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Digitale terrestre: nuovo affare per Mediaset

(9 Luglio 2004)

Avevamo ragione, purtroppo, quando abbiamo sostenuto che la legge 3 maggio 2004 n. 112, chiamata legge Gasparri, altro non era che un atto legislativo teso a favorire esclusivamente gli interessi economici ed editoriali di Mediaset, ancora oggi proprietà indiscussa del presidente del consiglio nonostante il tanto blaterare sui vari conflitti di interesse che lo riguardano.

Vediamo rapidamente alcuni passaggi della vicenda:

1) con l’apparire di Sky nel digitale – criptato satellitare di proprietà dell’australiano Murdoch, amico di affari con Berlusconi, tutti i pruriti antitrust di Mario Monti, commissario europeo contro le posizioni dominanti, sono improvvisamente scomparsi e si è permesso a Sky di diventare monopolista della piattaforma satellitare in Italia. Il nostro governo non è stato neanche in grado di elencare per legge quali avvenimenti di notevole importanza non potevano essere criptati concedendo così spazio amplissimo alle iniziative ed alla posizione dominante di Sky.

2) la citata legge, ed i conseguenti decreti e decretini emanati solo per salvaguardare gli interessi economici del presidente del consiglio , introduce il digitale terrestre con l’intento di motivare la violazione e la messa sotto i piedi delle sentenze della Corte Costituzionale che stabilivano la illegittimità, trascinatasi per anni, di un privato detentore di tre reti televisive. Con questa legge si è permesso a Mediaset di continuare ad introitare circa 700 miliardi di vecchie lire per la pubblicità che altrimenti sarebbero andate perdute.

3) naturalmente, ed al solo fine di prendere in giro le sentenze della Corte Costituzionale, la legge lega l’accertamento della diffusione del digitale ad una indagine della ineffabile Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (garanzie per chi?) che accerta:

a) la quota di popolazione coperta dalle nuove reti digitali terrestri che non deve essere inferiore al 50%

b) la presenza sul mercato del decoder a prezzi accessibili (!!!)

c) l’effettiva offerta al pubblico su tali reti anche di programmi diversi da quelli analogici.

Naturalmente l’Autorità ha accertato positivamente l’esistenza delle tre condizioni (!!!) e Rete 4 ha continuato a trasmettere in analogico utilizzando frequenze destinate ad altri operatori e permettendo a Mediaset di intascare i 700 miliardi annui prima detti.

4) passato il pericolo (e gabbato il santo) ora Mediaset con l’avallo e l’aiuto del presidente della lega calcio Galliani (altro clamoroso conflitto di interessi) lancia in grande stile una piattaforma digitale terrestre a pagamento mettendo sotto contratto le tre grandi squadre di calcio del nord utilizzando, sembra, tecnologie messe a punto dalla Rai. Se la manovra avrà successo, e con la permanenza di Berlusconi e Galliani non vi è dubbio alcuno, la Rai servizio pubblico verrà ulteriormente emarginata come presenza e ruolo dal campo radiotelevisivo poiché nel 2006, data di spegnimento dell’analogico, avremo uno scenario di questa natura:

a) satellite di proprietà assoluta di Murdoch con costi sempre più alti per ricevere i suoi programmi: costi stimati in almeno 1.000 euro l’anno più gli impianti;

b) digitale terrestre in cui la parte del leone la farà Mediaset con parte di programmazione in chiaro (costo solo del set – box) ed un’altra parte, quella più appetibile, a pagamento. Costi ancora non quantificabili ma certamente molto, molto più alti dell’attuale canone Rai;

c) servizio pubblico sempre più povero di offerte, sempre più emarginato, senza più un vero ruolo da svolgere: una radio e televisione cioè per sfigati e per coloro che non potranno permettersi gli altissimi costi delle opzioni precedenti.


E la Rai, ci riferiamo ai suoi attuali vertici, cosa sta facendo? Come sta reagendo?

E’ evidente che il presidente del consiglio in questi tre anni di predominio assoluto ha inserito in Rai dei veri e propri cavalli di Troia che hanno solo il compito di perpetrare all’interno una crisi ed una paralisi di progettazione e di idee al fine di non disturbare più di tanto il manovratore. Ed oggi con l’interim del Tesoro è diventato anche il padrone della RAI oltre che di Mediaset e quindi la dipendenza e la subalternità di Rai a Mediaset verrà ulteriormente evidenziata.

Ci domandiamo: a cosa serve sbandierare con insistenza utili di bilancio realizzati a scapito delle innovazioni tecniche, tecnologiche e di prodotto le uniche che possono garantire un futuro per il servizio pubblico? Vogliono forse donare (!!) al governo ed all’azionista (ministero del tesoro e cioè Berlusconi) risorse economiche da destinare magari all’acquisto di decoder per accelerare il disegno prima descritto?.

Ci domandiamo: la Gasparri prevedeva un ruolo centrale del servizio pubblico per la sperimentazione del digitale terrestre. Quale è stato nel concreto tale ruolo? Il digitale per conto Rai è stato realizzato tutto all’esterno (DMT, SIRTI, RHODE SWARZ) senza una reale e seria verifica della copertura di legge del 50% del territorio delle reti del servizio pubblico(RAI 1- RAI 2- RAI 3) cosa sfuggita alla citata Autorità.

E quando verrà pagato quanto dovuto alle Società prima nominate?. Ad esse in totale spettano, circa, 50 milioni di euro: fatture oggi non ancora pagate (1.a tranche) che assorbono di fatto tutto o quasi lo sbandierato (ed inconsistente) bilancio attivo denunciato in questi giorni.

Altre perplessità derivano dalla considerazione che complessivamente il valore delle tranches successive è stimato intorno ai 200 – 250 ml di euro (Sole 24 Ore del 9 ottobre 2003).

Abbiamo il fondato sospetto che la pazienza dei creditori nasconda uno sviluppo clamoroso della vicenda e cioè: non mi paghi quanto dovuto, la rete digitale rimane di proprietà delle società che l’hanno realizzata che la venderanno a qualche altro operatore pronto dietro la porta.

Per contro la Rai ha puntualmente pagato l’acquisto di alcune frequenze ed impianti in particolare, ad esempio, di TV7 Lombardia (ex Lombardia 7- 24 milioni di euro), di TV Set (7,5 milioni di euro), (cfr “La Repubblica del 25 settembre 2003) guarda caso riconducibili ad un noto parlamentare vicino al presidente del consiglio

Ci domandiamo: perché la Rai non è mai scesa in campo con forza per una propria forte presenza nel satellitare e nel digitale terrestre nonostante lo Snater e, forse, l’Usigrai abbiano proposto una via, economica e tecnica, percorribile per costituire piattaforme satellitari e digitali fin dai tempi del Direttore Generale Saccà?

Quali leggi impediscono ciò al servizio pubblico e lo permettono invece al privato?

Basta leggersi almeno la legge Gasparri per comprendere quanto di falso, e quindi colpevole, è presente nelle dichiarazioni degli attuali vertici.

Ci domandiamo: perché si tollera da mesi e mesi un vertice dirigenziale monco in modo clamoroso dopo le dimissioni, motivate, dell’Annunziata e ci si preoccupa solo di nomine, di ordini di servizio, di nuove organizzazioni (in qualche caso ridicole) che aumentano l’instabilità e la paralisi interna?

Ci domandiamo : perché si continua a dismettere importanti attività specifiche del servizio pubblico (Onda Media, DAB ….) e si continua imperterriti nella strada di societarizzare e privatizzare pezzi di core-business della Rai - servizio pubblico - (Rai International, ….) e si briga addirittura per comprenderla nella legge Gasparri?

Ci domandiamo: cosa stanno facendo di concreto i partiti dell’opposizione per impedire lo scempio del servizio pubblico e cosa sta facendo la Commissione Parlamentare di Vigilanza in questa direzione?

Ci domandiamo: cosa stanno facendo le altre OO.SS. della Rai ed in particolare la SLC-CGIL che si è sempre dichiarata contro i contenuti della Gasparri?

Ci domandiamo, ci domandiamo, ... ?????

Quante domande alle quali purtroppo i nostri vertici non daranno mai risposte.

Dirigenti, giornalisti, quadri, impiegati, operai: sveglia.

Roma, 06 Luglio 2004

S. N. A. TE. R.
Segreteria Generale

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