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(17 Giugno 2012) Enzo Apicella

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Le elezioni greche

Traduzione dell'articolo di Savas Michael-Matsas apparso sull'ultimo numero di Prensa Obrera

(13 Maggio 2012)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.pclavoratori.it

L’ira popolare contro la brutale austerità imposta alla Grecia da Unione Europea, Banca Centrale Europea e FMI è esplosa nelle elezioni parlamentari anticipate del 6 maggio, che hanno portato ad una schiacciante ed umiliante sconfitta dei due partiti della borghesia al potere, quello di destra Nuova Democrazia (ND) ed il “socialista” Pasok, così come di tutti i servi neoliberali del Memorandum della troika. I due partiti che hanno governato il paese per decenni, dopo la caduta della dittatura militare nel 1974, ND e il Pasok, si sono ridotti ad una patetica minoranza, visto che insieme assommano a meno di un terzo dei voti. Per la prima volta, dopo oltre mezzo secolo, un partito di sinistra, il riformista Syriza, con la sua retorica radicale anti-Memorandum e lo stile movimentista, è stato catapultato, a livello nazionale, in seconda posizione divenendo l’opposizione ufficiale nel paese ed il partito più grande ad Atene, la regione della capitale, in Tessalonica , e nelle principali città delle provincie. Si ha una svolta evidente verso sinistra della maggioranza della popolazione.

Disgraziatamente, la miseria sociale, la polarizzazione delle disuguaglianze e l’umiliazione nazionale – per non citare la cecità politica e la compiacenza elettoralistica del riformismo, dello stalinismo, e del centrosinistra - sono divenuti anche un terreno fertile per la demagogia nazionalista di estrema destra che ha portato ad una crescita spettacolare, non solo del gruppo di estrema destra “Greci Indipendenti” (una scissione di ND), ma soprattutto del partito apertamente neonazista “Alba Dorata”, che è balzato dalle poche migliaia di voti del 2009 a quasi mezzo milione nel 2012, entrando per la prima volta in Parlamento.

In generale, oltre al trionfo elettorale di Syriza, si è avuto un relativo aumento dei voti a favore della maggioranza dei partiti di sinistra. Il KKE stalinista, nonostante abbia guadagnato alcune migliaia di voti in più, ha perso la sua primazia egemonica tra i partiti di sinistra ed è piombato dal terzo posto, che tradizionalmente occupava tra gli altri partiti parlamentari, al quinto. Le perdite maggiori per il KKE sono state nelle zone proletarie delle regione di Atene e in Tessalonica.

In primo luogo, gli stalinisti hanno pagato il prezzo del loro rozzo settarismo e della volgare ostilità nei confronti di tutte le altre forze di sinistra e contro tutto il movimento sociale o di ribellione popolare che non potevano porre sotto il proprio controllo burocratico (ad esempio hanno denunciato la rivolta del dicembre 2008 come una cospirazione della CIA; hanno anche svolto il ruolo di polizia per difendere il Parlamento dalla furia popolare durante lo sciopero generale dell’ottobre 2011; hanno separato le proprie forze dal grande concentramento di un milione di persone che protestavano contro il secondo Memorandum in Piazza Sintagma, ad Atene, il 12 febbraio 2012, ecc.).

Però c’è un’altra ragione molto importante della loro sconfitta rispetto a Syriza. Nella Grecia in default, la crisi del regime ha posto in maniera urgente in agenda la questione del potere. Il KKE ha avanzato vagamente la parola d’ordine del “potere popolare dei lavoratori” e della “socializzazione dei monopoli”, ma come possibilità remota in un futuro molto lontano perché, ora, secondo quanto affermano gli stalinisti, “le condizioni oggettive ed i rapporti di forza non sono ancora maturi”. Al contrario, Syriza, ha posto la necessità immediata di “un governo della sinistra” (ma non di un rovesciamento rivoluzionario del regime borghese e dello Stato). Lo slogan del “governo di sinistra” ha ottenuto una grande risposta, malgrado la sua vaghezza e l’occultamento della natura di classe del potere dello Stato. (Tsipras, il giovane leader di Syriza, ha anche citato come un esempio da seguire il precedente tragico del governo di Allende in Cile, difendendo anche la linea del Fronte Popolare della Comintern nel decennio degli anni ’30). Ciononostante, come in precedenza con la richiesta di un regime di democrazia diretta durante il movimento delle occupazioni delle piazze nel 2011, la risposta popolare alla prospettiva di un governo della sinistra non riflette solo un’illusione pericolosa, ma anche una maturazione delle condizioni oggettive nella coscienza sociale delle masse per un potere alternativo dal basso contro coloro che governano in alto. È un riflesso distorto e contradditorio della necessità immediata di una lotta per il potere della classe operaia.

L’EEK trotskista mentre criticava con forza la linea di fronte popolare dello slogan “governo di sinistra” e segnalava i suoi pericoli, proprio considerando i tragici precedenti in Spagna, Cile e Grecia, ha insisto sulla necessità urgente di una soluzione socialista rivoluzionaria alla crisi capitalista, attraverso il rovesciamento del regime capitalista e l’istituzione di un governo rivoluzionario dei lavoratori e del potere dei lavoratori, come passo verso gli Stati Uniti Socialisti d’Europa, che saranno costruiti sopra le rovine dell’Unione Europea imperialista. Il nostro partito ha aumentato leggermente i propri voti in ogni distretto in tutto il paese, specialmente nelle zone proletarie della capitale e delle principali città, ma la cosa più importante è che ancor di più si è sviluppata la sua influenza politica e organizzativa tra le avanguardie dei lavoratori e della gioventù.

I maoisti del KKEml e della ML-KKE, nonostante questa volta, dopo decenni, avessero unito le proprie forze in un blocco comune, hanno ottenuto meno voti della somma dei voti di entrambi i partiti nelle elezioni precedenti. La moderazione del loro programma politico, limitato solo alla difesa contro gli attacchi dell’austerità ed alla difesa dell’indipendenza nazionale, non ha trovato grande risposta in un ambiente sociale radicalizzatosi molto negli ultimi anni.

Antarsya, il “Fronte Ampio anticapitalista” di dieci organizzazioni centriste, ha aumentato i propri voti rispetto alla precedenti elezioni parlamentari del 2009, ma è arretrato a livello nazionale rispetto alle elezioni regionali del 2010, e cade da più del 2% a poco più dell’1%. Siccome i leader di Antarsya avevano coltivato le più infondate illusioni sul loro “ingresso sicuro in Parlamento con otto deputati anticapitalisti” dopo aver fatto una campagna contro i loro concorrenti di sinistra, presentando come “un voto sprecato” quello all’EEK, ed inseguendo le peggiori tradizioni dell’elettoralismo, ora sono profondamente delusi per i risultati, ed sprofondano un’altra volta nella crisi.

Alcune delle organizzazioni di questo fronte anticapitalista stanno già guardando a Syriza, mentre altri, soprattutto il NAR (Corrente Nuova Sinistra) attribuiscono al loro “deficit nella strategia e nel programma” la ragione della sconfitta delle proprie aspettative elettorali. Questo “deficit” è già stato segnalato dall’EEK: Antarsya e il NAR fanno appello al rovesciamento del governo borghese, ma considerano “immature” le condizioni per avanzare la parola d’ordine del potere operaio; invocano (come fa anche l’EEK) un’ uscita dall’Unione Europea e dall’euro, ma ripiegano sull’isolamento nazionale rifiutando l’alternativa proposta dall’EEK di una lotta rivoluzionaria per l’unificazione socialista dell’Europa. Più di venti anni dopo la separazione dal KKE, il NAR continua a rimanere prigioniero del retaggio stalinista, in particolare in rapporto al Fronte Popolare ed alla prospettiva nazionalista.

Bisogna notare che la maggioranza di problemi strategici centrali di fronte alle posizioni del trotskismo e dello stalinismo nel XX secolo: la rivoluzione permanente contro il socialismo in un paese solo, il fronte unico dei lavoratori contro il fronte popolare di collaborazione di classe, la lotta contro il fascismo, il declino della democrazia borghese e la dittatura del proletariato, la necessità di un’ Internazionale rivoluzionaria, la questione dello Stato, i pericoli della burocrazia, ecc., hanno assunto una validità urgente in Grecia e sono discussi tra i settori più combattivi.

Poiché in questo momento si fa estremamente difficile persino la formazione di un governo di coalizione in Grecia, e, infine, nuove elezioni fate al più presto non risolveranno il problema del potere, la crisi politica si intensifica nel paese e in tutta Europa. I problemi della strategia e della tattica rivoluzionaria, di un programma per la mobilitazione sistematica delle masse in preparazione della presa del potere da parte della classe operaia con l’appoggio delle masse impoverite, dell’organizzazione dell’avanguardia rivoluzionaria, sono più urgenti che mai.

Savas Michael-Matsas

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