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1993/2011 L’ISTAT fotografa i risultati della concertazione

(23 Maggio 2012)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in confederazione.usb.it

1993/2011 L’ISTAT fotografa i risultati della concertazione

foto: confederazione.usb.it

Nazionale – mercoledì, 23 maggio 2012 Mattone dopo mattone, negli anni segnati dalla concertazione, sono state smantellate tutte le conquiste che la classe aveva strappato dal dopoguerra. Non lo diciamo noi, i soliti criticoni a cui non va mai bene nulla e soffiano sul fuoco dello scontento per motivi imperscrutabili, ma lo dice l’Istituto Nazionale di Statistica nella sua fotografia del paese presentata ieri dal Presidente Giovannini alla Camera dei deputati.

L’Istat avvia la sua disamina della situazione, guarda caso, dal 1993, cioè dall’anno in cui ha preso corpo davvero la concertazione, cioè quella forma di relazioni tra parti sociali e governo attraverso cui le prime hanno acconsentito alla più vasta e devastante ristrutturazione produttiva e delle relazioni tra fattore lavoro e fattore capitale a tutto beneficio del secondo.

E’ in quel momento che scompare la scala mobile, che si acconsente che l’andamento dei salari venga strettamente legato all’andamento del mercato e agli utili di impresa; è da quel momento che si avviano i percorsi – attraverso il pacchetto Treu - che ci hanno reso tutti precari; che si comincia a mettere mano pesantemente al criterio di rappresentanza e rappresentatività sindacale per impedire la crescita del conflitto organizzato. E’ in quegli anni che il capitale decide di rivoluzionare il proprio metodo di crescita passando dal reimpiego degli utili nella produzione al gioco in borsa e alla speculazione finanziaria.

I risultati sono sotto gli occhi di tutti e l’Istat ce li spiattella senza pietà
Le retribuzioni contrattuali sono ferme al ’93, la propensione al risparmio è crollata al minimo dal 1990, gli investimenti per la ricerca sono di gran lunga sotto la media UE, il potere d’acquisto delle famiglie è in caduta libera, la “mobilità sociale” è tornata a livelli ritenuti impensabili, sono pressoché raddoppiati coloro che, anche quarantenni, vivono in famiglia, le retribuzioni delle donne sono ancora inferiori a quelle degli uomini a parità di lavoro e sono in forte e costante calo le neo mamme che mantengono il lavoro dopo la gravidanza…..e si potrebbe continuare a lungo.

La “temporizzazione” dell’Istat, il fatto che si dati l’avvio di questo ciclo al 1993, ci conferma che non è quindi la crisi economica e finanziaria che stiamo vivendo dal 2008 – che ha senz’altro aggravato la situazione – la causa scatenante della drammatica situazione che stiamo vivendo. Insomma emerge che da quella scelta oscena delle organizzazioni sindacali concertative di non ostacolare ma di accompagnare i progetti di riorganizzazione produttiva e sociale, conosciuti con il nome di concertazione, si sia generata la più grande redistribuzione di ricchezza, di diritti, di conquiste dal mondo del lavoro al capitale

Siamo purtroppo consapevoli che non è finita qui. I dati proposti dall’Istat giungono temporalmente fino al tramonto dell’era Berlusconi e non analizzano ancora quanto accaduto successivamente con l’avvento del governo dei tecnici espressione dei potentati economici, bancari e speculativi. Questi, comunque, per prima cosa hanno dichiarato conclusa “da destra” l’epoca della concertazione. Il lavoro è stato compiuto, i servi sciocchi diventano inutili, ora c’è bisogno tutt’al più dei complici, anzi, si può fare a meno anche di quest’ultimi

Siamo certi, perché lo verifichiamo ogni giorno, che la situazione sia destinata a peggiorare ancora perché i lupi famelici del capitale non sono mai sazi e perché cgil, cisl e uil dichiarati ufficialmente inutili, non sembrano affatto intenzionati a fare pubblica ammenda e riconquistarsi un loro ruolo vicino alle esigenze del mondo del lavoro. Sarebbe ora di sbarazzarsi di entrambi.

USB Unione Sindacale di Base

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