mobilitazione e la centralità politica che ancora riesce ad assumere la questione dei prigionieri e che preoccupa non poco le autorità israeliane, considerando anche che, ad esempio, una delle ragioni scatenanti della prima Intifada fu proprio lo sciopero di migliaia di prigionieri nel carcere di Junaid nell’87. Del resto dal 1967 più di 700.000 palestinesi sono stati arrestati da Israele, approssimativamente il 20% di tutta la popolazione nei Territori e dopo le varie rivolte arabe c’è una generale consapevolezza dell’importanza e del potenziale della partecipazione popolare, che preoccupa non poco Israele.
Ricordando tutto questo, Marwan Barghouti (in carcere dal 2002) in un recente comunicato al popolo palestinese ha chiesto e auspicato l’unità nazionale, la coesione, il proseguimento della resistenza popolare per mettere fine all’Occupazione, il boicottaggio e la rottura di ogni relazione economica con lo stato di Israele; per questo comunicato evidentemente considerato particolarmente “pericoloso” e “minaccioso” dalle autorità israeliane, Marwan Barghouti è stato condannato all’isolamento.

Stiamo pur sempre parlando dell’unica “democrazia” del Medio Oriente.

Collettivo Autorganizzato Universitario – Napoli

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