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[Luton – UK] Il fascismo in Gran Bretagna. Qualche breve nota all'indomani della manifestazione antifascista del 5 maggio

(10 Maggio 2012)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.caunapoli.org

[Luton – UK] Il fascismo in Gran Bretagna. Qualche breve nota all'indomani della manifestazione antifascista del 5 maggio

foto: www.caunapoli.org

Le recentissime elezioni in Francia ed in Grecia hanno mostrato, tra i tanti dati interessanti usciti dalle urne, anche una preoccupante crescita di partiti fascisti. In Francia il Front National (FN) ed in Grecia il partito neonazista Chrysi Avgi (Alba Dorata) hanno ottenuto ottimi se non sorprendenti risultati. Si tratta di un fenomeno che non rimane ristretto a questi due paesi ed è particolarmente visibile nell'Europa orientale (basti pensare alla Fidesz di Viktor Orban in Ungheria). Anche in quei paesi in cui i movimenti fascisti non sono mai stati molto popolari, c'è un certo fermento.

In Gran Bretagna il partito tradizionalmente di riferimento per i fascisti locali, il British National Party (BNP), indebolendosi, ha subito una serie di defezioni che hanno portato alla nascita di nuove formazioni, naturalmente della stessa natura. È il caso della English Defence League (EDL), fondata da un ex membro del BNP, conosciuto con lo pseudonimo di Tommy Robinson. Il programma attorno al quale sono riusciti a radunare alcune centinaia di “camerati” è incentrato sul razzismo. Principale nemico per la EDL sono i musulmani, non solo i cosiddetti estremisti. E sono già numerosi i casi di aggressioni ai danni di membri delle comunità islamiche da quando questa formazione è stata fondata, nel 2009. Naturalmente se una simile organizzazione può trovare un qualche seguito è grazie al fatto che non fa altro che inserirsi negli spazi aperti dal governo e dai principali partiti britannici. Quando il 5 febbraio dell'anno scorso l'EDL organizzò una manifestazione a Luton, luogo di nascita suo e del suo fondatore, essa avvenne in concomitanza con alcune dichiarazioni del primo ministro David Cameron che sosteneva fosse giunta l'ora della “fine del multiculturalismo”. Il razzismo è promosso in maniera diretta dallo stato e dai suoi apparati, in primis i mass media. Ma a questo gioco al “divide et impera” della classe lavoratrice non si sottrae nemmeno il New Labour, partito presuntivamente socialdemocratico. Qualche settimana fa un suo rappresentante ha twittato le seguenti affermazioni:

“Ho appena avuto il peggior caffè e panino al bacon presso Victoria Station a Londra. Perché 'Camden Food Co' non assume staff inglese?”
“Non sono xenofobo. Sono un parlamentare e rappresento la brava gente di Huddersfield non di Gdansk (NdT, città polacca)!”
“Ci sono molti disoccupati ad Huddersfield e penso che la prima possibilità di lavorare dovrebbe essere loro e non di qualcuno che è arrivato ieri dall'Europa dell'Est.”


Insomma la Gran Bretagna ai britannici.

In questo clima l'EDL ha provato a fare il salto di qualità, organizzando una manifestazione nazionale, di nuovo a Luton, lo scorso 5 maggio. L'obiettivo era lanciare in pompa magna un nuovo partito fascista: il British Freedom Party. In circa 1000 si sono radunati e hanno potuto esprimere la loro visione del mondo, tanto apprezzata anche da Breivik, il fascista norvegese autore della strage dello scorso luglio, il quale nei suoi scritti prendeva a riferimento proprio l'EDL.

Per fortuna, non sono stati i soli ad essere presenti a Luton quel giorno. Da molte città britanniche sono arrivati infatti autobus organizzati da United Against Fascism (UAF), un coordinamento di realtà anche molto variegate, che già l'anno scorso era riuscito a respingere il tentativo fascista di guadagnare spazi. Ma la risposta probabilmente più importante è arrivata anche quest'anno da “We are Luton”, un cartello che riunisce lavoratori, disoccupati, studenti e semplici cittadini di Luton che sono scesi in strada per ribadire - come è stato più volte urlato durante il corteo – che le strade di Luton sono le nostre. Il protagonismo della comunità islamica, così come di quella sikh (che l'anno scorso espulse un suo membro perché supportava il BNP) è la migliore esemplificazione del lavoro da fare per impedire che il fascismo possa tornare in auge. Giorno dopo giorno dobbiamo essere per le strade, nelle piazze, nelle scuole e sui posti di lavoro, propagandando l'antirazzismo, l'antisessismo, l'anticapitalismo. Si tratta di un lavoro paziente e poco appariscente; ma è l'unica strada per costruire un reale movimento di massa contro il fascismo.

No pasaràn! They shall not pass!

Collettivo Autorganizzato Universitario – Napoli

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