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“Teorema Cosenza”: rinviato a giudizio il “Sud Ribelle”

(10 Luglio 2004)

Il giudice per le udienze preliminari Giuseppa Ferrucci ha accolto pienamente il castello accusatorio inventato dai Ros e perseguito dal PM Fiordalisi, rinviando a giudizio 13 compagni/e per “cospirazione politica mediante associazione sovversiva denominata Sud Ribelle”. Per come sono andate le udienze, per il rigetto di tutte le istanze della difesa (compresa la prova cardine di visionare/periziare le intercettazioni telefoniche su cui si basa l’accusa), era scontato che la gup non sconfessasse questa mostruosa inchiesta, visto che tra l’altro dispensa promozioni e prebende agli inquirenti: la ex gip Plastina promossa al Ministero, il PM Fiordalisi trasferito alla Procura di Paola, da cui era stato allontanato!

Il collegio di difesa aveva già denunciato pubblicamente la gup ricusandola, nonché presenziando parzialmente alle udienze e dando vita, con parlamentari, giuristi e forze sindacali e sociali (tra cui Cobas, Fiom, Arci), all’ “Osservatorio contro la persecuzione del dissenso”, capace di seguire il processo di Cosenza, di denunciare gli abusi, di allargare la partecipazione per liberarci dei reati associativi e d’opinione con cui il potere tradizionalmente criminalizza gli oppositori e le lotte sociali.

Stanti questi risultati, la procura di Cosenza rimane un centro di potere allineato alle direttive governative, che né la grande mobilitazione popolare, né le forti prese di posizione degli amministratori locali, dell’Università della Calabria e del vescovo, sono riuscite finora a scalfire. Le istituzioni governative hanno ordinato la vendetta nei confronti dei no global che hanno osato contestare i vertici di Napoli e Genova (la gup ha accettato la costituzione di parte civile di Berlusconi e ministri vari che pretendono un risarcimento di 5 milioni di euro per “danni all’immagine”!), la complice e solitaria procura di Cosenza ha eseguito, la giustizia ha fallito!

La procura di Cosenza merita da tempo l’attenzione del CSM e un’indagine parlamentare: nell’ambito della sua giurisdizione, negli anni più recenti, ci sono stati 22 morti ammazzati, collusioni tra mafie e politici, traffici illeciti, legalità sotto tiro; su questo poco si indaga, ma si trova il tempo e lo spreco di uomini e mezzi per inchieste fasulle, rifiutate dalle procure di Napoli e Genova, luoghi dove sarebbero avvenuti i fatti contestati.

Discorso a parte sui Ros, il cui deviazionismo istituzionale è documentato dal rinvio a giudizio a Milano del suo comandante Ganzer e altri compari per “associazione a delinquere armata”, e soprattutto dalle molteplici inchieste artefatte e orchestrate ai danni di realtà di sinistra e comunità islamiche, che non hanno retto il giudizio di merito che ha mandato sempre assolti gli arrestati-imputati.

La Confederazione Cobas, mentre esprime tutta la solidarietà e l’affetto agli accusati (tra di loro, due membri dell’esecutivo nazionale Cobas e altri attivisti), si fa parte attiva del percorso di mobilitazione occorrente a smascherare il famigerato “teorema Cosenza” per puntare in ogni sede al suo fallimento, con la piena restituzione della libertà personale (tuttora condizionata da firme giornaliere e altre vessazioni) e dell’agibilità politica ai compagni e alle compagne coinvolti/e.

Roma, 9 luglio 2004

Esecutivo Nazionale Confederazione Cobas

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