Capitale e lavoro :: Il ricatto della delocalizzazione

Tassare le imprese che delocalizzano

(22 Luglio 2004)

Serve un intervento forte e drastico per scoraggiare la fuga delle imprese verso l’estero dove vanno a cercare meno stipendi, meno regole e più profitto.

Le aziende che chiudono gli stabilimenti nel Veneto per aprire aziende nell’est europeo, in estremo oriente o in nord africa, per poi tornare a rivenderci i loro prodotti, devono essere penalizzate rispetto a quante invece fanno la scelta di rimanere qui e di investire in qualità, capitale umano e tecnologia

Le aziende che ora scappano hanno intascato in questi anni miliardi di contributi ed agevolazioni ed è giusto che ora una parte di questi soldi ora ritornino alla collettività. La “tassa sulla delocalizzazione” deve servire a tre obbiettivi:

1. nel reinserimento lavorativo delle lavoratrici e dei lavoratori che perdono il posto di lavoro attraverso progetti formativi e ammortizzatori sociali

2. nella riconversione produttiva degli artigiani dell’indotto

3. nell’ammodernamento di un sistema produttivo veneto che necessita di tecnologia, ricerca, qualità e tutela dell’ambiente e del patrimonio artistico e storico.

Inoltre a questi capitani d’industria che scappano con il bottino deve essere impedito di operare speculazioni immobiliari sulle mille zone industriali ed artigianali con le quali hanno devastato il nostro territorio.

Nicola Atalmi
Segretario regionale Comunisti Italiani