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L'Italia tripudia la guerra

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(5 Novembre 2010) Enzo Apicella

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Resoconto della riunione del "Comitato Nazionale per il ritiro dei militari italiani dall’Iraq" del 26 giugno

(30 Giugno 2004)

Il 26 giugno si è riunito a Roma il "Comitato Nazionale per il ritiro dei militari italiani dall’Iraq".

A nostro avviso non solo non ci sarà nessun passaggio dei poteri dalla coalizione occupante ad un governo iracheno indipendente e democratico, ma anzi la situazione sta evolvendo sempre più verso un'estensione della resistenza e della brutale reazione degli eserciti occupanti. La guerra in Iraq è tutt’altro che conclusa. Mentre l’Onu nega la possibilità di un proprio intervento, è invece la NATO ad entrare in gioco nell’area. Il suo intervento a "sostegno" del governo ad interim iracheno prefigura un aumento dell’impegno militare straniero in Iraq. Washington sta già preparando l’invio in Iraq di altre decine di migliaia di soldati.

La guerra quindi proseguirà con il rischio di un suo allargamento già oggi visibile in quello che accade in Palestina, alle frontiere tra Israele e Libano o con le minacce a Siria ed Iran. L’Italia ne sarà ancora complice e protagonista con la presenza in Iraq di soldati, imprese ed eserciti privati. Il governo Berlusconi negli ultimi giorni ha annunciato un ulteriore coinvolgimento del paese nella guerra, offrendo alla polizia "irachena" la possibilità di addestrarsi in Italia e rafforzando il contingente di occupazione italiano con nuovi mezzi militari di natura offensiva. Il governo dimostra ancora una volta di restare insensibile di fronte alla domanda di pace del popolo italiano, più volte dimostrata attraverso enormi manifestazioni di massa prima contro l’invasione e poi contro l’occupazione dell’Iraq. L’irresponsabilità del governo Berlusconi rischia di far diventare l’Italia territorio di guerra, esponendo la popolazione civile italiana alla tragica possibilità di essere oggetto di operazioni militari.

Il "Comitato Nazionale" fa appello a continuare la mobilitazione contro la guerra durante l’estate, e a preparare le condizioni affinché a settembre ed ottobre la raccolta di firme sulla petizione popolare possa vedere un’estensione ad altri soggetti politici, sociali e sindacali. Dal 25 aprile scorso le organizzazioni e i comitati locali che compongono il Comitato nazionale hanno già raccolto 100.000 firme. Un risultato molto positivo; ma si può fare molto di più. L’obiettivo rimane quello di consegnare al Parlamento Italiano, nel mese di novembre, 803.000 firme in calce alla richiesta di ritiro immediato dall’Iraq del contingente italiano e il disinvestimento dalle spese di guerra.

* A questo scopo è stata decisa una ulteriore strutturazione del Comitato, con la creazione di un gruppo di coordinamento che possa collegare tra di loro le numerose realtà locali che hanno aderito alla campagna, e che si occupi di amplificare la campagna sui mezzi di informazione. Compito del coordinamento sarà anche quello di allargare i soggetti promotori della raccolta di firme, rivolgendosi soprattutto alle organizzazioni della sinistra, ai sindacati conflittuali non concertativi, alle associazioni che si oppongono alla guerra. Il comitato ha deciso di riconvocarsi a Roma il 9 luglio prossimo.

Il Comitato Nazionale ha anche affrontato il tema dell’ampliamento delle basi militari USA nel Mediterraneo e in Italia. Washington punta esplicitamente a ri-orientare contro i paesi del Nord Africa e del Medio Oriente il suo apparato militare offensivo; il tutto nel quadro di quel progetto di "Grande Medio Oriente" che Bush persegue come strumento di dominio di tutto il Bacino del mediterraneo, di accerchiamento dell’Europa e di avvicinamento ai confini di Russia, Cina e India. Nel frattempo Israele dimostra la propria volontà di operare una espulsione di massa dei palestinesi dalle loro terre attraverso i bombardamenti indiscriminati, gli omicidi, la costruzione del Muro dell’Apartheid, la distruzione delle colture e dei pozzi.

La mobilitazione contro le basi militari straniere e il sostegno pieno al popolo palestinese affinché possa costituire un proprio stato indipendente acquistano un’importanza fondamentale all’interno della lotta contro la guerra. Il Comitato Nazionale propone al movimento contro la guerra le seguenti iniziative:

- Una mobilitazione in occasione della sentenza della corte internazionale di giustizia dell’AIA sulla costruzione da parte di Israele del muro dell’apartheid prevista per il 9 luglio prossimo.

- Una mobilitazione nazionale in solidarietà con la lotta del popolo palestinese e per la fine dell’occupazione dell’Iraq, da tenersi il 28 settembre in occasione dell’anniversario dell’inizio della Seconda Intifada.

- Una mobilitazione nazionale per il ritiro delle truppe occupanti dall’Iraq e per il diritto alla autodeterminazione dei popoli iracheno e palestinese, da tenersi il 9 novembre, giornata in cui verranno consegnate al Parlamento Italiano le firme raccolte sulla petizione popolare. L’indicazione è di far precedere alla manifestazione nazionale una settimana di raccolta straordinaria delle firme.

- Un convegno euro-meditterraneo per la chiusura delle basi dell’Alleanza Atlantica e degli Stati Uniti, da tenersi in Italia alla fine dell’autunno coinvolgendo i comitati locali che si battono contro l’aumento della militarizzazione del Mediterraneo.

Tra pochi giorni il Parlamento Italiano sarà chiamato a votare il rifinanziamento della missione italiana di occupazione dell’Iraq.

- Il 30 giugno si terrà una conferenza stampa del Comitato Nazionale per il ritiro dei militari dall’Iraq durante la quale sarà diffusa una lettera aperta ai parlamentari del centrosinistra e della sinistra affinché vi si oppongano, rispettando la volontà della stragrande maggioranza del popolo italiano.

(lunedì 28 giugno 2004)

Comitato nazionale per il ritiro dei militari italiani dall’Iraq

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