">

IL PANE E LE ROSE - classe capitale e partito
La pagina originale è all'indirizzo: http://www.pane-rose.it/index.php?c3:o34584

 

La fabbrica Arvedi (Cremona), come tutte le altre, funziona per fare profitto con lo sfruttamento dei lavoratori e costituisce un problema per l'ambiente.

(21 Giugno 2012)

La questione dell'emissione di diossina, micropolveri e microparticelle nella fabbrica del sig.Arvedi ha avuto, fra gli altri risultati, quello di far sorgere una sorta di pensiero unico e totalitario in difesa del titolare dell'azienda. Questo pseudo-pensiero criminalizza tutti quelli che, anche timidamente, vogliono far emergere le problematiche negative conseguenti l'emissione di diossina e altro, anche se dentro i limiti di legge, e la questione dell'inquinamento acustico. Temi questi più volte sollevati dai cittadini delle aree limitrofe e oggetto di un esposto da parte di alcune associazioni ambientaliste e mai presi in considerazione né dall'azienda, né tanto meno dal Comune e dalla Provincia di Cremona e neppure da CGIL (FIOM sempre più subordinata e silente), CISL E UIL che si preoccupano più dell'immagine della ditta che non della salute degli operai e dei cittadini. Si è creata una sorta di timore riverenziale attorno al ruolo di Arvedi, titolare dell'acciaieria, ma anche con interessi nella stampa locale, finanziatore del museo del violino, proprietario di una squadra di calcio e sponsor di parecchie iniziative. Insomma attorno all'acciaieria Arvedi si respira un clima insopportabile di paternalismo apparentemente bonario, ma sostanzialmente autoritario e ricattatorio. NOI VOGLIAMO CONTRIBUIRE A SPEZZARE QUESTO CLIMA, nonostante vi sia la copertura e l'avallo delle maggiori organizzazioni sindacali.

Ma ritorniamo al problema dell'emissione di diossina e altre sostanze: secondo l'azienda, le istituzioni locali e CGIL,CISL e UIL il problema non sussisterebbe perché le rilevazioni fatte dall'ARPA di Cremona avrebbero registrato una quantità di emissione dentro i limiti di legge, comunque le emissioni ci sono. Ma questi signori sanno, come sostengono alcune associazioni ambientaliste, che le diossine, le microparticelle e le micropolveri con gli anni possono influire negativamente sull'organismo, anche se assunte in piccole quantità? Questi signori sanno che la UE ha posto come limite oggettivo accettabile la soglia di 0,1 ng/m3, mentre la rilevazione recente dà un dato superiore (0,16), QUINDI FRA 4 ANNI SARA' FUORI LEGGE RISPETTO ALLE NORME DELL'UE? Questi signori sono al corrente dei danni che può provocare un costante inquinamento acustico sul piano dell'equilibrio psico-fisico? Basterebbe ascoltare i cittadini di Spinadesco e Cavatigozzi, che da anni subiscono questo supplizio. Secondo l'Arpa e il suo capo Beati, l'acciaieria non sarebbe assolutamente inquinante e di questa affermazione ne fa un'ideologia, basta recuperare alcune sue generiche affermazioni sul tema. Ma a nessun partito o sindacato viene in mente di ricordare che cos'è l'ARPA, da chi sono nominati i suoi dirigenti (direttamente da Formigoni), delle gravi responsabilità che l'ARPA di Cremona ha avuto nel contribuire a concedere l'autorizzazione della discarica di amianto di Cappella Cantone, che il numero 2 a livello regionale

(Rotondaro) di questo organismo è stato in galera per corruzione e altro? Per non dimenticare sul piano più generale tutto ciò che è accaduto in termini di malaffare durante “il regime di Formigoni” riguardo le questioni ambientali. Quindi l'ARPA non è un organismo autonomo in questo contesto e le sue deduzioni hanno valenza relativa. Per valutare obiettivamente la reale situazione di inquinamento all'acciaieria Arvedi occorre un organismo terzo e veramente indipendente, che compia analisi, studi e controlli reali. Tale struttura dovrebbe essere composta da tecnici, scienziati ed esperti non invischiati in trame affaristiche locali e non. Aggiungiamo un altro fatto che a noi sembra quantomeno curioso: periodicamente i rilevamenti (come previsto dall'AIA – Autorizzazione Integrata Ambientale) li fa la ditta Arvedi, almeno 2 volte l'anno e “naturalmente” non è mai stato evidenziato nulla di irregolare.

In sostanza un problema Arvedi esiste e non solo per noi, come dimostrano le seguenti dichiarazioni di Angiolini, Balestreri e Talamazzi, medici dell’ISDE – Medici per l’Ambiente – Sezione di Cremona: “E' normale che i limiti di legge per le emissioni al camino vengano rispettate. Il contrario sarebbe appunto "inammissibile". Diossine, furani e metalli pesanti sono sostanze che si accumulano nella catena alimentare ed hanno un’emivita molto lunga, cioè, una volta assorbite, impiegano molto tempo (anni) per essere eliminate….. Il rispetto dell’attuale limite di legge non garantisce la protezione della salute umana, ma rappresenta un compromesso fra esigenze produttive e tutela della salute stessa. Anche per molte altre sostanze i limiti sono stati abbassati nel corso degli anni (es. : arsenico, benzene, ecc)….. E’ vivacemente dibattuto il limite da adottare per le diossine emesse da acciaierie: 0,5 ng/m3 per Regione Lombardia; 0,1 per la C. E. (che considera le acciaierie di seconda fusione al pari degli inceneritori), limite che entrerà in vigore in Italia nel 2015. I cittadini parlano giustamente del limite "europeo" di 0,1 e non di quello adottato da Regione Lombardia. Come vediamo un paio di rilievi del 2009 (secondo tabella pubblicata dal quotidiano La Provincia di Cremona) superano comunque gli 0,1 ng/m3 (0,16), e quindi non sono "ben al di sotto" del limite di legge. Invece di criminalizzare i cittadini, le Istituzioni a nostro avviso, dovrebbero comprendere i timori della popolazione e tutelarla con indagini autonome (reti di monitoraggio, matrici alimentari, indicatori di bio-accumulo, ecc.), come già avvenuto a Brescia e Trento, dove si effettuano dosaggi sugli ortaggi, sulle polveri depositate nel perimetro degli stabilimenti, nei sedimenti fluviali, nella fauna ittica, ecc.. Due rilievi all'anno al camino non sono sufficienti per caratterizzare l'impatto ambientale e sanitario di questo tipo di emissioni. L'affermazione dei sindacati sulla salute dei lavoratori non ha validità scientifica in assenza di indagini epidemiologiche appropriate, di cui andrebbero resi noti i risultati in forma anonima. Riteniamo pertanto che l'informazione dei lavoratori e dei cittadini non sia stata diffusa correttamente e che ciò sia la causa principale delle incomprensioni e delle tensioni in atto”.

Non saranno certo le minacce e i ricatti a fermare la denuncia politica e culturale contro la pericolosità dell'acciaieria. Né tanto meno i ricatti fatti dall'azienda che minaccia di chiudere se non cessano le polemiche che offuscano la sua immagine. Noi sappiamo che questo è un pretesto per nascondere le difficoltà di Arvedi sul piano della concorrenza internazionale. Infatti Cina e India stanno immettendo sul mercato europeo tipi di acciai molto concorrenziali sul piano della qualità e dei prezzi. Questa è la verità che nessuno osa buttare in faccia “al padrone” e che sindacati, tutti i partiti e i politici non prendono neppure in considerazione, impegnati come sono (chissà perché...) a tenere “bordone” ad Arvedi e a fare dichiarazioni agghiaccianti sulla necessità di chiudere questa polemica. SAPPIANO che checché ne pensi qualche parlamentare della zona, NON CI PUO' ESSERE SCAMBIO TRA SALUTE E LAVORO, SAREBBE UN RICATTO CRIMINALE e chi lo dovesse accettare sarebbe complice di un crimine!

Milano, 19 giugno 2012

SU LA TESTA - L'altra Lombardia

16536