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    Pd–Pdl-Udc, Fronte unico della borghesia

    (9 Giugno 2012)

    anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.webalice.it/mario.gangarossa

    Chi giudica sulla base dei chiassosi dibattiti politici televisivi, può avere l’impressione di una contrapposizione radicale tra PD e PDL. Una visione molto più vicina alla realtà si ha leggendo la dichiarazione di voto della Finocchiaro, dove, per chi sa vedere oltre lo schermo dei numerosi passi retorici, si svela la vera natura del PD.

    Questo discorso ha suscitato una notevole polemica sul web, con una forte contestazione da parte di militanti del PD, sintetizzata dal messaggio di Paola Castro alla Finocchiaro : “Voglio che tu sappia che mi fate schifo”. Molte polemiche riguardano, inoltre, la parte finale della dichiarazione di voto, in cui si ringrazia la Fornero “per il coraggio e la determinazione”. E’ giusto mettere in rilievo queste dichiarazioni eclatanti, ma ci sono altri punti molto più importanti di questi convenevoli tra alleate e complici.

    Finocchiaro parla “dell’ottimo lavoro svolto di concerto dai Gruppi parlamentari e dai due relatori in Commissione, un esempio di quella capacità di mediazione e di compromesso delle politiche riformiste…” Nelle osterie televisive si scannano per confondere la platea, ma quando si tratta di far pagare ai lavoratori e alle classi sfruttate il peso della crisi, lavorano d’amore e d’accordo.

    Tuttavia “non si è compiuta fino in fondo l’opera.”, cioè regolare il mercato del lavoro, per la crisi, ma anche per ragioni politiche: “Tra i molti ideologismi che hanno interferito con la definizione di questo testo, ma che non sono riusciti per fortuna ad avvelenare i pozzi del confronto, c’è stato quello continuamente incombente della contrapposizione tra interessi dell’intrapresa italiana e interessi dei lavoratori e delle lavoratrici”. In altre parole, ciò che potrebbe avvelenare il pateracchio parlamentare è la lotta di classe, qui presentata come puro ideologismo. I vecchi liberali prendevano atto della lotta di classe, fascisti e clericali la sconfessavano, il PD neppure la nomina e al suo posto usa espressioni involute, ma, non potendo negarla in assoluto, cerca di ridurla a un fantasma o a un pericolo. “Se avessimo assecondato questa deriva, oggi ci troveremmo dinanzi a un fallimento, piuttosto che a un risultato. Rivendico dunque al mio gruppo parlamentare e al mio partito di essere sfuggiti a tale rischio… Non sia mai che il PD assecondi questa “deriva”, cioè le rivendicazioni dei lavoratori contro il capitale! Non può farlo perché, anche se non lo riconosce, appoggia gli interessi della borghesia.

    Ma Finocchiaro vuole scongiurare, non solo la lotta di classe contro il sistema capitalistico, ma persino la lotta sindacale entro il sistema, sostituendola con “la partecipazione dei lavoratori alle imprese, lo strumento della bilateralità e lo spazio negoziale, allargato alle parti sociali, nella gestione delle forme contrattuali.” Quindi, al posto degli scioperi, una concertazione permanente tra governo e parte sociali, in altri termini un accordo tra Confindustria e burocrati sindacati, ai quali i lavoratori dovrebbero dare una delega permanente. Di fatto, la borghesia sceglie chi deve rappresentare i lavoratori. Che si proponeva di diverso il corporativismo fascista? La differenza è che qui si usano strumenti parlamentari, ma i fini sono gli stessi.

    Regolare il mercato del lavoro era impossibile nel passato, per il continuo variare della domanda e dell’offerta, e lo è ancor più oggi, in cui ogni giorno si trasferiscono capitali più ingenti del PIL annuo della Francia, i miliardari emigrano nei paradisi fiscali, le fabbriche sono trasferite da un paese all’altro, milioni di lavoratori perdono il lavoro. Nel linguaggio mascherato della parlamentare PD, regolare il mercato del lavoro significa in realtà mettere la museruola alle rivendicazione degli operai, degli statali, dei disoccupati, dei pensionati.

    Ci sono poi autentiche perle come “ l’aggressione della disparità tra garantiti e non garantiti sul mercato del lavoro”. La Fornero parla apertamente di licenziabilità degli statali, la Finocchiaro usa un linguaggio più velato, ma dice sostanzialmente la stessa cosa.

    Che conclusione trarre? Bersani e i suoi alleati Berlusconi e Casini, non solo sono complici di questo governo, ma, nelle questioni essenziali, dall’attacco ai lavoratori alla tassazione iniqua, dalla conferma delle spedizioni militari all’acquisto degli onerosissimi e difettosissimi F-35, agiscono come un unico partito della borghesia, il PD- PDL-UDC, cui si possono aggiungere le residuali frange finiane e rutelliane e un’opposizione burletta, e che i contrasti, esplosivi soprattutto in periodi elettorali, non derivano da conflitti programmatici, ma sono solo rese di conti tra correnti dello stesso fronte borghese, del tutto analoghe alle guerre per bande e ai colpi bassi che si verificano nel mondo della finanza (es. caso Strauss – Kahn) o nella casa dei veleni vaticana.

    5 giugno 2012

    Michele Basso

    Fonte

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