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Mahmoud Sarsak libero!

(11 Luglio 2012)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.caunapoli.org

Mahmoud Sarsak libero!

foto: www.caunapoli.org

sarasak-palestina-sionismo-scipero della fame

Finalmente! Abbiamo seguito in questi mesi la dura lotta intrapresa da Sarsak, venticinquenne membro della nazionale di calcio di quella Palestina che non ha nemmeno uno stato, per la sua liberazione dalle galere sioniste.

Arrestato ormai tre anni fa dalle autorità israeliane, senza alcuna accusa formale e senza mai essere stato sottoposto a processo, era detenuto, fino a ieri, in “detenzione amministrativa”. Si tratta di un istituto tipicamente israeliano, per cui Tel Aviv può arrestare chiunque voglia, senza nemmeno avere l'onere di accusarlo formalmente di un qualche crimine. E, così facendo, può trattenere il detenuto per mesi; a volte, come nel caso di Sarsak, per anni.

Tre mesi fa Sarsak aveva iniziato uno sciopero della fame per chiedere di essere liberato. Non si era fermato nemmeno dopo l'annuncio dell'accordo secondo il quale Israele si impegnava a mitigare le condizioni di detenzione di molti palestinesi incarcerati. Un accordo che, manco a dirlo, Israele in gran parte non ha rispettato. Sarsak ha continuato, mettendo seriamente a rischio la propria vita, ma alla fine ce l'ha fatta. Ha vinto.

Ieri, 10 luglio, ha potuto riabbracciare finalmente la madre che non vedeva dal giorno dell'arresto, sempre perché Israele non permette nemmeno le visite dei familiari. La gioia a Gaza è difficile da trattenere. Non solo per amici e familiari di Sarsak, ma per tutto il popolo palestinese. La liberazione di Sarsak è una vittoria della resistenza all'occupazione sionista. Ed è una vittoria anche per tutti quelli che in questi mesi hanno cercato di esercitare pressioni su Israele affinché rilasciasse Mahmoud. In tanti sono stati coinvolti nella campagna per la sua liberazione: da personaggi famosi del mondo dello sport (Cantona, Kanouté, Anelka, solo per citarne alcuni) a persone qualunque, da grandi a piccole organizzazioni. Oggi tutti insieme possiamo sorridere e gioire.

Ma questa gioia non deve farci dimenticare che se un giovane è stato liberato, c'è ancora un intero popolo sotto il tallone dell'occupazione, oppresso da Israele e dall'imperialismo statunitense ed europeo. Proprio per questo, perché sappiamo che la lotta è tutt'altro che finita, pubblichiamo, all’indomani della liberazione di Sarsak, una nostra traduzione di alcuni estratti della lettera (qui complete, in arabo e in inglese) che Mahmoud ha scritto un mese fa assieme a Akram Rikhawi.

Akram è ancora in una cella ed è in sciopero della fame. Ha appena raggiunto i 90 giorni senza cibo. Ma sulla sua vicenda i media mainstream non hanno acceso nemmeno quella piccola lucetta che avevano riservato a Sarsak (grazie, è bene ribadirlo, alla campagna di solidarietà internazionale).

[…] Dalle nostre celle facciamo appello a voi, ai nostri fratelli, alle gente che ha ancora dignitá, affinché vi facciate carico della nostra sorte, perché noi, a parte Dio, non abbiamo se non voi e i popoli del mondo che amano la libertá per arrivare alla vittoria.
Dal momento che lo sciopero della fame continua a minare i nostri corpi e quello che é rimasto della nostra forza, facciamo appello a voi affinché ci aiutate nella nostra battaglia ad ogni livello ed in ogni campo: locale, regionale ed internazionale, specialmente nei media.
[…] E sui giornali, nelle radio e sui media on line, cosí che la nostra voce possa raggiungere tutti coloro che nel mondo amano la libertá, per la vittoria della nostra causa.
Diciamo: c’é ancora tempo e il sostegno che arriva tardi é meglio di quello che non arriva proprio. É meglio che ci accogliate vivi e vittoriosi piuttosto che come corpi senza vita in buste di plastica.
[…] Non ci abbandonate alle mani vendicative dei nostri carcerieri, non permettere che prendano quello che vogliono dai nostri fragili corpi.


Mahmoud Sarsak & Akram Rikhaw

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per saperne di piú
La liberazione di Sarsak su Electronic Intifada e su Nena-News

Collettivo Autorganizzato Universitario – Napoli

Fonte

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