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I lavoratori scioperano, lo Stato bastona e arresta

(16 Giugno 2012)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.webalice.it/mario.gangarossa

Lunedì 11 giugno un duro pestaggio della polizia si è abbattuto sui lavoratori delle cooperative della logistica “Il Gigante”, a Basiano, nel milanese. Il motivo dello sciopero, in questo settore da qualche anno in grande fermento, è il cambio d’appalto, pretesto per dimezzare i salari sostituendo tutti i dipendenti con nuova manodopera disperata. Gli scioperanti chiedono solo l’applicazione del contratto di categoria e la fine della trattenuta "sociale" di 2.500 euro annui.

Quei lavoratori non si sono lasciati intimidire dalle continue minacce mafiose dei titolari delle "cooperative", e nemmeno si sono rassegnarsi per il rifiuto di appoggio e solidarietà di classe dei sindacati di regime, schierati con padroni e padroncini a tenerli separati ed opposti agli altri lavoratori. Hanno quindi dovuto intraprendere risolutamente la strada della loro riorganizzazione, nel S.I.Cobas, e della lotta. Hanno risposto con la loro sola arma, lo sciopero ad oltranza e i picchetti per trattenere i crumiri.

Ne è seguito un episodio, l’ennesimo, di guerra di classe, con l'immediata reazione del democratico Stato dei padroni, con feriti ed arresti. Ma i bastoni e i lacrimogeni delle "forze dell'ordine" hanno incontrato una la coraggiosa e determinata resistenza.

Nessun democratico, né di destra né di sinistra, ha mosso un dito per appoggiare la lotta di questi nostri fratelli di classe. Solo sono piovuti "messaggi di solidarietà" da quei partiti e sindacati che quotidianamente bloccano ogni resistenza operaia nelle fabbriche e nel paese.

Dicono che si è trattato, "solo", di lavoratori stranieri, egiziani e pakistani. Ma i lavoratori non hanno patria, recita il Manifesto dei Comunisti, e lo stesso trattamento attende i proletari di ogni paese che si ribelleranno ai soprusi del capitale. È il capitalismo stesso che riunisce in un’unica armata proletari di ogni continente, e i lavoratori stranieri lottano con i metodi e per gli obbiettivi di tutta la classe operaia, che è una classe di senza riserve e che non ha da perdere se non le proprie catene. La sola differenza è che questi operai non possiedono neppure quella misera scorta che il capitalismo ha per breve tempo concesso ai lavoratori dei paesi occidentali, come sonnifero per assopirne gli istinti di classe. Presto la loro sarà la condizione di tutti i proletari.

Lo Stato del capitale, anche se a governo democratico, sarà sempre incondizionatamente dalla parte dei padroni e dispiegherà sempre la sua forza per difenderne gli interessi, colpendo e cercando di intimorire i proletari. I lavoratori traggano da questa vicenda la sola lezione possibile: solamente una classe affasciata in un potente sindacato di classe può pensare sia di resistere agli attacchi del mostro borghese, sia di incamminarsi verso la loro completa emancipazione da questo agonizzante ma sempre lurido modo di produzione.

16 giugno 2012

volantino per la manifestazione del 16 giugno a Milano

Partito Comunista Internazionale

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