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Nasce l'osservatorio contro agromafie e caporalato intitolato a Placido Rizzotto

(1 Giugno 2012)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.dirittidistorti.it

Di ANTONELLA DE BIASI - Nasce l'Osservatorio Placido Rizzotto contro agromafie e caporalato. Su iniziativa della Flai Cgil, il comparto del sindacato che si occupa di agroindustria, un settore di punta che fa grande il made in Italy nel mondo ma che soffre la crisi e sempre di più è oggetto di contraffazioni alimentari.

L'Osservatorio ha l'obiettivo di monitorare e denunciare la diffusione di fenomeni di illegalità nel mondo delle produzioni agricole e dell'industria alimentare, nonché di raccogliere dati e formulare possibili soluzioni di contrasto che saranno raccolte in un rapporto annuale. Presidente del nascente Osservatorio, intitolato alla memoria del sindacalista corleonese barbaramente ucciso dalla mafia 64 anni fa, Stefania Crogi, segretario generale nazionale Flai Cgil; al magistrato Giancarlo Caselli la presidenza onoraria.

La cornice di lancio di questa nuova iniziativa in favore della legalità targata Flai è il Cafè de Paris, in Via Veneto a Roma. In molti ricorderanno la Dolce Vita e le atmosfere narrate al cinema da Federico Fellini, invece la cronaca più recente legata al Cafè de Paris parla di 'ndrangheta e non è un bell'affare. Questo posto, ora sequestrato alle 'ndrine, può essere un esempio del lavoro costante sul campo dell'antimafia di tutti quelli - sindacalisti, giornalisti, attivisti, società civile- che credono nel bene comune, nel valore del lavoro e in un'Italia senza mafie. Le infiltrazioni mafiose nell'agroindustriale rappresentano il 10% dell'intera economia mafiosa.

Le mafie nel settore agricolo e industriale fanno cartello, condizionano tutta la filiera. Il fatturato della criminalità legata a questo settore tocca i 150 miliardi di euro l'anno con un guadagno di circa 70 miliardi di euro l'anno, secondo i dati della Commissione antimafia. Gli illeciti delle agromafie toccano i 15,6 miliardi di euro di fatturato. Tra il 2006 e il 2009 il sequestro di prodotti agricoli contraffatti e commercializzati dalla criminalità è aumentato del 128%. Per non parlare dei dati riguardanti il lavoro nero: nei campi italiani 400mila lavoratori vivono sotto i caporali e 60mila hanno alloggi di fortuna senza i requisiti minimi di vivibilità e agibilità. Un lavoratore su due del settore agricolo è un lavoratore in nero.

A pagare le infiltrazioni mafiose sono come sempre i lavoratori e i consumatori. Il 25% dei beni immobili confiscati ha una destinazione agricola. «Ma non deve assolutamente passare il messaggio che questi beni funzionano solo in mano alle mafie – spiega Placido Rizzotto Jr. nipote del sindacalista – e che poi una volta sequestrati e passati sotto la gestione dello Stato le cose diventano difficili e non funzionano». «Se rimettiamo al centro le potenzialità di un settore così importante - dice Stefania Crogi, segretario Flai – la forte battaglia di emersione di tutto quello che è nero, eluso, evaso serve a colpire al cuore i problemi». L'osservatorio promuoverà entro l'anno il primo rapporto nazionale Agromafie, un dossier di lavoro per censire le realtà e mettere in campo le strategie per contrastare efficacemente il fenomeno.

01-06-2012

DirittiDistorti

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