">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale e lavoro    (Visualizza la Mappa del sito )

Picninc

Picninc

(20 Agosto 2013) Enzo Apciella

Tutte le vignette di Enzo Apciella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(L'unico straniero è il capitalismo)

Roma, 17 giugno: gli immigrati in piazza per i propri diritti e per quelli degli italiani

(21 Giugno 2012)

com immigr dal 2002

Avrebbe forse meritato maggiore attenzione, da parte delle realtà dell’antagonismo sociale, la manifestazione che il Comitato Immigrati in Italia ha svolto a Roma il 17 giugno. Lavoratrici e lavoratori provenienti da Romania, Ucraina, Filippine, Bangladesh, Perù, Ecuador, Colombia, Capo Verde, Eritrea, Romania, Egitto e Ghana vi hanno espresso con forza le proprie istanze, con interventi in cui la rivendicazione dei propri diritti faceva tutt’uno con il racconto di esperienze concrete. E con la ricerca di unità con quei nativi che vivono sulla propria pelle gli effetti della crisi del capitalismo. Una spinta, questa, testimoniata del gradimento mostrato verso gli interventi di altre realtà (Organizzazione Comunista Internazionalista, redazione romana del Pane e le rose, Confederazione Unitaria di Base). E confermata – come ci ha spiegato in piazza Luz Miriam Jaramillo – della partecipazione alla manifestazione che domani mattina si svolgerà nella capitale, nel giorno dello sciopero del sindacalismo di base contro le politiche anti-popolari del Governo Monti.

Oggi, in piazza, è risuonato con vigore un annuncio: il Comitato Immigrati riprende la lotta. Quali sono stati i passaggi che hanno preceduto questa manifestazione?
Guardate, noi a partire dal nostro congresso, che ha avuto luogo in aprile, abbiamo deciso di ricominciare la lotta. Nei mesi scorsi siamo andati a parlare con tutte le comunità che hanno accompagnato le nostre iniziative negli anni passati, così da avviare un percorso di riunificazione degli immigrati attorno ad obiettivi precisi. Purtroppo, la crisi, in questa fase, non è solo economica e sociale, ma anche organizzativa, nel senso che si registrano maggiori difficoltà a far scendere le persone in piazza. Molti immigrati sembrano aver perso la fiducia. Un po’ come tutti, perché in questo momento l’impressione è che i lavoratori in generale sottovalutino le proprie forze. Nel corso delle discussioni con le diverse comunità, abbiamo insistito sulla necessità di riprendere la mobilitazione, perché solo attraverso di essa è possibile ottenere miglioramenti nelle condizioni di vita e di lavoro, conquistando quei diritti, anche elementari, che ancora ci vengono negati. Questo sforzo, qualche risultato lo ha ottenuto: oggi le comunità più rappresentative degli immigrati erano presenti ed hanno espresso contenuti politici piuttosto chiari. Questo per noi è tanto.

Puoi specificare i vostri obiettivi?
Oggi in particolare siamo scesi in piazza per ottenere una sanatoria generale per tutti, che non dimentichi coloro che sono stati truffati nel 2009, perché il loro problema non è ancora stato risolto e continuano a non ricevere risposte da parte del Governo. Inoltre noi chiediamo la cittadinanza per i bambini nati o cresciuti qui in Italia. Senza scordare tutti i problemi che, in questo momento ci accomunano con i lavoratori italiani, come la perdita del lavoro, la questione della casa ed i tagli ai servizi sociali.

Quindi, per voi, non c’è stato un salto di qualità dal governo Berlusconi a quello guidato da Monti, che vanta nella sua compagine anche un ministro dell’integrazione di matrice cattolica, ritenuto portatore di una logica accogliente?
Da quando esiste, il Comitato Immigrati non ha espresso fiducia nei confronti di nessun governo, di destra o di sinistra che fosse. Anche oggi, non crediamo che il governo Monti ci darà qualcosa. Né lo riteniamo in grado di risolvere la crisi in atto, che è una crisi del sistema capitalistico nel suo complesso, dunque non affrontabile in modo adeguato da parte di nessun governo borghese, politico o tecnico che sia. Monti, a ben vedere, non potrà far altro che acutizzare ulteriormente i problemi del popolo italiano e dei lavoratori in particolare, nativi o immigrati che siano.

Oggi, in più di un intervento si è fatto riferimento allo sciopero del sindacalismo di base. Voi il 22 in piazza ci sarete?
Certamente. Noi il 22 saremo presenti perché condividiamo gli obiettivi dello sciopero. Tenete presente che, nel 2003, abbiamo partecipato alla campagna referendaria relativa all’estensione dell’articolo 18 ai lavoratori delle piccole imprese. Oggi che il governo lo vuole togliere a tutti, non possiamo che opporci. Inoltre, in questa fase, stiamo portando avanti un percorso di iniziativa comune con la Confederazione Unitaria di Base, che ha promosso lo sciopero con le altre realtà del sindacalismo di base.


State seguendo le lotte che i lavoratori immigrati stanno portando avanti nelle cooperative della logistica, in Emilia ed in Lombardia, spesso affrontando livelli repressivi molto alti?
Sì, su questo siamo informati. Siamo anche molto colpiti dalla radicalità e dal coraggio di questi lavoratori, nonché dalla loro capacità di aggregare attorno a sé le realtà dell’antagonismo locale. Purtroppo, però, anche questo dato, molto positivo, non cambia la situazione complessiva. E’ come se oggi le lotte non appartengano ad un corpo unico. In sostanza, proprio conflitti come quello di cui stiamo parlando, richiamano alla necessità non solo di una unità su scala cittadina, ma di un vero e proprio coordinamento delle lotte a livello nazionale. Se non si lavora per questo obiettivo, le lotte, anche quelle più incisive, rimarranno in fondo isolate.

Quali saranno le prossime iniziative, da parte vostra?
Intanto, cercheremo di essere presenti a tutti i momenti di contestazione delle politiche antisociali promosse da questo governo. Poi, per il mese di ottobre stiamo preparando una manifestazione davanti al Parlamento, per chiedere la cittadinanza per i nostri figli, per fare in modo che l’Italia abbandoni finalmente il criterio barbaro dello ius sanguinis.

A cura di Il Pane e le rose – Collettivo redazionale di Roma

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Ultime notizie del dossier «L'unico straniero è il capitalismo»

Ultime notizie dell'autore «Il pane e le rose»

8828