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Risoluzione del CC del KKE: Conclusioni sulle elezioni del 6 maggio e del 17 giugno 2012

(26 Luglio 2012)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in it.kke.gr

11/07/2012

Il CC del KKE si è riunito il 9 luglio 2012 per discutere le conclusioni riguardanti le elezioni e i compiti immediati del partito. Il CC ha tenuto conto delle discussioni precedenti negli organi e nelle organizzazioni di base del Partito e negli incontri con i simpatizzanti e sostenitori del partito, delle osservazioni, dei suggerimenti e delle proposte, così come le conclusioni degli organi e delle organizzazioni di base della KNE. Le conclusioni del CC saranno presentate per la discussione e l'approvazione nelle organizzazioni di base del partito e nelle organizzazioni della KNE. La discussione in seno al partito e alla KNE, nonché tra i simpatizzanti e i sostenitori, ha dimostrato che, nonostante le perdite e il negativo rapporto di forze, esiste una caparbietà e una determinazione riguardo l'intervento nel movimento e negli sviluppi, nelle esigenze complesse e i bisogni crescenti del popolo, nel rafforzamento delle organizzazioni del partito e della KNE. Il CC pubblica le seguenti valutazioni.

1. Le due elezioni svoltesi alla distanza di appena un mese l'una dall'altra (6 maggio e 17 giugno) hanno elementi in comune e alcune differenze che hanno determinato i criteri di voto tra il primo e il secondo turno. Le due elezioni hanno avuto luogo in condizioni di una prolungata crisi economica capitalistica che hanno accresciuto il debito dello Stato. La gestione del debito pubblico ha avuto come conseguenza l'adozione di un Primo Memorandum, con l'obiettivo di deprezzare internamente il valore della forza lavoro. E' seguito un Secondo Memorandum, in aggiunta all'Accordo sul Prestito, che ha portato un nuovo taglio al debito e un ulteriore deprezzamento della forza lavoro.

Allo stesso tempo, fonti ufficiali ventilavano la possibilità di una bancarotta controllata o incontrollata, concomitante all'emergere di una nuova ondata di crisi economica nella zona euro. Tutti questi fattori così come l'elevato livello di aggressività del capitale volto a rovesciare i rapporti a scapito del lavoro nel suo complesso e l'aumento della disoccupazione, hanno influenzato il comportamento degli elettori. Le lotte della classe operaia e popolare scoppiate e intensificatesi durante la crisi hanno creato un'ondata di rabbia popolare e di malcontento a spese di entrambi i maggiori partiti (PASOK e ND), ma allo stesso tempo, il sistema è intervenuto con l'obiettivo di ridurre la resistenza del popolo, di deviarlo da obiettivi radicali, con provocazioni e confusione.

Nelle elezioni di maggio c'è stato un inedito e simultaneo calo dell'influenza elettorale di entrambi i partiti [che si erano alternati al governo finora], il [socialdemocratico] PASOK e il [conservatore] ND, mentre l'altro partner del precedente governo a tre - LAOS [ultranazionalista]- non è entrato in Parlamento. Il KKE ha registrato una crescita modesta ma con perdite evidenti a favore di SYRIZA nei grandi centri urbani, ottenendo altresì nuovi voti da altri partiti, principalmente da PASOK e ND. I voti della grande maggioranza degli elettori dei due partiti borghesi sono andati dispersi principalmente verso partiti politici ideologicamente legati ad essi, che hanno avuto come denominatore comune la denuncia del memorandum, elevato a causa della crisi e del suo aggravamento. Una gran parte del malcontento contro PASOK e ND ha avvantaggiato SYRIZA, che poneva il problema di un governo di sinistra così come nuovi partiti formatisi da deputati fuoriusciti da ND e SYRIZA, i Greci Indipendenti e Sinistra Democratica, mentre per la prima volta il partito fascista e anti-comunista "Alba dorata", ha ricevuto un numero significativo di voti, facendo il suo ingresso in Parlamento.

Nelle seconde elezioni ND e SYRIZA sono usciti rafforzati, mentre il KKE ha subito gravi perdite, -48,3% dei voti del 6 maggio: circa il 55% delle perdite hanno favorito SYRIZA mentre il 38% delle perdite corrisponderebbe a un'astensione dal voto, secondo vari sondaggi. Tutti gli altri partiti, a parte Alba dorata e Sinistra Democratica, hanno registrato delle riduzioni. Nel secondo turno il criterio di voto era dettato dalla necessità di formare un governo con ND o SYRIZA, mentre il criterio fondato sulla soppressione del memorandum risultava significativamente indebolito. Anziché la soppressione, è stata promossa la rinegoziazione del memorandum in combinazione alla garanzia della permanenza della Grecia nella zona euro e nell'UE a tutti i costi. Se nelle elezioni di maggio, è stata espressa, con una chiara opposizione al memorandum e alle scelte dell'Unione europea, una certa tendenza positiva a condannare ND e PASOK, nel secondo turno c'è stata una ritirata sotto la tempesta dei dilemmi intimidatori e delle illusioni per un immediato sollievo grazie all'insediamento di un governo di sinistra o di centro-sinistra.

Gli aspetti negativi più evidenti dei risultati elettorali sono stati: la riduzione significativa dell'influenza elettorale del KKE, il rafforzamento di ND e di SYRIZA, la resistenza di Alba dorata. Il rafforzamento di SYRIZA ha avuto luogo nonostante la sua logica di gestione del sistema risultasse evidente: nel suo programma di governo aveva rimosso qualsiasi fraseologia o slogan radicale, promosso prima delle elezioni del 6 maggio. In queste condizioni, più che in qualsiasi altro periodo, è stata lanciata contro il partito una sistematica e ben orchestrata offensiva ideologica e politica, adeguata alle esigenze di ristrutturazione del sistema politico borghese, intercettando e dirottando il malcontento popolare verso opzioni innocue per il sistema, scongiurando il dinamismo avanzato nella lotta di classe e nel movimento operaio organizzato.

Il CC valuta che vi è una grave lacuna nel lavoro del partito sulla sua sfera di influenza, sui suoi sostenitori e simpatizzanti nell'evidenziare le nostre posizioni riguardo la natura delle elezioni per il parlamento borghese e l'elezione del governo all'interno del sistema generale. Posizioni che non entrano in conflitto con la necessità di rafforzare il KKE nel Parlamento borghese in quanto forza di opposizione della classe operaia e popolare, ma le elezioni non devono essere considerate come il fine di tutto, avulse dal livello di sviluppo della lotta di classe.

2. Le lotte sviluppatesi dopo lo scoppio e la recrudescenza della crisi, nonostante la crescente partecipazione di massa e il dinamismo delle forme di lotta (oltre 30 mobilitazioni di scioperi, manifestazioni di massa, occupazioni, il mancato pagamento di tasse e pedaggi, ecc…) non hanno portato alla comprensione del carattere della crisi, né all'adozione di una soluzione politica fuori dal sistema, in conflitto con la UE: vale a dire la cancellazione unilaterale del debito e la socializzazione dei mezzi di produzione concentrati. Sono state lotte che non hanno impedito le "riforme". Non sono state accompagnate da un aumento della partecipazione di massa alle organizzazioni sindacali degli operai e degli impiegati, dei lavoratori autonomi urbani e rurali, da cambiamenti sostanziali nei rapporto di forze, dal sorgere del movimento giovanile, dal rafforzamento della partecipazione di massa a forme specifiche di organizzazione femminile. La condanna di massa di ND e del PASOK, il loro abbandono da parte dei giovani lavoratori, aveva più a che fare con questioni di gestione che con il carattere di classe di questi partiti, l'attività dei monopoli e il carattere imperialista dell'UE.

Il fenomeno è stato accompagnato da una riduzione delle aspettative e delle rivendicazioni. La storia esemplifica casi simili, e per questo motivo avevamo evidenziato fin dall'inizio del 2010 che coesistono solo due possibilità: o il movimento resta ferito e si ritira o compie un significativo passo nella direzione del contrattacco, nella politica di rottura e di scontro con i monopoli e i partiti borghesi. L'unione di nuove sezioni della classe operaia e di ceti intermedi ha contribuito alla partecipazione di massa nelle lotte, senza che avessero acquisito la necessaria esperienza politica, pervasi per lo più dal desiderio di un'altra gestione che avrebbe presumibilmente arrestato il declino e risolto immediatamente i problemi più acuti.

L'opposizione alle scelte della UE, ai memorandum, non è andata di pari passo con la consapevolezza che questi esprimono gli interessi della classe borghese del paese. La crisi capitalista e i memorandum sono stati ridotti a una questione di egoismo, di gestione-negoziazione incompetente e servile da parte del personale politico borghese. Questa era la base della logica superficiale anti-memorandum, promossa da SYRIZA, dai Greci indipendenti così come da Alba dorata. Un ruolo particolarmente negativo è stato svolto dalla corrente riformista-opportunista, che è relativamente più forte nelle sezioni degli operai e degli impiegati il cui status era al sicuro fino ad oggi, con salari e benefici relativamente migliori. L'illusione di una soluzione immediata, senza conflitti e rottura con il capitale e con l'Unione europea, è stata rafforzata nella classe operaia nel settore privato che ha sperimentato improvvisamente condizioni di povertà relativa e assoluta, disoccupazione su larga scala e insicurezza. Questo periodo richiede uno studio specifico cosicché possano trarsi conclusioni più complete sulla lotta ideologico-politica, sui legami creati tra il partito da un lato e la classe operaia e gli strati popolari dall'altro, uno studio che si combini con l'elaborazione delle tesi per il 19° congresso.

Le varie sezioni della classe borghese, assistite da cellule all'interno di ND e del PASOK su cui esercitano una particolare influenza, così come dai meccanismi dello Stato, hanno avviato un tentativo di riformare la scena politica borghese. Hanno realizzato che i due partiti borghesi non riuscivano a controllare la rabbia e l'indignazione popolare, e di conseguenza c'era il pericolo di un sistema politico borghese instabile, creato in condizioni di profonda crisi.

In questo quadro e, naturalmente, sotto la pressione delle lotte, di una generalizzata indignazione popolare, emergevano nuovi fenomeni (rispetto al periodo post-dittatura), come la defezione di 60 deputati, il rovesciamento di G. Papandreou, il governo di coalizione del PASOK-ND con L. Papademos come Primo Ministro, inizialmente con la partecipazione del LAOS. Il Parlamento nel 2009 è iniziato con 5 partiti e ha concluso il suo mandato con 9 partiti e formazioni politiche.

Su questo terreno il 6 maggio si sono formati due poli: uno di centro-destra basato su ND e uno di centro-sinistra basato su SYRIZA, determinando l'esito elettorale del 17 giugno. Il polo di SYRIZA è stato rafforzato da un trasferimento in massa organizzato da quadri del PASOK, guidato da una larga parte dei suoi funzionari in particolare del settore pubblico, delle ex partecipate, delle banche, dell'apparato statale. La trasfusione organizzata ha investito parte delle organizzazioni locali del PASOK ed è stata facilitata dalla disillusione e dal malcontento, grazie all'influenza delle posizioni dell'opportunismo tra sezioni degli operai e degli impiegati. La classe borghese del paese ha posto l'accento sulla riaggregazione della socialdemocrazia che è il suo principale strumento per far prevalere il riformismo nel movimento operaio. Così, si è formato il terreno per l'elezione del nuovo parlamento e del governo, senza una maggioranza parlamentare dei due partiti borghesi tradizionali.

Durante il secondo turno pre-elettorale c'è stato un intervento palese da parte della Commissione europea, degli Stati Uniti, del FMI, dell'OCSE, dei media internazionali per evitare che venissero messi in discussione il Memorandum e l'Accordo sul prestito in un periodo in cui una crisi più profonda scoppiava in Spagna e ci si aspettava che questo paese, con altri, come Italia e Cipro, cercasse di entrare nel regime dei prestiti erogati da UE-FMI. Questo intervento ha avuto luogo in condizioni di aggravamento delle contraddizioni e di concorrenza tra le principali potenze all'interno dell'UE e delle loro contraddizioni generali con Stati Uniti, Cina, Russia e altre potenze emergenti nell'economia globale capitalista. Lo stato greco e i partiti politici che concepiscono la "UE come unica opzione" sono coinvolti a vario livello nello sviluppo della zona euro, dell'Unione europea, delle varie formule di austerità. Allo stesso tempo, cercano chiaramente di scongiurare qualsiasi tendenza all'emancipazione popolare, formando un nuovo sistema bipolare basato su ND e SYRIZA.

Le elezioni di giugno sono state usate come un banco di prova e uno strumento nella concorrenza interimperialista: come saranno distribuite le perdite causate dalla recrudescenza della crisi, quale sarà il corso della zona euro. La retorica Anti-Merkel di SYRIZA è stata utilizzata dalle forze negli Stati Uniti-Gran Bretagna e da una sezione di competitori europei della Germania che cercano di limitare il dominio tedesco nella zona euro. Allo stesso tempo, ha beneficiato PASOK-ND-Sinistra democratica, che hanno intimidito il popolo utilizzando il pericolo dell'espulsione della Grecia dalla zona euro. Questo intervento si è concretizzato in un'inedita manipolazione del corpo elettorale, con argomentazioni circa il pericolo della Grecia di essere espulsa dall'Eurozona e il pericolo dell'incapacità di formare un governo.

3. Il CC valuta ogni risultato elettorale, positivo o negativo che sia, come quello del 17 giugno, tenendo conto delle condizioni oggettive in cui le elezioni hanno avuto luogo in corrispondenza con l'attività e la capacità di gestione dei problemi da parte del fattore soggettivo. La valutazione congiunta dei fattori oggettivi e soggettivi è necessaria, perché solo in questo modo è possibile esaminare il nostro partito alla luce delle sue debolezze e degli errori, in modo che possa acquisire la capacità di promuovere la propria strategia in qualsiasi condizione, più o meno favorevole.

L'ampiezza e la resistenza dell'influenza elettorale del partito è determinata dal livello della lotta di classe, di cui è un indicatore. Il livello della lotta di classe emerge dall'interazione tra l'attività del fattore soggettivo con i fattori oggettivi che determinano lo sviluppo dell'economia capitalistica, la stratificazione di classe, ecc.

Alla luce di quanto detto, i parametri dell'autocritica del CC riguardo l'attività del partito in generale e nel periodo elettorale in particolare, sono i seguenti:

Primo: se la nostra attività si è avvalsa di tutte le opzioni fornite dalle condizioni oggettive negli anni passati per l'intensificazione della lotta di classe, per l'ampliamento della sfera di influenza del partito e per accrescere la condivisione della strategia del partito e la determinazione a sostenerla in qualsiasi circostanza, quella elettorale compresa, senza tentennamenti.

Secondo: se durante la campagna elettorale il modo in cui abbiamo gestito i problemi e la nostra attività ha contribuito a rafforzare le tendenze positive e indebolire quelle negative, determinate in linea generale dal livello della lotta di classe.

In particolare:

- Le elezioni hanno messo in evidenza la nostra debolezza e il protratto ritardo nell'aggregare il movimento operaio, nel rafforzare l'alleanza sociale, nell'edificare il partito in condizioni difficili di organizzazione delle masse, in modo che venissero appagate tutte le opportunità che derivano dagli sviluppi oggettivi. Questi compiti, naturalmente, hanno bisogno di tempo, di uno sforzo persistente e di un orientamento stabile ed elaborato. In ultima analisi, il CC porta la responsabilità primaria, così come tutti gli organismi dirigenti, ciascuna sezione di base del partito, di come operiamo tra le masse in base alle nostre posizioni, combattivamente e capaci di mobilitare le forze che hanno visioni diverse e diversi livelli di esperienza e attitudine all'azione.

Il CC deve valutare analiticamente il suo lavoro e, più specificamente, come ha funzionato nel periodo successivo il 18° Congresso sulla base dei doveri di cui sopra, fino a giungere a una sostanziale autocritica del lavoro del CC in vista del 19° Congresso.

- Il CC non è stato in grado, inoltre, secondo le esigenze della lotta e talvolta delle proprie analisi, di orientare concretamente tutto il partito nel rivolgersi soprattutto alle fasce di età più giovani, sulla base di criteri di classe. I più giovani sono cresciuti in condizioni di sconfitta globale del movimento operaio, di crisi profonda del movimento comunista, del tentativo di sostituire il movimento comunista con un movimento di sinistra, socialdemocratico e opportunista, che cercherà di partecipare alla gestione borghese. Non è stato in grado di coordinare il lavoro di tutto il partito, con il sostegno e l'assistenza della KNE, soprattutto nel campo dell'istruzione, dove l'offensiva ideologica è ben elaborata ed esercita un'influenza notevole.

- Questi fattori e altri che saranno evidenziati nel corso della discussione costituiranno la valutazione del lavoro del CC nel periodo pre-congressuale. È emerso che devono essere formati legami ideologico-politici più stretti con i simpatizzanti e i sostenitori del partito, quale caratteristica permanente del nostro lavoro, non solo nei periodi di intensi sviluppi e lotte. La discussione ideologico-politica su temi di attualità non è sufficiente. Una sezione importante dei nostri sostenitori non è a conoscenza delle posizioni del partito ad esempio sui governi nel quadro del sistema capitalistico, sugli sviluppi nell'UE, sulle relazioni tra economia e politica, sul carattere della crisi economica capitalistica, sulla questione del potere popolare. Ciò richiede che le forze del partito siano assistite e orientate verso lo sviluppo di maggiori competenze nella divulgazione delle posizioni del partito e della sua strategia.

- Il CC e soprattutto l'Ufficio politico, hanno affrontato in maniera debole e insufficiente la necessità di offrire un'elaborazione costante della nostra propaganda, per evitare che la coscienza di classe fosse deviata verso sbocchi innocui, in un contesto in cui esistono molti e variegati meccanismi di manipolazione. La propaganda del partito non è vivida né pregna di esempi e informazioni ricavate dagli sviluppi del movimento. La nostra propaganda non ha acquisito un carattere vigoroso ed esplicativo. La questione della propaganda non può essere ridotta ad una mera questione di "politica della comunicazione pubblica". Il modo in cui si svolgono le discussioni in TV non può servire come criterio. L'autocritica riguardo alla propaganda da parte del CC si riferisce a forme di propaganda dinamiche che facilitano il dialogo, la partecipazione, e non l'osservazione passiva dei programmi televisivi, che non può trasmettere la ricchezza e i fondamenti delle nostre posizioni. Anche il ruolo di internet come mezzo per l'informazione dei giovani e strumento per attaccare il partito è stato sottovalutato.

4. Il CC giudica che la linea politica generale in occasione delle elezioni è stata appropriata al carattere della crisi, indicando la via d'uscita favorevole al popolo, mentre si profilano all'orizzonte nuove misure antioperaie, a prescindere dalle manovre che il nuovo governo vorrà intraprendere. Il problema è che il CC non ha rilevato in tempo utile l'ampiezza del ridimensionamento dei due partiti [che hanno animato il bipartitismo] e in particolare il collasso del PASOK, né il rafforzamento dell'appoggio a SYRIZA, né il piano per attaccare il partito. Inizialmente aveva ipotizzato una riduzione dell'influenza del PASOK a favore di Sinistra democratica: cosa che non avrebbe impattato, secondo i sondaggi di opinione, sugli elettori del KKE. Quindici giorni prima delle elezioni è stata rilevata un'improvvisa impennata di SYRIZA, combinata all'indebolimento del PASOK, di Sinistra democratica e del KKE. Nonostante i tentativi per prevedere le perdite, la loro estensione non è stata confermata dalle valutazioni delle organizzazioni del partito.

La questione principale è che il CC non ha focalizzato l'attenzione sul fatto che per la prima volta rispetto le elezioni precedenti, un popolo duramente provato dovesse scegliere tra un governo guidato da ND o il PASOK e un cosiddetto governo di "sinistra" guidato da SYRIZA con il KKE e Sinistra democratica, con la falsa argomentazione di SYRIZA sui 50 seggi di bonus. Il CC ha compreso il carattere particolarmente complesso e insidioso soprattutto dopo le elezioni del 6 maggio e non prima, formulando per questo motivo la sua posizione che si trattasse delle elezioni più difficili degli ultimi 40 anni.

La conclusione è che il CC avrebbe dovuto definire il quadro delle prime elezioni nello stesso solco delle valutazioni immediatamente successive al 6 maggio. Avrebbe dovuto rendere prioritario il fronte di contrapposizione all'illusione di un "governo di sinistra" con una elaborazione e la formulazione di slogan adeguati. Non ha evidenziato in tempo utile che SYRIZA fosse il nuovo veicolo politico della socialdemocrazia, che sistematicamente tenta di penetrare il sostegno elettorale del partito. Il CC non ha fornito una risposta tempestiva riguardo a come il KKE intende la questione del governo del potere popolare, su come la lotta politica raggiunge un tale risultato e quali pre-condizioni sono necessarie, in modo che fosse chiaro perché il KKE non partecipasse a un governo borghese per gestire la crisi, perché respingesse un governo che operasse nel quadro del sistema, vale a dire sul terreno del capitalismo. La posizione del KKE sul governo del potere popolare avrebbe dovuto essere propagandata prima e più ampiamente, avrebbe così acquistato l'aggressività necessaria, e non avrebbe lasciato senza risposta l'ingannevole e subdola argomentazione, alimentata sistematicamente, che il KKE non volesse assumersi la responsabilità di governo. Il CC non ha allertato durante la prima campagna elettorale sul pericolo del partito di subire perdite, sullo sforzo sistematico delle forze del sistema di promuovere in modo pianificato l'indebolimento del partito. Non ha alimentato, nella misura necessaria, uno spirito di vigilanza e preoccupazione tra i militanti del partito e nella sua sfera d'influenza. Ciò non significa, naturalmente, che l'elaborazione di tattiche adeguate nella campagna elettorale avrebbe reso possibile l'inversione della corrente riformista favorevole a un governo per gestire la crisi. Il suo sviluppo ha una base oggettiva, corrisponde alle esigenze del potere borghese. Tuttavia, è molto probabile che il partito avrebbe subito perdite minori e, cosa più importante, avrebbe evitato un clima di delusione che ha legittimamente colpito soprattutto i suoi sostenitori e simpatizzanti dopo l'esito elettorale.

Molti amici e sostenitori del partito, ma anche una piccola parte di militanti del partito, hanno osservato che il KKE avrebbe potuto fare una proposta di governo durante il processo dei mandati esplorativi che ovviamente sarebbe stata respinta da SYRIZA poiché avrebbe posto la questione del disimpegno, della cancellazione unilaterale del debito, della rottura con le scelte dell'Unione europea e dei monopoli. Essi sostengono che in questo modo SYRIZA non avrebbe potuto tenere in mano l'iniziativa.

Il CC valuta che il partito ha tenuto una posizione corretta rifiutando la logica di discutere con SYRIZA durante il processo dei mandati esplorativi. Il partito non può e non deve procedere con attività che intensificano la confusione e che non hanno nulla a che fare con la linea del conflitto e della rottura con i monopoli e le unioni imperialiste. Il potere di SYRIZA nelle elezioni conferma che il sistema politico borghese ha piani alternativi per la sua gestione.

5. Il CC valuta che le due battaglie elettorali a prescindere delle carenze generali che sono state espresse e le perdite subite, costituiscono un patrimonio in quanto il partito ha svolto un lavoro significativo nell'evidenziare i due percorsi di sviluppo, il carattere della crisi capitalistica, la questione del potere operaio e popolare, la posizione del partito rispetto alla partecipazione in un governo di gestione borghese.

In questa lotta il KKE ha nuotato contro corrente, in condizioni particolarmente difficili e complesse. Ha inoltre affrontato debolezze, carenze e ritardi che deve risolvere, poiché le sfide della lotta aumenteranno drasticamente nel prossimo periodo.

Il CC ha elaborato un programma di attività del partito per il prossimo periodo, che sarà affinata dalle organizzazioni del partito. Il CC invita i militanti del partito e della KNE a porsi in prima linea nella lotta con gli amici e i sostenitori del partito e gli altri militanti per la mobilitazione delle forze e il contrattacco, con particolare attenzione nei luoghi di lavoro e nei quartieri, a livello sindacale e nazionale, secondo il compito fondamentale dell'aggregazione del movimento operaio.

Dobbiamo migliorare la nostra capacità di adattare e spiegare la nostra strategia, conducendo le lotte a seconda dell'intensità delle contraddizioni sociali in generale e in particolare in base a ogni specifico problema. In questo quadro dovremo concentrarci sull'elaborazione delle posizioni secondo il nostro punto di vista: per ogni settore, sui problemi sociali, la disoccupazione, i problemi della sanità e delle medicine, sul saccheggio dei magri stipendi del popolo divorati da tasse e privatizzazioni, sull'istruzione, e gli altri gravi problemi della classe operaia, dei lavoratori autonomi, dei contadini poveri, a livello di ciascun settore, regione, posto di lavoro.

Il partito sarà in prima linea in queste lotte, all'interno e all'esterno del parlamento, migliorando l'attività del suo gruppo parlamentare.

Dobbiamo lavorare per il successo del 38° Festival della KNE-ODIGITIS il cui slogan principale è "Aiuta chi si è sollevato nella rivolta ... è necessario prepararsi a prendere il comando ora...!" Il suo successo dipenderà dalla misura in cui la guida del partito orienterà tutte le organizzazioni di base del partito e della KNE all'informazione, alla discussione, al lavoro per la mobilitazione delle forze, per comunicare con i giovani, gli studenti, i giovani lavoratori, gli uomini e le donne disoccupati e gli altri lavoratori.

Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

Partito Comunista di Grecia (KKE)

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