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    La furia dei bieticoltori: “Vogliamo i nostri soldi”. Pugni e schiaffi, tre in ospedale

    (4 Luglio 2012)

    Mattinata di violenza verbale e fisica nello stabilimento bieticolo, dove però i forni sono stati acecsi ugualmente per l’inizio della campagna 2012. Alcuni bieticoltori imbestialiti per non essere stati pagati hanno raggiunto l’ingresso dello stabilimento urlando e minacciando rappresentanti di categoria e sindacalisti. Alcuni di loro sono stati presi a schiaffi, e sono dovuti ricorrere alle cure mediche. I bieticoltori, che rivendicano i soldi non pagati dall’azienda, si sono scagliati soprattutto contro il presidente del cast Montanaro prima dell’intervento delle forze dell’ordine, che hanno ristabilito la calma. Poi la cerimonia di accensione e il brindisi benaugurale.

    bieticoltoriinlotta

    Termoli. Prima le urla, poi le minacce, infine la violenza. Schiaffi e pugni all’indirizzo di rappresentanti di categoria e dei sindacalisti. La rabbia dei bieticoltori, giunti ormai all’esasperazione, è sfociata dunque in un’aggressione non solo verbale, ma anche fisica. Così nella mattina di martedì 3 luglio allo Zuccherificio del Molise, la cerimonia di accensione dei forni, simbolo dell’inizio di una campagna che quest’anno sarà più breve del solito, si è trasformata in una baraonda. Un clima di quelli roventi, nella già afosa giornata di oggi, che in pochi attimi ha generato il caos nell’azienda.

    Erano circa le 10 quando alcuni bieticoltori, presentatisi davanti ai cancelli dello stabilimento della zona industriale di Termoli, hanno iniziato a reclamare a gran voce le spettanze dovute per il pagamento delle bietole coltivate e cedute allo Zuccherificio ormai da molti mesi. Radunati in quel momento, c’erano i massimi dirigenti dell’azienda, tra i quali il presidente del cda Antonio Di Rocco, e politici. Questi sono riusciti a raggiungere gli uffici interni dell’azienda, lontani dagli animi infervorati degli agricoltori. All’esterno, invece, sono rimasti alcuni rappresentanti di categoria, nel tentativo di allacciare un dialogo con i bieticoltori, e anche don Benito Giorgetta, invitato per dare la propria benedizione durante l’accensione. Ma nulla di fatto. «Noi vogliamo i nostri soldi, dateci i nostri soldi», le grida insistenti. «Dove sono i nostri soldi? Qui si muore di fame e voi ci prendete in giro». Una rabbia incontrollabile che in pochi istanti ha innescato la scintilla. Sono voltati i primi schiaffi. L’aria è diventata tesissima.

    Qualcuno ha cercato di separare e tranquillizzare gli agricoltori. Poi uno di loro si è allontanato dalla mischia e ha colpito alle spalle il capo area dell’Anb, Emilio Travaglini, che in quel momento si trovava in disparte. Travaglini è stato costretto successivamente a ricorrere alle cure mediche del pronto soccorso a causa del forte colpo incassato. Stessa cosa anche per il direttore agricolo Piero Sorella, arrivato al San Timoteo con una guancia gonfia. Poi di nuovo schiaffi e botte agli altri, in particolare contro il direttore del Cast Salvatore Montanaro.

    Il tentativo di calmare le acque si è rivelato dunque inutile. Gli agricoltori se la sono presa con loro. Prima con le minacce. «Se entro venerdì non vengo pagato non farti trovare in giro» una delle frasi udite in quegli attimi di tensione.

    Poco dopo l’arrivo delle forze dell’ordine. Carabinieri, tra cui il capitano Francesco Maceroni, polizia, con la dirigente Maria Santoli, guardia di finanza in borghese hanno cercato di porre rimedio alla situazione.

    Ma i bieticoltori vogliono risposte certe e soprattutto vogliono essere pagati, vogliono i soldi che lo Zuccherificio «ci deve». Così, dopo una breve mediazione tra rappresentanti di categoria e Di Rocco, quest’ultimo ha deciso di uscire nuovamente fuori per affrontare apertamente gli agricoltori e per spiegare loro la situazione. Dal portico ha quindi parlato a una cinquantina di presenti. «Vi chiedo scusa – ha esordito – perché non siamo riusciti a far capire cosa stiamo facendo in questi mesi. Vi assicuro che i debiti saranno saldati entro la fine della settimana. Dobbiamo stare tranquilli perché lo zuccherificio è salvo». Ma non tutti sono disposti ad ascoltare e aspettare. «Noi ci abbiamo creduto – il commento – ma voi volete la nostra fine». Quindi c’è chi aggiunge: «Se non avremo a breve garanzia di pagamento non estirperemo le bietole».

    Il tutto non ha comunque rimandato l’accensione dei forni. Un po’ sottotono. Alla presenza di Di Rocco e di parte dei dipendenti dell’azienda. Dopo le 11 e mezza la cerimonia, lo spumante e il brindisi augurale.

    (Pubblicato il 03/07/2012)

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