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Giù le mani dall'Inviolata

Discariche nei parchi archeologici

(8 Luglio 2012)

Da Umanità Nova n. 24 dell'8 luglio 2012

inviola l'inviolata

Mentre le notizie relative all’individuazione di siti per la realizzazione di nuove discariche da parte del Commissario straordinario - dovute all’imminente chiusura di Malagrotta - creano grande scalpore sui mass-media borghesi, e critiche da parte dei soliti partitini locali in cerca di consensi sulle suddette scelte in territori come Corcolle o Riano, vengono taciute realtà già esistenti come quella della discarica dell’Inviolata di Guidonia.

Persino il sindaco Lucherini di Monterotondo esprime solidarietà nei confronti dei cittadini rianesi in protesta, eppure dimentica che il suo comune è uno dei 49 che sversa i propri rifiuti alla discarica dell’Inviolata di Guidonia, e dimentica, o finge di dimenticare quale scempio si stia perpetrando ai danni di quel territorio da ben 25 anni.

E’ per dare voce a questa realtà che sabato 23 Giugno scorso il gruppo libertario Popolo 33 di Fara in Sabina ha organizzato un incontro pubblico con Umberto Calamita (presidente dell’Associazione Onlus “amici dell’Inviolata”), associazione che da anni, insieme ad altre, è impegnata nella divulgazione informativa di questa lotta. Durante la serata è stata presentata anche la tesi di laurea in Urbanistica e sistemi Informativi territoriali di Simone Quintavalle “Materiali propedeutici al piano d’assetto del parco regionale naturale archeologico dell’Inviolata di Guidonia”, divenuta poi libro, fortemente voluto dall’associazione ed alla cui pubblicazione hanno partecipato i cittadini in forma di sottoscrizione pubblica. In occasione di questo evento ci è sembrato giusto e doveroso invitare alcuni esponenti cittadini di Riano affinchè ci fosse un incontro, uno scambio tra realtà in lotta, anche dal momento che alcuni di noi sono su quel fronte già da mesi. Quello che è emerso dalla serata è uno scenario a dir poco terrificante, del quale ben poche persone sono al corrente.

La storia sommaria è questa: la discarica nasce nel 1986, totalmente priva di autorizzazioni, per mano di un privato che poi fu condannato ad una semplice sanzione amministrativa. Quello stesso anno, l’amministrazione comunale di Guidonia Montecelio incaricò la ditta Ecologica Srl a disinquinare il sito, oltre ad essere autorizzata temporaneamente a gestire l’invaso per i rifiuti del comune stesso. Passano dieci anni tra proroghe e autorizzazioni tramite ordinanze temporanee, dettate dalle solite ragioni di necessità e urgenza dalla regione Lazio, poi nel 1997 tale gestione passa alla EcoItalia 87 Srl, società che a tutt’oggi gestisce l’impianto e che, guarda caso è riconducibile alla nota figura dell’imperatore romano dei rifiuti Manlio Cerroni. Nell’ultimo decennio a sversare i loro rifiuti all’inviolata di Guidonia sono ben 49 comuni, oltre allo stesso comune di Guidonia che ad oggi è il terzo per estensione nel Lazio. Oltre a questi 49 comuni, ci sono 16 soggetti privati, per un totale di 178.600 tonnellate annue di rifiuti e con annesso impianto funzionale di recupero del biogas prodotto dagli accumuli. A copertura dei primi quattro invasi ne fu autorizzato un quinto, modificando in questo modo il paesaggio circostante, andando a creare una nuova collina artificiale, con ovvi pericoli per la salute degli abitanti e dell’ambiente stesso. Oggi siamo alla costituzione del sesto invaso, solo Albano è arrivato al settimo! Ma la “chicca” che ancora non ho svelato (se non in parte nel titolo del libro sopra citato) è che il sito dell’Inviolata è un parco naturale archeologico. A Corcolle è stata la vicinanza a meno di un km da Villa Adriana (sito patrimonio dell’Unesco) a far dimettere un prefetto e a far fare retromarcia sulla scelta del sito. La discarica dell’Inviolata è invece parte integrante del parco, o meglio lo era, fino a quando per rendere la cosa “meno scandalosa” (?) i confini del parco sono stati modificati al fine di lasciarne al di fuori l’indecente collina artificiale. Nell’area, abitata fin dalla preistoria, in epoca romana sorgevano insediamenti e vie di comunicazione riutilizzate anche in età medioevale, ben 87 siti sono stati ritrovati, per un totale di circa 10.000 reperti. L’ultimo ritrovamento si trova oggi a soli 10 metri dal sesto invaso. C’è da sottolineare che, come sempre, potenti lobbies ungono le tasche dei vari esponenti politici locali e non, e Guidonia è dominata da ben quattro potenti lobbies: cementieri (la Buzzi Unicem), monnezzari, palazzinari e travertinari, e sono loro con il loro potere a gestirsi l’intero territorio. Eccoci allora alla costruzione del nuovo svincolo autostradale quasi a ridosso del parco, al progetto di pavimentazione della via della Selciatella (strada storica dal basolato antico), alla realizzazione imminente del cerroniano impianto Tmb (trattamento meccanico biologico) che produrrà «ecoballe» da poter incenerire all’interno dei forni Buzzi Unicem. E’ questa l’ultima lotta da affrontare per la popolazione di Guidonia. A bloccare per ora i lavori di costruzione del nuovo impianto, sono i risultati delle analisi del sottosuolo della discarica dall’A.R.P.A Lazio: forte inquinamento di metalli pesanti della falda acquifera attribuibili forse al primissimo invaso, mai bonificato e creato senza le dovute impermeabilizzazioni, oltre al possibile sversamento di rifiuti non bene identificati. Di fronte a questi risultati è stata intimata un’immediata bonifica del territorio. Ci domandiamo come sia possibile effettuare tale bonifica sotto una collina di rifiuti di 150m slm. Ci domandiamo se anche stavolta sarà possibile ungere qualche tasca e passare sopra la salute non solo di un territorio martoriato, ma anche e soprattutto su quella dei cittadini. Analisi epidemiologiche svolte sul territorio hanno evidenziato che, avvicinandosi a punti sensibili come il colosso cementificio della Buzzi Unicem, la discarica dell’Inviolata, le cave di travertino e altre fabbriche dislocate sulla Via Tiburtina, i rischi per la salute aumentano vertiginosamente, soprattutto nelle donne e nei bambini che sono più stanziali. Ben 49 medici di base hanno stilato un documento nell’ottobre del 2006 in cui dichiarano: “…i medici del Comune di Guidonia Montecelio esprimono preoccupazione per l’aumento di patologie ascrivibili ad inquinamento ambientale e formulano parere negativo per l’installazione di qualunque impianto tecnologico per il trattamento e la valorizzazione dei rifiuti”. Sempre i medici di base del nostro vilipeso territorio hanno realizzato un’indagine tra i loro pazienti, da cui è emerso che su un campione di 274 mutuati il 79% ha avuto un’esperienza di malattia grave, degenerativa, in famiglia o personale.

I compagni in lotta nel territorio di fronte a questi dati allarmanti hanno provveduto immediatamente ad informare la cittadinanza con la distribuzione di ben 10.000 volantini. Il risultato è che sono stati tacciati di terrorismo psicologico e procurato allarme. Ma non ci arrendiamo. La lotta non si arresta!

L(A)R(A)

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