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(25 Aprile 2012)
anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.pclavoratori.it
I governi di unità nazionale del dopoguerra, che Monti e Napolitano rivendicano, non segnarono la vittoria della Resistenza ma il tradimento delle sue aspirazioni rivoluzionarie: disarmarono i partigiani, riabilitarono i fascisti, riportarono i vecchi prefetti al posto di comando, riconsegnarono le fabbriche ai vecchi padroni. L'Italia di oggi, in ultima analisi, è figlia del tradimento di allora. Per la stessa ragione c'è un solo modo oggi di onorare la resistenza partigiana: rilanciare le ragioni di quella “rossa primavera” per cui tanta parte dei partigiani si batteva, contro il nuovo clima di unità nazionale antioperaia che Monti e Napolitano sospingono. E che non a caso vorrebbe sul palco persino Alemanno e Polverini.
Marco Ferrando
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