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Chi vuole isolare la Fiom vuole isolare le lotte operaie

(23 Luglio 2004)

La vicenda apertasi tra segreteria confederale e segreteria Fiom pensiamo che non possa essere letta con le categorie della “tradizionale” dialettica interna al sindacato, in cui si apre un fronte di discussione a cui fa seguito generalmente una fase di “normalizzazione” in cui le strutture, anche se recalcitranti, si adeguano alla line generale. Riteniamo che oggi il problema non investa la normale dialettica tra strutture, ma sia in gioco la sopravvivenza di un modello sindacale, il modello nato dalle lotte operaie degli anni ’60, che oggi, pur con i necessari aggiornamenti è posto in alternativa ad un nuovo modello tutto da costruire, che poggia su due assi fondamentali: il depotenziamento del contratto nazionale di categoria in favore dei contratti territoriali e l’apertura a tutte le forme di lavoro precario con differenti livelli retributivi territoriali, così come delineato dalla legge 30/03.
E’ invece necessario proporre una discussione a tutto campo, partendo dalla azioni e delle proposte della Fiom contenute nel documento recentemente presentato dalla categoria,che trovano interessanti convergenze con quanto elaborato dall’aggregazione Eccoci – Fare sindacato in occasione dell’Assemblea dei quadri di Chianciano e successivamente nell’O.d.G. presentato al Comitato Direttivo della Cgil del’ 7-8 luglio.

In gioco, infatti, non vi è il problema FIOM, categoria che vede aumentare il proprio peso politico-sindacale (come dimostrano Melfi e le elezioni nelle RSU). In gioco vi è l’urgenza di una nuova linea strategica della CGIL. In questi anni la CGIL si è riposizionata con le mobilitazioni contro le politiche antisociali del governo, ma adesso non mostra la coerenza necessaria per un progetto di alto respiro che partendo dalla necessità di una redistribuzione sociale, si apra al confronto interno ed esterno per costruire una nuova strategia contrattuale in coerenza con le battaglie condotte a partire dalla difesa dei diritti dei lavoratori come in occasione del referendum sull’articolo 18 e le recenti iniziative per l’abrogazione della legge 30/03.
E’ inoltre singolare che in questa strategia di arretramento e di moderazione dell’attuale maggioranza CGIL, nei contenuti si affianchi attivamente anche la (ormai ex) sinistra sindacale di “Lavoro Società”, come dimostra in modo inequivocabile l’intervista rilasciata al Sole 24 Ore dal segretario confederale Gianpaolo Patta, il quale dimostra di essere più realista del re nell’attaccare la Fiom, minacciando anche di “tirare le somme”, in caso di reiterata azione da parte dei metalmeccanici in conformità alla loro strategia.

Le compagne ed i compagni di ECCOCI e FARE SINDACATO segnalano perciò l’esigenza di riempire il vuoto che la confederazione mostra sulle politiche contrattuali aprendo una larga discussione dentro la Cgil e sopratutto tra i lavoratori perché sia ricostruita una identità progettuale e contrattuale del sindacato che noi individuiamo in alcune priorità:

· rilanciare il ruolo dell’intervento pubblico in economia e per la difesa dello stato sociale. Questa iniziativa deve essere sostenuta da una innovata capacità di contrattazione del sindacato, ponendo fine definitivamente ad ogni illusorio ritorno alla politica della concertazione, che se sciaguratamente riattualizzata porterebbe alla contrazione dei salari, delle pensioni e alla messa in mora del conflitto come strumento indispensabile e necessario in ogni democrazia.

· Il nostro Paese non può uscire dalla crisi attraverso patti neocorporativi, o politiche interclassiste ma con l’azione di un sindacato capace di rappresentare in autonomia gli interessi generali dei lavoratori e dei pensionati. Per questo sono fondamentali le scelte su materie quali:
- una politica fiscale che a partire dal ripristino del fiscal-drag persegua una lotta contro l’evasione e l’elusione fiscale;
- una politica industriale ed economica fondata su innovazione e sviluppo produttivo;
- la salvaguardia, e la tutela e il recupero del reddito dei lavoratori e dei pensionati;
- Il recupero di una quota di salario uguale per tutte/i attraverso una vertenza nazionale confederale;
- la difesa dello stato sociale di tipo universalistico dai tentativi di privatizzazione e da un federalismo che infrange l’unità dei diritti sul piano nazionale;
- L’abrogazione della legge 30; contro il Patto per l’Italia e del Libro Bianco di Maroni
- La Difesa del contratto nazionale, e dei diritti di democrazia dei lavoratori, contro ogni ipotesi di depotenziamento e di territorializzazione dei contratti nazionali
- No alla delega sulla Previdenza e alla controriforma del sistema previdenziale
- attuare le scelte in merito alla rappresentanza sindacale a cui va data immediata soluzione chiedendo l’approvazione di una legge che raccolga quanto già elaborato in materia di democrazia sindacale anche con il contributo dalle categorie e dalle rappresentanze di base.

Su queste obiettivi pensiamo che si possa iniziare a lavorare cercando tutte le convergenze possibili, a partire dalla Fiom e dai contenuti del Documento Fiom. Per quanto ci riguarda noi intendiamo impegnarci in questo senso e ci rivolgiamo, come militanti sindacali, agli iscritti della Cgil, ai lavoratori che si sono mobilitati in questi anni, a tutte le compagne ed a tutti i compagni impegnati nel superamento delle politiche concertative a promuovere una ricerca comune e plurale affinché tutta la Cgil faccia proprie idee e percorsi di redistribuzione sociale e ricomposizione del lavoro. Eccoci, insomma, con la Fiom e non solo, perché la CGIL torni compiutamente a Fare Sindacato.

Carlo Baldini, Direttivo Nazionale CGIL
Ferruccio Danini, Direttivo Nazionale CGIL
Bruno Pierozzi, Direttivo Nazionale Spi CGIL
Walter Tanzi, Direttivo Regionale CGIL Lombardia
Alessio Ammannati, Direttivo CGIL Firenze
Walter Tacchinardi, Direttivo CGIL Piacenza
Fausto Ortelli, Direttivo Regionale CGIL Lombardia

Eccoci - Fare Sindacato

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