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Attentato di Brindisi: a chi giova?

(20 Maggio 2012)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in ciptagarelli.jimdo.com

Strage a brindisi

foto: ciptagarelli.jimdo.com

Dopo aver espresso sinceramente la nostra solidarietà alle vittime e alle famiglie colpite, ci poniamo una semplice domanda: a chi giova questo vigliacco atto terroristico contro giovani ragazze indifese, davanti ad una scuola?

In queste ore le ipotesi e le speculazioni si sprecano. Mafia, terrorismo nero, servizi segreti, gesto di un pazzo; al momento tutte le ipotesi appaiano plausibili, ma una cosa è certa: chiunque abbia messo la bomba e i suoi mandanti hanno raggiunto uno scopo. Più di tante chiacchiere sulla coesione sociale, questo barbaro attentato ha riunificato tutte le forze politiche e sindacali, tutte le forze sociali, elettori e astensionisti, governo e governati, padroni e operai, sfruttati e sfruttatori, il paese intero contro un nemico vigliacco e subdolo che uccide i nostri figli.

Proprio quando la crisi fa tremare dalle fondamenta la società capitalista, e lo scollamento fra lo stato e le sue istituzioni, fra rappresentanti e rappresentati sono ai minimi storici, ecco le bombe. La borghesia in crisi cerca sempre pretesti per ritardare la sua fine e scaricare su altri le sue responsabilità.

Gli esempi storici non mancano. I nazisti nel 1933 incendiarono il Reichstag in Germania incolpando a comunisti e aprendosi la strada al potere.
Dopo il delitto Matteotti, il fascismo in crisi mise in atto finti attentati a Mussolini nel 25’e 26’ per avere il pretesto di favorire la repressione contro il movimento operaio, abolendo anche quelle poche libertà democratiche che il proletariato era riuscito a mantenere contro gli attacchi delle camice nere e per eliminare il movimento di protesta nato sull’onda dell’assassinio di Matteotti.

Nel 1969 la strage di Piazza Fontana servì contro il movimento operaio in lotta e pose fine “all’autunno caldo” e poi tentò di dipingere gli operai che protestavano, i rivoluzionari, come terroristi, bombaroli da reprimere senza pietà chiamando tutti a unirsi “per difendere lo Stato nato dalla Resistenza”.

Recentemente, mentre cresce la protesta nel paese insieme alla miseria dei proletari, tutte le forze politiche di centro destra e centrosinistra hanno scatenato una campagna di criminalizzazione delle lotte, a partire da quella NO TAV, arrestando e facendo passare come terroristi chi lotta.

Il governo Monti, voluto dal capo dello stato (non eletto da nessuno, ma sostenuto in parlamento dal centrodestra e centrosinistra) non perde occasione per riempirsi la bocca con la parola “Legalità”, bastonando, reprimendo, gasando, attraverso il braccio armato legale delle forze di polizia e quello giudiziario, chiunque lotti rivendicando i suoi diritti, dai pastori agli operai, ai diversamente abili, ai precari, agli studenti. La Ministra dell’Interno Cancellieri è arrivata a paragonare la lotta dei NO TAV al terrorismo, salvo poi rimangiarsi subito la parola davanti alle proteste.

Come nel passato anche oggi le provocazioni servono da alibi allo stato borghese per reprimere, intimorire, perseguitare, arrestare chi non si sottomette all’ordine costituito e rappresenta un potenziale pericolo all’accumulazione dei profitti.

Ritornando quindi alla domanda iniziale - in un momento in cui il movimento operaio e popolare ha necessità di riorganizzarsi e scendere in piazza con scioperi e manifestazioni contro i padroni e il governo per difendere i suoi interessi, che oggi significano semplicemente sopravvivenza - poniamo nuovamente a tutti i proletari la domanda: a chi giovano questi attentati? Per noi è chiaro, a voi la vostra risposta.

Centro di Iniziativa Proletaria G. Tagarelli - Milano

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