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Unione del golfo (anti-iran), cominciano riyadh e manama

Oggi al meeting di Riyadh, le sei petromonarchie discuteranno della proposta saudita di formare una unione, simile a quella europea, a partire da un coordinamento militare anti-Tehran

(14 Maggio 2012)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in nena-news.globalist.it

Unione del golfo (anti-iran), cominciano riyadh e manama

foto: nena-news.globalist.it

Roma, 14 maggio 2012, Nena News (nella foto un dimostrante bahranita ferito durante la repressione) – Quanto accaduto nell’ultimo anno, a partire dall’arrivo di truppe saudite a Manama per reprimere le proteste contro la monarchia sunnita al Khalifa, ha detto che il Bahrain, di fatto, è già un protettorato saudita. Ora però i due paesi procedono verso una unione ufficiale e oggi dovrebbero annunciare questo passo durante la riunione a Riyadh del Consiglio di Cooperazione del Golfo (Ccg), che include le sei petromonarchie del Golfo.

E’ stata Samira Rajab, ministro dell’informazione del Bahrain, ad anticipare la decisione di Riyadh e Manama, nel quadro del piano sponsorizzato dalla monarchia Saud. Rajab ha parlato della possibilità che un terzo paese entri a far parte subito dell’Unione del Golfo assieme a Bahrain e Arabia saudita. Ma non ha dato particolari. Secondo alcune fonti questo terzo paese sarebbe l’Oman.

Ieri sera è intervenuto lo stesso primo ministro del Bahrain, il principe Khalifa bin Salman, a dare sostegno al progetto saudita che, ha sottolineato, mira a dare «sicurezza a tutti nel Golfo» attraverso la costituzione di un comando militare congiunto. Progetto che sembra avere le caratteristiche di un patto anti-sciita e l’opposizione bahranita, composta in maggioranza da sciiti discriminati dalla monarchia, ha bocciato l’iniziativa e chiesto che siano le popolazioni dei vari paesi, attraverso un referendum, a decidere sull’Unione da realizzare.

L’Unione del Golfo, sul modello dell’Unione europea e che dovrebbe sostituire il Consiglio di Cooperazione, è un’idea del re saudita Abdullah. Il progetto non è tanto quello di cui si parla da tempo, ossia arrivare ad una moneta unica, all’apertura delle frontiere e ad un parlamento unico. Piuttosto i sauditi, ha spiegato all’agenzia Afp l’analista Anwar Eshqi, del “Middle East Centre for Strategic and Legal Studies di Jedda”, intendono realizzare subito un’alleanza militare in funzione anti-Iran.

Alleanza alla quale potrebbero unirsi in futuro altri due regni che non si affacciano sul Golfo - Marocco e Giordania -, in modo da formare un fronte unito di monarchie ed emirati sunniti contro il «pericolo» rappresentato dal presunto «espansionismo sciita» in apparenza alimentato dalla crescente potenza militare dell’Iran, in possesso anche della tecnologia nucleare (Tehran nega di volersi dotare di bombe atomiche come affermano non solo Usa e Israele ma anche diversi Stati arabi).

Sulla strada dei progetti sauditi tuttavia ci sono diversi ostacoli, a cominciare dalle perplessità di altri paesi del Golfo, in particolare dell’ambizioso Qatar che non vede di buon occhio una Unione guidata dai rivali sauditi. I precedenti, peraltro, non sono incoraggianti. L’unione doganale decisa nel 2003 dai petromonarchi è stata sospesa fino al 2015, così come è stato rinviata la discussione sull’eliminazione delle misure protezionistiche adottate dai vari paesi del Ccg. Nena News

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