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Sindaci in piazza contro la spending review

(24 Luglio 2012)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.dirittidistorti.it

A protestare per i tagli voluti dal Governo e che chiudono ancora le tasche ai Comuni e agli Enti locali ci sono questa volta i primi cittadini di tutta Italia. I sindaci con tricolore e fischietto manifestano questa mattina davanti al Senato in centinaia, fra loro anche agli amministratori dei comuni terremotati che chiedono di non essere dimenticati ed il personale dei piccoli tribunali che rischiano di essere chiusi.

I temi al centro degli interventi previsti dalla spending review sono sanità, società in house, università, ricerca, esodati ed enti locali. Con una stangata da 500 milioni per il 2012 e ben 2 miliardi l'anno prossimo che costringerà molti Comuni all'esercizio provvisorio con nuovi aggravi per le tasche dei cittadini, una serie di tagli che colpiscono anche le province col rischio - lamentato ieri dal presidente dell'Upi Giuseppe Castiglione - di non poter garantire la riapertura dell'anno scolastico. “Il decreto sulla revisione della spesa, così come impostato dal governo nella parte dei tagli alla spesa pubblica, non è accettabile. Si tratta per ora di tagli lineari e sui servizi, ma non di tagli agli sprechi. Così facendo l'unica alternativa che ci resta è quella di alzare la tasse", ha spiegato Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia il presidente dell'Anci lanciando l'iniziativa. Mentre maggioranza e governo accelerano sul decreto per la Revisione di Spesa, con i comuni in piazza ci sono anche i sindacati del Pubblico impiego di Cgil e Uil, per i quali il decreto va cambiato radicalmente: "I Comuni - affermano - sono, insieme al servizio sanitario nazionale, i più grandi produttori di servizi del paese, garantiscono diritti di cittadinanza, danno lavoro, offrono coesione sociale: colpire loro, come colpire il lavoro, significa colpire il cuore del paese". Anche Delrio sottolinea che ”non è tardi per cambiare il testo del decreto, il governo può impegnarsi a lavorare con noi ad agosto e a settembre per tagliare realmente gli sprechi. È giusto risparmiare ma non è giusto farlo così “a casaccio”, altrimenti si mettono in crisi tutti, sia chi spreca sia chi no, forse di più questi ultimi”. Ma i tempi sembrano davvero stretti, con il testo che dovrebbe arrivare in aula giovedì e la fiducia che arriverebbe per chiudere la partita entro la settimana e passare alla Camera la settimana seguente e arrivare all’approvazione definitiva prima della pausa estiva.

DirittiDistorti

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