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Eric Hobsbawm

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(2 Ottobre 2012) Enzo Apicella
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Elsa Osorio: La miliziana

(5 Luglio 2012)

la miliziana

Contemplare il mondo e l’orizzonte placidamente o intervenire per modificarlo?
Dilemma di una miliziana, Mika Etchébère(ebrea-argentina nata nel 1902 e morta a Parigi nel 1992),vissuta in un uno dei più ricchi e controversi periodi storici(anni 20-40) dove politica,società e cultura si spingevano fra loro per emergere.
La storia, generalista, dimentica e stacca la spina agli individui animati da una forte passione per la giustizia e la sublime idea di un mondo migliore che si contrapponga ai poteri forti.
Gente buona e coraggiosa che andava a combattere a fianco della Rivoluzione ovunque ardesse, sparando contro un ordine sociale assurdo e rapace e dando la loro stessa vita a protezione di folli ambizioni e politiche sanguinarie.
Un libro scritto da Elsa Osorio, argentina anch’essa, a caccia di notizie, fonti, testimonianze europee per comporre e restituire alla luce della storia ”La Miliziana”, edito in Italia dalla Ugo Guanda S.P.A.
Un romanzo che, mescolando le parole dell’epilogo con l’incipit, costringe il lettore a scorrere nuovamente le prime pagine del prologo per concludere un ciclo cronologico.
Inizialmente il tessuto letterario è ostile; man mano si intreccia con il flusso della memoria e dello spazio vuoto della mente diventando adolescenza, infanzia, università, vecchiaia e poi monologhi interiori,clamore collettivo,resistenza armata. Pagine costruite anche di documenti e diari ritrovati che ricompongono il puzzle di una biografia umana, se pur romanzata per virtù di furbizia letteraria, nella cornice di un’epoca rivoluzionaria. Un’epoca così vicina al nostro tempo ma con rapporti causa-effetto così articolati nella complessa e spesso segreta architettura che sfuggono ad una comprensione lucida e non di parte.
Utilizzando dunque molteplici strumenti, la Osorio ci svela e dimostra come una donna abbia saputo vivere da capitana e organizzare milizie armate di uomini.
Percorrendo il suo destino e predisponendosi al suo ruolo, la miliziana stringeva relazioni importanti nelle tante redazioni di riviste come Insurrexit,Que Faire,legandosi a gruppi come il P.O.U.M (Partito Operaio di Unificazione Marxista), i movimenti internazionali, i partiti comunisti, discutendo con gente speciale come Pancho Pinero, Kurt e Katia Landau, Juan Andrade, Andres Nin con i quali rimetteva a posto il mondo.
A Siguenza, (ottobre del 1936) occupata dalle truppe nazionaliste, era lei con i suoi uomini a resistere e aspettare l’arrivo delle brigate internazionali. A Moncloa, il mese dopo, combattè a fianco del rude pastore in guerra Antonio Guerrero. Di lì a poco, a Pineda de Humera, mise in fuga i fascisti.
Abbracciò queste guerre in Spagna, pur non essendo europea, perchè lì sembrava che si decidesse la battaglia contro il fascismo ed era lì che non si poteva fare a meno di combattere. Con o senza brigate internazionali, tutto il popolo spagnolo era insorto contro l’esercito dei nazional-conservatori ed era lì che lei voleva stare, arrabbiandosi con chi la chiamava straniera, convinta com’era che la rivoluzione russa di ottobre doveva estendersi a tutte le società civili.
Ribelle della prima ora, antifascista, antistalinista, la rivoluzione era nella sua vita da sempre, ma non furono i fascisti a ridurla in prigione, furono quelli della sua stessa parte, dello stesso fronte che combatteva lo stesso nemico. Crebbe con i racconti dei rivoluzionari sfuggiti ai progrom e alle prigioni della Russia zarista e anche lei conobbe il carcere ma, immersa nella lotta com’era, non avrebbe mai potuto immaginare che lo stalinismo spazzasse via il P.O.U.M con tanta ferocia, nè Andreus Nin, Andrade, Bonet, Solano si aspettavano l’ondata di violenza che li avrebbe investiti di lì a poco.
Durante la guerra civile spagnola mentre il P.O.U.M armato era impegnato a resistere in battaglia alcuni compagni misero in guardia dal pericolo insito nell’intervento russo in Spagna che non mancò di esprimersi subdolamente nella trama complottista, sabotatrice e paranoica dello stalinismo: chi dissentiva e non obbediva ai programmi, veniva considerato il nemico numero uno, un nemico da eliminare con tutti i mezzi.
La repressione scatenata contro il P.O.U.M. e le notizie dei processi di Mosca, tra torture, morti e dispersi e ancor più grave il tradimento dei dirigenti e dei leader anarchici , stroncò la classe operaia e sconvolse quel senso di Rivoluzione per cui l’anarchia era una specie di vocazione, di purezza e anche Mika si salvò per miracolo grazie agli affetti che era riuscita a costruire e al rispetto che si era conquistata.

L’obiettivo e’ raggiunto riattaccando la spina e riscattando chi quotidianamente vive il fango e le meraviglie del mondo e la cui forza sta nel numero: il Popolo…. che scorre come un fiume, attraversa il mondo terreno e, forzando gli ostacoli, incontra nel delta la vastità del cielo e dell’oceano.
Ah dimenticavo il suo grande amore Hippolyte Etchebéhère che condividerà con la Miliziana la stessa passione e la stessa destino! Ma questa è un’altra storia del libro che comincia così:
“Dammi il tuo affetto e insieme rifaremo il mondo”.

Patrizia Olivieri

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