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Giunta Cosimi, la canna e il gas

(25 Maggio 2012)

canna gas

23 MAGGIO 2012

Ormai è notizia: persino la stampa locale si è accorta che la giunta Cosimi non esiste più. Proprio in senso strettamente numerico. Non ha una una reale maggioranza numerica, non ha mai avuto un indirizzo politico, e i problemi del gas che ha davanti non sono nè quelli dell'Asa nè di Olt (che pure sono sul piatto). Ma proprio quelli, più classici, di un soggetto politico ormai alla canna del gas. I suoi componenti sembrano uno scherzo recapitato da una macchina del tempo. Lontanissimi dai problemi, anche più banali, di Livorno. Come lontano fisicamente è lo stesso sindaco (meno male) quando emerge qualche problema stringente. Che sia Roma o Bruxelles, andate tranquilli, che Cosimi troverà il modo di defilarsi da qualche controversa riunione a Livorno anche se ufficiale.
In una situazione economica del genere, la cui gravità ricorda la peste del 1684 (quando Livorno perse il 20 per cento della popolazione di allora), sarebbe naturale che qualcuno, o qualcosa, avvicinasse la canna del gas alla giunta Cosimi per accelerare un decorso politico comunque segnato.
Invece, nonostante che la città abbia bisogno con urgenza di politiche anticicliche e di rigenerazione urbana, al momento non accade niente. Come mai? Semplice a spiegarsi: la giunta attuale sta spingendo, per la forza d'inerzia dell'occupazione degli incarichi, verso il 2014 che è la scadenza naturale della legislatura. Per forza d'inerzia e mancanza di alternative. Se cadesse la giunta adesso, ad esempio, non sarebbe affatto pronta un formula politica nuova (nemmeno una strategia politica ma questo è scontato in ogni caso). Il Pd, fosse per lui, tenderebbe ad andare al centro, completando privatizzazioni ed esternalizzazioni. Ma il mitico centro non c'è più (anche nelle democrazie rappresentative servono i voti per andare avanti) esprime ormai un peso elettorale trascurabile. Allo stesso tempo, il Pd potrebbe trovare alleati spostandosi verso sinistra e vincere nuove elezioni al secondo turno. Ma qui emergerebbe il problema materiale, ampiamente sottovalutato da chi ha ancora il mito dello spostamento a sinistra del Pd: il partito del potere locale è immerso irrimediabilmente in reti di potere clientelari e liberiste. Non saprebbe persino che farsene di alleanze che temperano il liberismo a lui necessario per riprodurre i propri assetti di potere.
Di qui una paralisi, con lo stesso Pd livornese bloccato da veti incrociati in materia di politiche da intraprendere, sia per quanto riguarda il presente che il futuro.
Sembra però certo che se questo assetto, a dir poco congelato, di potere arriverà al 2014 il Pd livornese è destinato ad esplodere.
Una situazione del tutto nuova per Livorno abituata, nel bene e nel male, ad avere un centro di riferimento politico e di controllo dei processi cittadini.
Ma questo centro è saltato: dal porto, al ciò che rimane del settore manifatturiero, ai servizi, all'urbanistica non c'è un terreno dove l'inconsistenza del Pd non produca danni quotidiani.

Siamo alla fine di un modello di delega ad amministratori che hanno mostrato ormai tutta la loro insostenibilità sistemica.
Favorire questa fine, che ormai è nei fatti (e nelle statistiche), non può che essere utile a questa città.
In un modo o nell'altro il gas dovrà uscire da questa benedetta canna.

23 maggio 2012

Senza Soste

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