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Cinecittà brucia. Intanto continuano le proteste dei lavoratori contro la chiusura degli Studios

(19 Luglio 2012)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.dirittidistorti.it

Il famoso Teatro5 di Cinecittà, ribattezzato anche Teatro Fellini per le moltissime volte che accolse il grande regista, nella notte è andato bruciato. Un incendio di vaste proporzioni ha invaso di fumo l’intero quartiere e ha reso del tutto inagibile il teatro di posa più grande d’Europa (3.200 metri quadri), che ha fatto da sfondo a tutte le pellicole di Fellini, da Amarcord a La dolce vita. Dai film d’autore ai programmi Tv d’intrattenimento, negli ultimi anni lo studio ha ospitato numerose produzioni Rai e Mediaste, come Il più grande spettacolo dopo il week-end e Amici (e forse questo già la doveva dire lunga sul destino a cui andava incontro Cinecittà…). Sono ora in corso indagini da parte della Digos e dela polizia del commissariato Romanina per accertare le cause dell’incendio e gli inquirenti non escludono la pista dolosa. Infatti fa riflettere che il rogo sia scoppiato in un momento particolarmente difficile per gli Studi di Cinecittà, che sembrano destinati allo smantellamento.

Ormai è in corso un’occupazione permanente dei dipendenti di Cinecittà che protestano contro il piano di dismissione industriale presentato dalla holding capitanata da Luigi Abete. Il piano prevede numerose esternalizzazioni e tagli di posti di lavoro. Ma soprattutto la fine degli Studios che hanno fatto la storia del cinema italiano a favore di un progetto edilizio che trasformerebbe Cinecittà in un centro d’intrattenimento, con alberghi, negozi, centri sportivi e beauty farm. Una danno gravissimo dal punto di vista lavorativo, per i molti licenziamenti ma anche per la perdita di maestranze di qualità che a Cinecittà si formano e lavorano. E un danno per la nostra industria cinematografica, che dopo i fasti dei grandi film che proprio a Cinecittà sono stati girati, attraversa da anni una grave crisi. L’appello per salvare gli Studios arriva anche dal mondo dello spettacolo e del cinema, con Carlo Verdone che chiama all’impegno i propri colleghi:

“Tutti noi vogliamo che Cinecittà possa riprendere slancio e risanare i conti, ma prima bisogna porsi una domanda. Tutti i cineasti che firmano gli appelli di questi giorni, nomi anche illustri e prestigiosi, poi vanno veramente a girare negli studi sulla Tuscolana? Alla fine siano sempre i soliti a fare lì i nostri film. Io ne ho fatti almeno undici, da "Troppo forte" a "Posti in piedi in Paradiso". Allora io faccio un appello: specialmente i registi italiani si battano con le produzioni per girare a Cinecittà, piuttosto che nei Balcani o in qualche altro Paese dell'Est. Per garantire i livelli occupazionali, soprattutto per rilanciare quelle lavorazioni che a Cinecittà rappresentano una risorsa mondiale”.

19-07-2012

Valentina Valentini
DirittiDistorti

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