">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Stato e istituzioni    (Visualizza la Mappa del sito )

Il diploma

Il diploma

(3 Ottobre 2012) Enzo Apicella
Diaz: la Cassazione deposita le motivazioni della sentenza che condanna 25 poliziotti tra cui Franco Gratteri, capo della Direzione centrale anticrimine.

Tutte le vignette di Enzo Apicella

PRIMA PAGINA

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Verità e giustizia per Genova)

Non sarà qualche condanna a farci dimenticare Genova

(7 Luglio 2012)

genoa2001

Venerdì 06 Luglio 2012 18:25

Ad 11 anni di distanza dai fatti la Cassazione ha confermato le condanne per i funzionari della polizia responsabili della macelleria messicana alla scuola Diaz durante il G8 di Genova del 2001. I reati per cui sono condannati riguardano i falsi e di depistaggi messi in piedi all’indomani dei fatti per giustificare le violenze e gli abusi di quella notte, con pene intorno tra i 4 ed i 3 anni. Invece per le lesioni gravi e le torture che gli ospiti della Diaz hanno dovuto subire il reato risulta prescritto, sia per i funzionari di polizia sia per gli agenti della squadra mobile che hanno compiuto l’irruzione. Certa sinistra, e su tutti “La Repubblica”, gioisce perché giustizia è stata fatta, dando adito di fatto alle interpretazioni che vedono dietro a questi fatti solo delle mele marce che inquinano la bontà della polizia italiana. Una rappresentazione che lo stesso Manganelli si è affrettato a confermare con le sue ridicole dichiarazioni.

Pensare che da oggi vivremo in un paese più giusto in cui la polizia non potrà più agire indiscriminatamente con la sicurezza dell’impunità è pura illusione. Quotidianamente, nelle strade e nelle carceri, le forze dell’ordine si rendono protagoniste di abusi e violenze che spesso rimangono sotto silenzio coperte dall’omertà di media e magistratura. In Val di Susa abbiamo visto più volte e oggi, con la prima udienza del processo contro i No Tav, ricordiamo le giornate del 27 giugno e del 3 luglio per cui 46 persone sono
imputate in un processo spettacolarizzato mentre nessun magistrato sembra interessarsi dei lacrimogeni ad altezza d’uomo, dei lanci di pietre e dei pestaggi operati dalle forze dell’ordine in quelle giornate.
Non sono i giudici a decidere qual è la verità, perché quella è la loro verità, ne tantomeno decidere cosa è giusto e cosa è sbagliato, perché quella è la loro giustizia.

Per tornare a Genova 2001 e saggiare questa giustizia basta confrontare l’esito giudiziario per i massacratori della Diaz e quello per i manifestanti: nei prossimi giorni la Cassazione deciderà anche delle condanne riguardanti 10 ragazzi che erano nelle strade di Genova 11 anni fa, in questo caso la costruzione accusatoria ha evitato il sopraggiungere della prescrizione e 10 persone rischiano complessivamente 100 anni di carcere per qualche vetrina rotta e poco più.

Infoaut

4320