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I tagli contro gli statali sono discriminatori…. in Portogallo

(10 Luglio 2012)

La Corte Costituzionale portoghese afferma che non si possono tagliare solo gli stipendi dei lavoratori pubblici. Ma la Trojka insiste nel massacro sociale.

Accogliendo il ricorso presentato dai sindacati, una recente sentenze della Corte Costituzionale portoghese ha sancito l’incostituzionalità dei tagli agli stipendi dei lavoratori pubblici imposti da Bce, Fmi e Commissione Europea per concedere i 78 miliardi di finanziamenti al Portogallo.

Le misure del governo hanno colpito le tredicesime e le quattordicesime già nel 2012, ma per il prossimo anno, secondo la sentenza, il governo o restituisce i soldi oppure deve tagliare analogamente anche i salari dei lavoratori del settore privato.

Secondo la Corte Costituzionale portoghese i tagli del governo sono incostituzionali perché discriminano i dipendenti pubblici. In questo modo la sentenza dell’Alta Corte boccia una delle più pesanti misure di austerità imposte a Lisbona per raggiungere gli obiettivi di bilancio imposti dalla Troika (Ue, Bce e Fmi) e principalmente il deficit al 3 per cento entro il 2013. La misura a fine 2012 dovrebbe portare nelle casse dello Stato un miliardo di euro a fronte dei 78 ricevuti dall’Europa. Sta di fatto che a partire dal 2013 (la sentenza della Corte non prende in considerazione il 2012) il governo guidato dal socialdemocratico Pedro Passos Coelho dovrà trovare altrove questa somma. L’evasione fiscale ad esempio resta molto alta , la disoccupazione è aumentata e il paese è in recessione.

Ma, secondo la Commissione Europea “Il Portogallo deve adottare una nuova strategia se vuole raggiungere gli obiettivi di bilancio prefissati per il 2013", dunque dovrà adottare ulteriori misure di austerità che compensino quelle bocciate dalla Corte costituzionale. L’anno scorso il deficit del Portogallo era al 5,9 per cento, quest’anno dovrebbe attestarsi al 4,5, ma l’obiettivo del 3 per cento entro il 2013 appare irraggiungibile.

Redazione Contropiano

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