">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale e lavoro    (Visualizza la Mappa del sito )

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Chi non occupa preoccupa)

Milano. Il popolo della Torre Galfa resiste

(19 Maggio 2012)

L’assemblea pubblica ai piedi della Torre Galfa ha deciso di non accettare la tabella di marcia della Giunta Pisapia. Ha altre idee sul futuro della struttura e della città. A cominciare dal dire no a personaggi come Ligresti

torre con fo

"Fin dalla settimana scorsa ho detto chiaramente che vanno rispettate le regole - ha detto Pisapia al termine della riunione di giunta - e chiedo che da parte di chi vuole essere protagonista di iniziative culturali si ponga fine a comportamenti che creano grave disagio ai cittadini". Il sindaco di Milano, eletto sulle ali della passione civile, non sembra gradire molto la resistenza messa in campo dal popolo della Torre Galfa (di proprietà del palazzinaro-finanziere di Milano Salvatore Ligresti) che, dopo lo sgombero da parte della polizia si è sistemato ai piedi del grattacielo e non intende mollare. Ieri hanno mandato a vuoto l’appuntamento con l’assessore Boeri che vuole che se ne vadano lì e si trasferiscano magari all’ex Ansaldo. Boeri ha ammesso che se invece della Torre Galfa, proprietà di Salvatore Ligresti, Macao avesse occupato uno spazio comunale, il Comune non avrebbe attuato sgomberi, avrebbe piuttosto ascoltato e avviato un dialogo.

Ma quello del dialogo è un valore di metodo che la Giunta Pisapia pare destinata a usare solo con chi accetta le sue regole del gioco. Ne sanoo qualcosa gli occupanti di San Siro e l'Asia-Usb esclusa dalle trattative sull'emergenza abitativa "perchè non sono un soggetto terso" cioè perchè sostengono le famiglie senza casa.

“Andare lì, senza che la cosa sia partita da noi” dicono alcuni esponenti del movimento sgomberato dalla Torre Galfa gli scorsi giorni, “vuol dire farsi dettare l'immaginario da altri. Non lo permetteremo”. Mentre spunta un progetto di “Piazza Macao”, che evoca una sorta di Piazza Tahrir milanese, l'assemblea vuole “un paio di giorni per capire come vanno le cose: non vogliamo essere un problema per il quartiere, restiamo più propositivi possibile ma per ora restiamo qua anche se sappiamo che la situazione è temporanea e le cose cambiano molto velocemente”. Il presidio è stato spostato dal lato della strada vicino alla Torre: accanto alle tende, già lì, è stato sistemato un camper, e dei tavoli dove gruppi di lavoro si susseguono in assemblee dove si discute della “terza via”. La terza via, come spiegano alcuni partecipanti, “esce dalla dicotomia tra pubblico e privato, e propone la visione di cultura come bene comune attraverso l'autodeterminazione e la partecipazione diretta dei cittadini”. E questa terza via, per ora, non passa dall'accettazione di una sistemazione alla ex-Ansaldo.

Per l’avvocato Ugo Mattei, che sostiene l’esperienza del Macao, “i bandi pubblici restano una lotta competitiva tra realtà che non dovrebbero fronteggiarsi. La gara imbruttisce. Macao non dovrebbe mai perdere la sua elaborazione artistica madre di un cambiamento politico. Siete riusciti a colpire uno stabile brutto, fallico, inutile, che però, essendo in una metropoli come Milano, lascia accumulare il reddito fondiario di un proprietario prepotente, che ha utilizzato un tremendo conflitto d’interessi per far valere le sue logiche. Ed in questo gioco di potere l’Amministrazione Comunale guidata da Giuliano Pisapia non ha avuto il coraggio d’interporsi. Io di occupazioni ne ho viste tante in giro per l’Italia in questi anni e vi assicuro che mai una procedura di sgombero è avvenuta così rapidamente”. Ligresti, come si sa, a Milano continua a fare il bello e il cattivo tempo, con Pisapia o senza Pisapia.

Contropiano - redazione Milano

5502