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Perù: Agua SI, Oro NO! CONGA NO VA! Cajamarca Resiste.

Paro regionale indefinito contro il governo traditore e servo delle multinazionali

(7 Giugno 2012)

Perù, Giugno 2012: Alla vigilia della visita in Europa del presidente Ollanta Humala il popolo di Cajamarca alza la voce, con il Paro regional indefinido contro il governo delle multinazionali minerarie e delle oligarchie centrali, per la difesa dell'acqua e della terra.

el ultimo arbol

Una moltitudine assembra le vie e le piazze della città, con blocchi improvvisi, e una continua, determinata e pacifica sensibilizzazione della popolazione. Il movimento che si batte in difesa delle lagune montane e dell'acqua di questa parte delle Ande, vede da tempo la crescente partecipazione della popolazione, la cui maggioranza vive delle attività legate alla terra, alla agricoltura ed alla fiorente pastorizia delle valli montane. L'estrazione di minerali, di oro, in questa terra ha determinato già negli ultimi venti anni un crescente impoverimento del popolo e una progressiva distruzione dell'equilibrio ambientale e idrico. Alcune lagune e piccoli laghi sono già scomparsi, mentre da alcuni torrenti scende acqua avvelenata che distrugge ogni raccolto. Ma il progetto CONGA significherà l'espansione al quadrato dell'area estrattiva, utilizzando un metodo di estrazione intensivo a cielo aperto, attraverso lo svuotamento delle lagune e l'introduzione di enormi quantità di veleni e altri composti chimici utili alla estrazione dell'oro. In questo modo le multinazionali responsabili del progetto, e il governo corrotto di Lima, finiranno per distruggere la vita delle comunità di questa terra meravigliosa, verde, fertile, costringendole ad un nuovo esodo verso la vita infernale della capitale Lima.

In difesa dell'acqua si mobilitano intere comunità, città, organizzazioni politiche e sindacali di tutto il Perù, dai sindacati ufficlai fino alle organizzazioni appartenenti alla galassia del -ex- Movimento Rivoluzionario peruviano, a Cajamarca si mobilitano le organizzaizoni campesine, gli studenti, gli insegnanti raccogliendo la simpatia ed il sostegno di tutto il popolo. Localmente le stesse autorità regionali, come il presidente della regione Gregorio Santos minacciato per questo di repressione e di arresto dal governo centrale, si schierano in favore della protesta. Sulla vicenda Conga si sta aprendo dunque una vera e propria crisi istituzionale, dove l'esecutivo in carica, tradendo ogni precedente impegno elettorale, sta giocando la carta della forzatura militare, utilizzando le forze armate, come tristemente ricorre in questo paese, per attuare i propri propositi servili verso l'imperialismo e le oligarchie reazionarie che da sempre gestiscono il paese.

In Perù l'attuale presidente Ollanta Humala era stato eletto lo scorso anno da una alleanza di centro sinistra, con il voto determinante della regione di Cajamarca, come di quella del Cusco ugualmente interessata da una simile protesta. Il presidente Ollanta Humala aveva espresso il pieno sostegno alla lotta del popolo cajamarchino contro l'espansione della miniera ed in difesa dell'acqua, pronunciando parole chiare, disattese il giorno seguente la vittoria elettorale. Pochi mesi dopo lo stesso presidente destituisce il governo in carica e lo rimpiazza con un governo diretta espressione delle oligarchie interne e delle multinazionali straniere, istituendo anche lo stato di emergenza nelle regioni contestatarie. Mentre del programma riformatore iniziale e dei presunti propositi di inclusione sociale si è persa ogni traccia, le forze armate vengono inviate a gestire il conflitto sociale, comportando la morte di almeno 14 oppositori, il ferimento e l'arresto di numerosi manifestanti e diversi attacchi da parte di forze speciali contro giornalisti indipendenti. In pratica il Perù seguita ad essere governato, così come in una dittatura, sempre dalle stesse forze, molte delle quali colluse con la precedente dittatura fujimorista, benché queste in teoria avessero perso le elezioni, cioè contro il volere del popolo.
Il Paro indefinito della regione di Cajamarca prosegue, nonostante le provocazioni, la disinformazione mediatica, il silenzio e disinteresse del mondo...

Adriano Ascoli (Cajamarca, Perù, 7-6-2012)

la gran farsa

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