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(Il saccheggio del territorio)

Eni in Nigeria: “Scaroni mente”

(21 Maggio 2012)

Eni in Nigeria: “Scaroni mente”
La replica del presidente dell’ong nigeriana Environmental Rights Action, Godwin Uyi Ojo, alle dichiarazioni dell’ad Eni riguardo al furto di petrolio ai danni della multinazionale nella regione del Delta del Niger: “vittime, non criminali”. Nell’intervista in audio, Ojo accusa anche la multinazionale italiana di non aver ancora attuato un’efficace bonifica dei terreni contaminati.

saccheggio nigeria

Nel Delta del Niger è in atto una devastazione ambientale e sociale senza precedenti, con una sempre maggior militarizzazione del territorio. Sotto accusa le multinazionali petrolifere che dagli anni Settanta estraggono il greggio dal sottosuolo. Tra queste l'italiana Eni che non sembra particolarmente interessata ad avviare una seria bonifica dei terreni inquinati. Così la pensa Godwin Uyi Ojo, presidente e co-fondatore di Environmental Rights Action, una delle più attive ong nigeriane per la difesa dell'ecosistema e dei diritti delle popolazioni locali.



Nell'intervista ad Afriradio, Ojo racconta della sua partecipazione all'assemblea degli azionisti Eni come delegato della Crbm - Campagna per la riforma della banca mondiale - evidenziando la sua delusione per la scarsa attenzione che i vertici dell'azienda hanno dedicato al suo intervento.



Ojo risponde anche all'ad Eni, Paolo Scaroni, che durante l'assemblea, riguardo al problema dell'oil spills (le fuoriuscite di petrolio dalle condutture), ha affermato: "in Nigeria, tra 2011 e 2012 ci sono stati 13 sversamenti di petrolio dagli oleodotti. In 12 casi è stato a causa di attività dolose, furti che in quel paese sottraggono il 25% della nostra produzione. Solo in un caso la fuoriuscita di petrolio è stata causata da un problema tecnico nostro. Stiamo studiando interventi che ci consentano di evitare questi furti".



"E' troppo semplicistico dare la colpa alle vittime, perché sono senza voce. Scaroni non ha detto la verità" ribatte Ojo, che descrive invece la tecnologia usata da Eni e Shell per la bonifica dei terreni contaminati come "la tecnologia della vanga e del secchio", denunciando "l'assoluta impunità" in cui operano da decenni le multinazionali del petrolio che "violano persino i propri standard interni".



Tutto questo, racconta ancora l'attivista nigeriano, in un clima di generale violenza "generata dalle compagnie petrolifere che operano in accordo con il governo per il controllo delle risorse".





(In audio l'intervista di Michela Trevisan a Godwin Uyi Ojo, presidente e co-fondatore di Environmental Rights Action)

11/05/2012

Nigrizia

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