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A Pisa per i prigionieri palestinesi

(17 Maggio 2012)

Serata di solidarietà con i prigionieri palestinesi Martedi' 15 maggio allo spazio antagonista newroz di Pisa. Ad organizzare la serata le Brisop , il Cobas e il circolo Italia Cuba Cinfuegos, serata nell'ìanniversario della nakba e con collegamenti in skipe con i campi profughi di Gaza.

Per lo stato sionista di Israele, che da sessantaquattro - dal 1948- anni occupa la Palestina, ricorrere ad arresti, torture, perquisizioni, assassinii mirati rappresenta una prassi quotidiana, connessa strutturalmente all'esigenza di portare avanti un progetto di pacificazione imperialista dell'area mediorientale.

A finire in carcere non sono stati e non sono solo esponenti delle formazioni della resistenza palestinese, ma tutti gli uomini, le donne e i minori che abbiano manifestato e manifestino la volontà di liberare la propria terra.

Migliaia (le cifre cambiano ogni giorno, ma siamo sull'ordine dei 7000) sono i detenuti palestinesi nelle carceri israeliane, cui non viene applicato lo status- più volte richiesto- di “prigionieri di guerra”-ciò significherebbe ammettere che ci sia una guerra, laddove tutto il lavoro strategico del sionismo si basa sulla negazione dell'esistenza del popolo palestinese e della sua conseguente resistenza. Contro di essi Israele, laboratorio avanzato di repressione ha sperimentato e sperimente le metodologie di tortura psicofisica più svariate: detenzione senza accusa rinnovata di sei mesi in sei mesi senza che vi sia un processo (la famigerata “detenzione amministrativa”), ma solo sulla base di documentazione in possesso dei servizi segreti, isolamento e segregazione, perquisizioni continue nelle celle, trasferimenti forzati di notte, irruzioni notturne con conseguente privazione del sonno, torture fisiche classiche...

Il fronte delle prigioni è una delle articolazioni più determinate della resistenza nonché un raro esempio di unità tre la fazioni.

Anche l'ultimo sciopero della fame illimitato, lanciato dal movimento dei prigionieri il 17 aprile, era stato convocato in maniera unitaria.

Le richieste che il movimento faceva erano chiare: fine delle pratiche di isolamento e confino solitario, possibilità per i detenuti di Gaza di ricevere la visita dei loro familiari, fine della detenzione amministrativa, possibilità per i detenuti di proseguire i loro studi.

Proprio ieri,nel giorno simbolo della resistenza palestinese, il giorno della Nakba, la controparte del dipartimento carceri israeliana ha fatto sapere di avere accolto gran parte delle richieste, ovvero quelle riguardanti le possibilità di visita dei familiari dei detenuti di Gaza, legata ad un pacchetto legislativo noto come “leggi Shalit”, la possibilità di studiare per i detenuti, la fine dell'isolamento per alcuni casi e la riesamina dei casi di detenzione amministrativa: ai prigionieri verranno notificate le accuse o dovranno essere liberati.

La condizione posta dall'amministrazione israeliana è che lo sciopero della fame termini entro settantadue ore.

Inoltre lo stato israeliano ha liberato due prigionieri che erano in sciopero della fame da 77 giorni per protestare contro la loro detenzione senza accuse specifiche.

La “battaglia degli stomaci vuoti” come era stato chiamato questo sciopero della fame illimitato, ha dato i suoi frutti: lo stato sionista, dopo aver alzato il livello della repressione nei primi giorni di sciopero della fame con intimidazioni e tentato di dividere il fronte dei prigionieri ha dovuto cedere di fronte ad una inedita compattezza del movimento.

Ovviamente, a fronte di questa vittoria, rimane la problematica strategica di una occupazione militare che continua e continuerà e fare prigionieri.

Su questo si deve incentrare la nostra solidarietà.

Federico Giusti

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