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(10 Ottobre 2011) Enzo Apicella

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(Di lavoro si muore)

L'Ilva uccide anche a Novi Ligure (AL)

(10 Giugno 2012)

Giovedì sette giugno, ore 20:00 circa, stabilimento Ilva di Novi Ligure: un capoturno trentaquattrenne - originario di Napoli, ma ormai da anni residente a Lerma, una ridente località sulle colline dell'Ovadese, famosa per la produzione di un ottimo vino dolcetto - Pasquale La Rocca, è alla guida di un muletto con l'aiuto del quale ha appena scaricato un bancale di cunei di legno atti a formare la culla sulla quale verranno appoggiati i rotoli di acciaio appena prodotti.

Improvvisamente, in seguito ad una manovra azzardata che provoca la sterzata eccessiva di una ruota, il mezzo si inclina e successivamente si ribalta; per l'operaio, che non porta le cinture di sicurezza allacciate, non c'è nulla da fare: reta schiacciato sotto il pesante veicolo di servizio.

Fin qui la cronaca dell'ennesimo infortunio mortale sul lavoro; il lato peggiore della vicenda è rappresentato però da ciò che accade subito dopo: nessuno dei responsabili della fabbrica ordina di fermare gli impianti, come sarebbe doveroso in questi casi.

La produzione si ferma comunque: ma ciò avviene dopo quasi un'ora, quando la notizia trapela in tutti i reparti, ed i lavoratori scendono in sciopero spontaneamente, dando vita ad un presidio davanti ai cancelli.

I sindacati interni si affrettano a precisare che non si tratta di uno sciopero contro l'azienda, chiarendo che "chi ha detto che la fabbrica ha continuato a lavorare ha detto il falso. Non abbiamo notizia di ordini contrari allo sciopero impartiti dai dirigenti dei reparti"; peccato che a sconfessare questa dichiarazione pensi il segretario provinciale della Uilm-Uil di Alessandria, Antonello Dell'Omo, che lamenta la "mancanza di un po' di umanità, e della scelta di bloccare la produzione".

A prima vista può sembrare incredibile che i sindacati aziendali dichiarino il falso per proteggere il padrone; lo diventa assai meno se si legge questo fatto alla luce di ciò che sta accadendo all'Ilva di Taranto; qui, da poco, si è organizzato il Cobas diretto dallo Slai Cobas per il sindacato di classe, che sta rapidamente crescendo: i confederali temono il possibile contagio dello stabilimento alessandrino, e cercano - buttando acqua sul fuoco della rabbia operaia - di smorzare sul nascere qualunque ipotesi di organizzazione dei lavoratori in un sindacato che fa realmente il suo mestiere di difesa dei loro interessi.

Novi Ligure (Al), 09 giugno 2012

Stefano Ghio - Proletari Comunisti Genova

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