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(4 Aprile 2011) Enzo Apicella

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(La tolleranza zero)

Verona. Il caso di Edward Kojo Akanor

e l’ ambasciata italiana ad Accra, fedele osservatrice delle barbare regole del capitalismo.

(27 Maggio 2012)

Perché dovremmo stupirci se la burocrazia impedisce alla figlia dell’operaio ghanese,Edward Kojo Akanor, morto a Verona lo scorso 25 aprile, di arrivare in Italia per partecipare al funerale del padre nonostante documenti e timbri in regola, solo perché «non viene considerata abbastanza ricca per scongiurare un mancato rientro in Africa» ?
E’ una delle numerose storie di razzismo e barbarie che quotidianamente gli immigrati poveri, e i poveri in generale, subiscono a causa del capitalismo e delle sue barbare regole.
La storia della vita di Edward dovrebbe stupire, una vita di sfruttamento e sacrifici per la sopravvivenza, una vita di ingiustizie e abusi che si conclude con un ultimo sopruso nei confronti della famiglia, a cui viene negato, dopo una vita di forzata separazione, l’ultimo saluto.
La giusta protesta e denuncia degli amici per il diniego alla figlia a partecipare al funerale del padre deve accompagnarsi alla protesta e alla denuncia dello sfruttamento subito da Edward in vita: un operaio che a 67 anni lavorava ancora, nonostante due infarti e un ictus, un operaio che aveva subito un grave infortunio sul lavoro senza percepire nulla dalla ditta e che a causa del suo stato di salute non era più potuto tornare nel suo Paese. Perché per i poveri, per gli sfruttati, non c’è diritto agli affetti, né da vivi né da morti.
Questo caso va collegato ai casi di separazione dei figli dai genitori poveri e in difficoltà, ad opera delle istituzioni, casi di cui abbiamo avuto ripetute denunce proprio a Verona.
Separati da vivi, separati dopo la morte.
Il Partito di Alternativa Comunista( sezione italiana della Lit-Lega Internazionale dei Lavoratori) esprime la propria vicinanza alla famiglia di Edward Kojo Akanor e mette a disposizione i propri militanti e la propria struttura per le mobilitazioni programmate in questi giorni.
Questo caso è l’ennesima prova di come sia sempre più attuale la celebre frase di Rosa Luxemburg: “o socialismo o barbarie!”

Verona, 26 maggio 2012

Ibrahima Barry- PdAC sezione di Verona
Patrizia Cammarata- PdAC Veneto

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