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(30 Settembre 2010) Enzo Apicella
Terzigno: una nuova discarica nel territorio di produzione del Lacryma Christi

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La discarica di Roma a Villa Adriana
Carandini lascia i beni culturali

(24 Maggio 2012)

"Ho raggiunto il limite della tolleranza civile e personale". Lascia il presidente del Cosniglio superiore dei beni culturali. Mobilitazione contro la scelta del prefetto Pecoraro

discarica adriana

«Ho raggiunto il limite della tolleranza civica e personale». Chiosa così la sua amara lettera di dimissioni (indirizzata al ministro Lorenzo Ornaghi) l'archeologo Andrea Carandini. È un addio senza ripensamenti con il quale ritira la sua disponibilità futura e lascia vacante il posto al Consiglio superiore dei beni culturali, lo stesso dove si era insediato nel 2009 quando Salvatore Settis restituì la poltrona, in contrasto con le politiche di Bondi e del supermanager Resca.


L'ultima goccia avvelenata, impossibile da inghiottire, è stata quella discarica annunciata e avallata dal premier Mario Monti a Corcolle, in prossimità di Villa Adriana, sito dell'Unesco, patrimonio dell'umanità dal 1999. E prima ancora, l'immobilismo e l'indifferenza del governo nel settore della cultura, anzi quella continua emorragia alle risorse che neanche i «tecnici» post berlusconiani hanno tentato di bloccare.


Non c'è stata nessuna inversione di rotta e, ammonisce Carandini, «resto convinto che la rovina culturale dell'Italia sia anche la sua rovina materiale».


Intanto, mentre lo stesso ministro Ornaghi ribadisce la sua posizione di «assoluta contrarietà» alla discarica, fuori dal Mibac infuria la polemica. La conferma da parte di Mario Monti del prefetto Giuseppe Pecoraro, delegato alla scelta del sito della nuova discarica di Roma, è un segnale pessimo: significa il via libera al deposito di rifiuti che non andrebbe solo a distruggere Villa Adriana (visitata da trecentomila turisti ogni anno), ma il complesso sistema idrogeologico di Villa d'Este, tesoro unico al mondo da tutelare, fatto erigere dal cardinale Ippolito d'Este nel 1550, luogo di arditi e scenografici giochi d'acqua.


Un arco di forze eterogenee - partiti come Pd, Idv, Sel, Udc, istituzioni come la Provincia, ma anche il Comune di Alemanno (il sindaco però si riserva di capire meglio «i parametri della scelta») fino agli europarlamentari e associazioni quali Italia Nostra, Legambiente e i comitati antirifiuti - si sta organizzando per cercare di evitare il colpo ferale al territorio.


Oggi verrà consegnato un esposto in Procura da parte di Italia Nostra e dal dicastero della giustizia Annamaria Cancellieri chiede che la questione finisca urgentemente sul tavolo del Cdm.


Fra le voci di dissenso, si leva alta anche quella di Franca Valeri: l'attrice, madrina del comitato «Salviamo Villa Adriana», ha definito la questione un «vero imbroglio». Corcolle non può essere il luogo alternativo a Malagrotta, ma c'è chi invece esulta.


È Renata Polverini, presidente della Regione, che brilla per lungimiranza amministrativa: ha applaudito alla decisione, contenta che finalmente «del tempo prezioso non vada più perso». Lei, in effetti, si era già portata avanti, facendo il deserto intorno ai siti artistici e spazzando via (definanziandolo) un festival di teatro e danza come quello che ogni estate si svolgeva nella cornice meravigliosa di Villa Adriana, a Tivoli.


Palazzo Chigi ci prova a tacitare l'opposizione crescente e a ribaltare il senso della fiducia accordata dal premier al prefetto Giuseppe Pecoraro. «Il presidente del Consiglio ha espresso il proprio convincimento che il Commissario saprà salvaguardare con le opportune opere le falde acquifere ed evitare altre forme di inquinamento dell'ambiente, assicurandosi che nella discarica venga depositato solo materiale già trattato». La partita si giocherà tutta domani quando Comune, Provincia e Regione potranno dire la loro sulla proposta di Corcolle. Chi ha fatto sul territorio approfonditi studi tecnici sa che quell'area non è inquinata, è tufacea e richiederebbe una impermeabilizzazione di metri e metri di costosa argilla. Come ha dichiarato Lorenzo Parlati di Legambiente, «uno scempio con spese enormi e inutili da rendere irrealizzabile l'opera».

Arianna Di Genova - Il Manifesto

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