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Legge 30: istituite le «Commissioni di certificazione dei contratti»

Sindacati ed enti pubblici chiamati a far da garanti alla svendita dei diritti dei lavoratori

(2 Agosto 2004)

Con Decreto del 21 luglio 2004, il ministero del lavoro aggiunge un altro tassello all'attacco dei diritti dei lavoratori: in applicazione della legge 30 si da il via alle COMMISSIONI DI CERTIFICAZIONE per i contratti di lavoro atipico e precario.

Queste Commissioni sono chiamate a svolgere lo sporco lavoro di dare piena legalità ai contratti capestro: intermittente, ripartito, progetto, associazione in partecipazione, appalto, regolamenti per i soci lavoratori e part-time.

Queste Commissioni dovranno costituirsi presso le Direzioni provinciali del Lavoro e presso le Province e sono chiamate a parteciparvi rappresentanti del Ministero del Lavoro, delle amministrazioni provinciali, INPS, INAIL, sindacati, rappresentanti dei datori di lavoro.

Queste Commissioni saranno utilizzate dalle aziende per "incatenare" i lavoratori alla loro condizione di precarietà: dovranno certificare la regolarità dei contratti con lo scopo dichiarato di ridurre ogni possibile contestazione sulla legittimità del rapporto di lavoro.

Dietro la foglia di fico della "volontarietà" delle parti di rivolgersi alla commissione, è chiaro a tutti che è la parte più forte, il datore di lavoro, a decidere, non certo il lavoratore al momento della propria assunzione.

Con la deregolamentazione e frammentazione dei contratti di lavoro, queste commissioni hanno lo scopo di ostacolare l'apertura di vertenze collettive tramite una ulteriore individualizzazione dei rapporti di lavoro.

Con la certificazione, i sindacati e le amministrazioni pubbliche sono chiamate a farsi garanti di formali rinunce a diritti e tutele dei lavoratori in cambio di posti di lavoro precari e malpagati.

Un vero regalo alle imprese, che verranno incoraggiate nel far ulteriore ricorso ai lavori atipici e precari finalmente "certificati" e difficilmente impugnabili davanti alla Magistratura da parte delle lavoratrici e lavoratori

Il lavoratore, che vorrà far causa al proprio datore di lavoro, si troverà di fronte a nuove difficoltà: lo potrà fare solo in determinati casi specifici, con procedure di ricorso lunghe, e con il vedersi riconosciuti i propri diritti solo dal momento della sentenza e senza la normale retroattività.

La RdB/CUB conferma la propria opposizione a questo incredibile strumento d'attacco nei confronti dei diritti delle lavoratrici e lavoratori, mai potrà accettare di rendersi complice tramite propri rappresentati in queste commissioni di certificazione; da settembre proporremo iniziative adeguate per ostacolarne la nascita e il regolare funzionamento.

NO LE COMMISSIONI DELLA VERGOGNA
NESSUNA COMPLICITA' NEL CERTIFICARE E LEGALIZZARE LO SFRUTTAMENTO

Federazione RdB/CUB

Fonte

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