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(18 Novembre 2009) Enzo Apicella
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LA PROPOSTA DI DELIBERA SULLA HOLDING CHE PREVEDE LA VENDITA DEL 21% DI ACEA DEVE ESSERE RITIRATA.

MA CHI HA DETTO CHE NON C’E’ UN PIANO B? LA LOTTA PER LIBERARE ROMA CONTINUA!

(16 Maggio 2012)

“Il superamento e la trasformazione dello stato giuridico delle cosiddette ex municipalizzate, voluto dalle giunte di centrosinistra ed avviati tra la metà e la fine degli anni ’90, non ha prodotto alcun miglioramento della redditività ed efficienza delle aziende, così come non hanno recato alcun miglioramento del servizio ai cittadini.”
Lo afferma in una nota Claudio Ortale, vicepresidente del Consiglio del Municipio Roma XIX e capogruppo del PRC/FDS.
“La trasformazione delle ex municipalizzate in S.p.A. di diritto privato, anche nei casi in cui sono interamente in mano all’Ente Pubblico, vedi ad esempio ATAC e AMA, hanno prodotto la cresciuta esponenziale di pratiche clientelari nelle politiche assunzionali e nelle concessione di appalti esterni. Sulla gravissima vicenda di “assuntopoli”, che ha attraversato questi anni di amministrazione da parte di Alemanno, la magistratura, dopo un iniziale fase di massima attenzione e diretta iniziativa, sembrerebbe che abbia già spento i fari della tensione. Ci auguriamo di sbagliare.”
“Di fatto, il mutato status giuridico delle aziende pubbliche ha enormemente ridotto il potere di controllo e indirizzo da parte dell’Amministrazione Capitolina e in particolar modo da parte del Consiglio Comunale, ora Assemblea Capitolina. La conseguenza - precisa il capogruppo di Rifondazione Comunista FDS - è stata l’autonomizzazione delle scelte e l’avvio della costituzione di nuove società, spesso in consorzio tra di loro, con l’aumento costante dei costi a carico delle aziende madri, determinati dal moltiplicarsi di sedi, consigli di amministrazione, presidenti e, chiaramente, personale assunto con pratiche affatto trasparenti. Aumenti e quindi disavanzi ripianati negli anni dall’amministrazione comunale e quindi dai cittadini.”
“Il frequente ricorso alle esternalizzazioni, affatto vantaggiose per l’A.C., ha prodotto un aumento dei costi e dei tempi di intervento oltre a peggiorare, nei vari spacchettamenti delle commesse esterne, le condizioni lavorative dove l’uso di personale precario o molto spesso pagato al nero è divenuta una condizione di sfruttamento abituale. A fronte di questo, la forbice tra le retribuzioni dei dipendenti e quelle dei dirigenti e amministratori si è sistematicamente allargata, con premi di risultato anche a chi ha condotto gestioni fallimentari.”
“La scellerata e ignobile politica assunzionale - prosegue Ortale - ha prodotto un enorme aumento dei costi di gestioni per le aziende, con il conseguente incremento dei disavanzi nei bilanci, che sono stati sempre colmati con soldi pubblici. Ma anche laddove si è provveduto allo scioglimento di società inefficienti, vedi il caso della Gemma S.p.A., gli unici a pagare sono stati i lavoratori e lavoratrici. Viceversa, quando negli anni scorsi si è provveduto a ripubblicizzare i servizi si sono evidenziati notevoli risparmi di spesa, come dimostrano i casi di Zetèma e dei COL.”
“In questo quadro la proposta di delibera, arenatasi in aula Giulio Cesare, sulla costituzione della Holding, la n.32/2012, che prevede anche la cessione del 21 % delle quote di ACEA S.p.A. non è affatto la cura ma l’ulteriore affossamento delle aziende pubbliche dell’ex Comune di Roma. Non c’è alcun bisogno di vendere per 200 milioni il 21% delle quote Acea. Se servisse davvero quella cifra per fare cassa, la si potrebbe facilmente trovare agendo sugli sprechi evidenti riportati nella spesa corrente e in conto capitale del Bilancio di previsione 2012. Viceversa quei 200 milioni servono ad Alemanno ed al suo amico Caltagirone per fare altro. Lo sanno anche i bambini ormai.”
“Il Sindaco, di fronte ad una città che si mobilita a difesa dei risultati vittoriosi nei referendum del giugno dello scorso anno e sapendo bene che non è la Holding la soluzione che farà far cassa in maniera strutturale all’A.C., dovrebbe fare una sola cosa giusta: ritirare la proposta n. 32/2012 o comunque stralciare dalla stessa la vendita del 21% di Acea.”
“Ed alla luce degli sprechi e delle tante inefficienze registratesi, dovrebbe con urgenza avviare una seria revisione della natura giuridica delle società del Gruppo Roma Capitale - aggiunge l’esponente del PRC-FDS - che le riporti ad essere società di diritto privato. Così come potrebbe, se vuol davvero recuperare milioni di euro, ridurre il numero di società del Gruppo Comune di Roma (non era questo uno dei suoi fiori all’occhiello nella campagna elettorale del 2008?) e portare a soli tre i componenti dei C.d.A. .”
“Il Sindaco potrebbe altresì, se vuole davvero recuperare soldi, stendere rapidamente un regolamento quadro per fissare un tetto giusto alle remunerazioni dei dirigenti e amministratori delle aziende del Gruppo Roma Capitale. E partorire finalmente (che fine ha fatto?) un codice etico per i dirigenti e amministratori del Gruppo Roma Capitale che metta fine alla pratica ripugnante delle assunzioni clientelari. Il Sindaco Alemanno potrebbe, se davvero lo vuole.”
“Infine, ripetiamo che se proprio ha bisogno di sapere dove andare a prendere i famosi 200 milioni di euro per non dover vendere le quote di Acea, basterà che partecipi o mandi qualcuno dei suoi - conclude il capogruppo di Rifondazione FDS - alla conferenza stampa indetta dalla Federazione della Sinistra di Roma per venerdì prossimo a via delle Vergini e gli spiegheremo dove andare a prenderli comodamente. Ma chi ha detto che non esiste un piano B? La lotta per Liberare Roma continua.”

CLAUDIO ORTALE
Vicepresidente del consiglio del Municipio ROMA 19 e Capogruppo PRC FDS

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